GxG MagazineUn Corpo da Mostare o da Valorizzare? affetti speciali

La dissoluzione del senso del pudore mette in luce come la persona non sia più in possesso della propria intimità e non abbia più la capacità di comprendere e tutelare la ricchezza del proprio corpo.

GxG MagazineUn Corpo da Mostare o da Valorizzare? affetti speciali

da GxG Magazine

del 08 gennaio 2010

 

 

Molto raramente nella nostra quotidianità sentiamo parlare di pudore. Si tratta di una parola che in qualche modo ci sembra “antiquata” e distante dalle dinamiche che regolano la realtà in cui viviamo. A me viene il dubbio, però, che l’abbiamo bollato senza sapere che cos’è. Perché non potrebbe essere un valore? E’, infatti, un sentimento specificamente umano che è strettamente legato al corpo e all’individualità della persona. Dimostrare pudore significa amare se stessi e la totalità della propria essenza che si dà in termini di anima e corpo. Questi due elementi non sono separati, ognuno una cosa a sé stante, ma sono, invece, fortemente connessi tra di loro: il corpo rappresenta lo specchio dell’anima che a sua volta si manifesta attraverso il corpo stesso.

Società e pudore

La dissoluzione del senso del pudore mette in luce come la persona non sia più in possesso della propria intimità e non abbia più la capacità di comprendere e tutelare la ricchezza del proprio corpo. La società in cui viviamo ci impone un certo modo di vestire e di atteggiarsi, un modo che spesso trasforma il corpo in una merce, corpo che viene ridotto a semplice oggetto di seduzione e di piacere. In questo contesto non esiste più un legame di rispecchiamento e di continuità tra anima e corpo. Il corpo diventa oggetto inanimato, privato di quell’anima che esprimeva attraverso di esso l’interiorità della persona. Le conseguenze sono molte e forti: non ci si apprezza e non si viene apprezzati più per se stessi, per la propria ricchezza interiore ma per l’esposizione di un corpo che è, alla fine, più consumato che valorizzato, semplicemente e tristemente strumentalizzato. Accade quindi che, concentrando la propria attenzione sull’apparenza e sul valore materiale delle cose, l’interesse al sentimento della persona venga meno. Non ci si cura più di arricchire gli aspetti interiori dell’anima, che si sente come soffocata e riempita da oggetti inutili e da frivole emozioni. Ecco perché poi, soprattutto tra noi giovani, c’è un senso di vuoto, di noia e di insoddisfazione, l’impegno nella continua ricerca di un qualcosa che sappia dare di più. Proviamo ad immaginarci, in questo momento, all'interno di un autobus nell'ora di punta degli studenti. Volgiamo lo sguardo a nord e a sud. Che cosa vediamo? Gruppi di ragazzi omologati e giovani 'ossessionati' dalla volontà di apparire, dalla voglia di emergere, di mettere in mostra il paio di jeans ultra-firmati costati quasi quanto lo stipendio del papà. Allunghiamo un po' l'orecchio. Che cosa sentiamo? Giovani che, con il loro modo di parlare, farebbero impallidire uno scaricatore di porto. Se il nostro corpo è il linguaggio con cui ci esprimiamo negli affetti, nella quotidianità, in che lingua stiamo parlando? Riusciamo a capirci e a capire quello che ci viene detto?Il pudore ha la specifica funzione di permettere la corretta fruizione della corporeità, evitando le ambiguità e migliorando la comunicazione tra le persone.Ma se il pudore è visto come un’imposizione della religione, il suo esatto contrario non è forse un’imposizione della nostra società?C’è davvero libertà in un mondo che ci seleziona e ci impone dei falsi modelli da seguire, dandoci per di più l’illusione di essere autonomi nelle nostre scelte?

La forza che mantiene vivo il pudore

Papa Giovanni Paolo II nel suo libro “Amore e responsabilità” scrive che chi si concede ad un'altra persona mosso non da amore personale, ma soltanto da un’istintività egocentrica, e cioè da un’ossessione del piacere, se è una persona sana ne proverà vergogna. Ma è possibile oggi mantenere vivo il pudore come valore. Certo che sì! L’uomo ha una propria dignità spirituale e corporale e ha il dovere di proteggerla e valorizzarla. Il pudore è un principio fondante della nostra dignità e suggerisce un modo di vivere che permette di resistere alle suggestioni della moda e alle pressioni delle ideologie dominanti. Pudore significa anche rispetto, per sé stessi e per gli altri. E’ un sentimento protettivo della persona e dei valori umani che si porta dentro. Pudore significa amarsi e amare.In che modo si confronta la nostra generazione con il pudore e con l’amare/amarsi? Nove anni fa, una nota rivista di impronta cattolica riportava un sondaggio effettuato su un campione di 150 giovani tra i 20 e 24 anni, al fine di conoscere le loro opinioni in tema di sessualità: metà del campione non considera essenziale la fedeltà di coppia; il 65% ritiene il sesso disgiunto dall’affettività; la stragrande maggioranza ammette e giudica ammissibili rapporti prematrimoniali.Non sono convinto che questo sia in tutto la nostra fotografia: scoprire la profonda necessità del pudore come virtù, capace di dare un senso più profondo alle relazioni è la base necessaria per ogni rapporto. E’ anche su questo valore che si fonda l’elemento della fedeltà, un principio solido su cui poter costruire rapporti stabili e duraturi. Il bruciare le tappe e il non rispettare i sentimenti dell’altra persona, infatti, non porta benefici nella vita di coppia.

Questione di svolta

L’uomo è stato creato libero da Dio. Noi, come giovani di oggi e futuro del mondo di domani, da che parte vogliamo stare? Vogliamo un corpo da mostrare come un oggetto o un corpo da valorizzare come un dono? Spetta a ciascuno di noi il punto fondamentale di svolta: testimoniare e trasmettere il pudore ai bambini e agli adolescenti per risvegliare in loro il rispetto per la loro persona e per ogni persona umana; trovare anche grazie ad esso, l’obiettivo fotografico con il quale mettere a fuoco il valore del dono di sé.

Giulia Puntel, Gianmarco Nalin

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