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GxG MagazineQuestione di stile corso animatori

Eccoci di nuovo in prossimità dell'estate, momento dell'anno in cui si concentrano un gran numero delle attività di un oratorio; è un momento intenso, in cui si dimostra la differenza tra un centro estivo comunale e una Proposta Estate o Grest parrocchiale: la testimonianza di uno stile.


GxG MagazineQuestione di stile corso animatori

da GxG Magazine

del 09 luglio 2010

 

 

 

 

 

“Vi ho dato infatti l'esempio perché,

come ho fatto io, facciate anche voi”

 

Équipe Servizio_riflessione per gli animatori

                Eccoci di nuovo in prossimità dell'estate, momento dell'anno in cui si concentrano un gran numero delle attività di un oratorio; è un momento intenso, in cui si dimostra la differenza tra un centro estivo comunale e una Proposta Estate o Grest parrocchiale: la testimonianza di uno stile. Metti a frutto i tuoi talenti.

Scendi dalla cattedra

               La tentazione di predicare è forte, in tutti: anche scrivendo l'articolo la necessità di dire tante cose e la volontà un po' narcisistica di dirle bene rischia di diventare il motore dell'azione. Ma quanto bene può fare? Non possiamo (e non dobbiamo) pretendere di insegnare qualcosa, né credere che le nostre parole, da sole, facciano differenza. I nostri ragazzi possono non ascoltare quello che diciamo, ma osservano sempre quello che facciamo: è nella nostra coerenza, e non nell'eloquenza, che risiede la testimonianza. Paolo VI diceva che “non abbiamo bisogno di maestri, ma di testimoni”. Scendi dalla cattedra.

Mano destra sul cuore, dica lo giuro

              La televisione ultimamente ci offre una vasta gamma di serial polizieschi, gialli in cui i detective protagonisti più fortunati hanno a che fare con un 'testimone chiave': una persona, forse passata per caso, che si ritrova a vedere qualcosa di estremamente importante, qualcuno che può ricordare un volto, un suono, un dettaglio per chiudere il caso. Non è necessario che capisca subito la necessità di ciò che ha visto, l'importante è che accetti di collaborare, di testimoniare. Anche i discepoli non capivano niente, spesso fraintendevano... ma poi sono diventati apostoli!

               È testimone chi assiste a qualcosa e corre il rischio di esporsi. In un mare di dettagli confusi e di dubbi, emerge un dettaglio, una sicurezza. È la verità ad essere richiesta, nient'altro. Ma serve coraggio, perché testimoniare significa smettere di essere tiepidi e prendersi delle responsabilità di fronte agli altri, agli amici, ai ragazzi, ai genitori; serve coerenza, perché cambiare la nostra testimonianza a seconda della necessità rende noi stessi testimoni inattendibili.

               Metti la mano destra sul cuore, perché è sul tuo cuore che stai giurando, è lui che deve essere messo in discussione. È meglio avere un cuore usato e pieno di graffi, che uno ancora da scartare: un cuore-soprammobile rimane tale, da esposizione, e prende polvere. Testimoniare deve essere voce del verbo amare, vuol dire rispondere a un comandamento nuovo. “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri”. Quanta polvere ha il tuo cuore?

Staffetta

                Corri. E fin qua niente di strano o di insolito. Il problema arriva al passaggio del testimone. Se cade, hai perso. Una staffetta non si corre da soli e se lo passi male al tuo compagno di squadra, è alta la probabilità che, nei passaggi successivi, cada. Quattro membri della squadra, lavoro individuale e di squadra, insieme.

                Non ha senso correre senza voglia di vincere, corriamo per l'oro! Ma l'oro si conquista amando ciò che si fa, sennò la vittoria sa di poco. Abbiamo tra le mani qualcosa di fragile, di delicato, di prezioso: un po' di fatica varrà pur la pena... Ci credi davvero? Sei pronto a passare il testimone?

Estetica della testimonianza

                Dostoevskij dice che “la bellezza salverà il mondo”. Strane parole. Estetica viene dal greco aistetikòs, sensibile, indica ciò che è percepibile dai sensi, la bellezza. Sì, la testimonianza è questione di bellezza. Non un canone esterno ovviamente, ma di radicalità e coerenza. La testimonianza non può legarsi solo alle parole, ha bisogno di essere vissuta per essere esternata. Il rischio è, altrimenti, di essere solo maestri.

               Le nostre parole hanno bisogno di essere supportate dalla nostra vita, dai fatti. Le persone con cui veniamo a contatto, soprattutto i nostri ragazzi, percepiscono subito se è la nostra vita a testimoniare uno stile, o se è la nostra bocca a predicare buonismi. Essere 'belli' è la testimonianza migliore. Non servono gesti eroici o grandi discorsi, si vede nelle piccole cose, nella stanchezza, nel fare proprio un messaggio. Dopotutto, qualcuno una volta ha detto che chi vuol essere il primo, deve farsi servo di tutti.

Live Servizio_attività con i ragazzi

GRANDI TESTIMONI...

                Ai ragazzi più grandi, delle medie e superiori, si possono proporre dei giochi sulla testimonianza: è importante che si inizi ad associare l'essere animatori non solo all'estate, ma alla bellezza di una costante!

               I giochi sulla testimonianza non sono molti, questo argomento si presta meglio infatti a discorsi che rischiano di cadere nella retorica; tuttavia è utile giocare sulle metafore a cui si presta la parola 'testimone': l'importante è che l'ambientazione coinvolga i ragazzi, così si sentiranno più portati a partecipare attivamente al gioco. Possiamo quindi inscenare dei tribunali o, perchè no, delle olimpiadi!

Staffetta umana               Questa staffetta è particolare e molto divertente, poiché il testimone è un membro della squadra che deve essere passato da un gruppo all'altro. Spieghiamo nel dettaglio: questa non è l'unica particolarità della staffetta, infatti a ogni tratto della staffetta corrisponde la partecipazione di un nuovo membro del gruppo. Schematicamente è così riassumibile:

1° tratto: 1 ragazzo e il testimone portato in spalla; 2° tratto: ai membri del primo tratto si unisce una persona e il testimone viene portato in trono (i due ragazzi formano un trono con le braccia e il testimone si siede sopra); 3° tratto: ai membri del secondo tratto si unisce una persona e il testimone viene portato ad aereo (due prendono il testimone per le braccia e uno per le gambe); 4° tratto: ai membri del terzo tratto si unisce una persona e il testimone viene portato a sfinge (i quattro ragazzi si mettono a quattro zampe e il testimone anche lui a quattro zampe sta sopra di loro).

                    E avanti così con i membri successivi della squadra fino a che non sarà l'intero gruppo a portare il testimone.

               Attenzione: la cosa più importante è come viene passato il testimone. Quest'ultimo, infatti, può aiutare i membri della squadra nel passaggio al gruppo successivo, ma non può assolutamente toccare terra. Ad ogni infrazione corrisponderà una penalità per la squadra, perciò non sarà necessariamente chi arriva per primo a vincere.

               I richiami alla realtà della testimonianza sono chiari: testimoniare costa fatica e necessita attenzione; se la nostra testimonianza vacilla o cade, si 'guasta', deve essere risollevata. Nel momento in cui 'forniamo' la nostra testimonianza, la passiamo a qualcun’altro, dobbiamo renderci conto di avere tra le mani qualcosa di fragile, che per mantenere la sua coerenza e interezza ha bisogno di delicatezza. Inoltre, se portare il testimone da soli è difficile, in squadra ancora di più... ma si divide il peso.

...E PICCOLI SERVIZI

                Per i gruppi con bambini o rag  azzi più piccoli, ad esempio per la fascia elementari, l'argomento 'testimonianza' è difficile da affrontare. Tuttavia è interessante proporre delle attività che abbiano a che fare col servizio: piccoli gesti che, senza che loro lo sappiano, li rendono testimoni in erba!

Ma fammi un favore!

                Questo gioco invece è una specie di caccia al tesoro: si dividono i bambini in squadre, formate da un numero non troppo esteso di persone (massimo 5). A ogni gruppo viene affidato un elenco, su cui verranno appuntati dei 'favori' da fare: ad esempio “raccogliere 10 cartacce da terra”, “aiutare X a mettere a posto una stanza dell'oratorio”, e simili. Alla squadra vengono affidati inoltre dei fogli e una penna, su cui le persone che riceveranno il servizio dovranno dichiarare che la richiesta è stata effettivamente portata a termine. Vince la squadra che per prima torna alla base avendo portato a termine le richieste.

                 Alla fine del gioco, i bambini avranno fatto una serie di servizi senza rendersene conto, trascinati dall'entusiasmo del gioco! Fare qualche buona azione non è poi così noioso e se lo facciamo divertendoci il risultato è doppiamente positivo!

 

Giulia Krajcirik

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