Rubrica di Giacomo Poretti (del trio Aldo, Giovanni e Giacomo) sui dieci comandamenti.8.Il fascino della bugia.
Non pronunciare falsa testimonianza: l’umanità ha investito molto sull’ottavo comandamento, pensando che forse sarebbe riuscita a rispettare almeno il 10% di questo benedetto e complicato Decalogo. Ha messo al lavoro la propria immaginazione per sfornare materiale che fosse oggetto di riflessione e monito per i pargoli. Così sono state inventate storie bellissime da leggere ai bambini per mostrare loro cosa può succedere se si dicono le bugie.
Ma dopo secoli e secoli di invenzioni di fiabe ed edificanti capolavori della letteratura, l’essere umano non riesce a non mentire, nonostante il pericolo di avere un naso smisurato: tanto poi esiste la chirurgia plastica. È vero, esiste un altro pericolo, il rossore delle guance: ma tanto c’è il maquillage. Poi non ho mai capito se le bugie hanno le gambe corte o fanno venire le gambe corte: ma anche in questo caso non c’è problema perché ci sono le scarpe con il rialzo nascosto.
Paradossalmente potremmo arrivare a dire che il desiderio irrefrenabile di occultare la verità abbia generato i momenti più alti della creatività umana. Mi riferisco per esempio a un ex ministro della Repubblica, il quale ha avuto una casa in regalo dirimpetto al Colosseo, non si sa bene come: sosteneva di non sapere che la casa fosse sua, e poi, interrogato su come mai tutte le sere ci entrasse, arrivò a sostenere che lui passava di lì e veniva tirato dentro, che lui non ci voleva proprio entrare. Mi riferisco anche a quello spassoso ex primo ministro beccato mentre giocava al dottore con una ginnasiale, il quale si giustificò dicendo che la giovane paziente era la nipote di un leader africano e le era stata affidata poiché la sua fama di grande medico aveva varcato i confini per arrivare perfino sulle coste del continente nero. Pare che qualcuno abbia sentito dire all’ex di cui sopra che quelli che sbarcano a Lampedusa siano tutti mutuati in attesa di farsi fare una visita specialistica da lui.
L’umanità ha anche inventato complicazioni filosofiche su cui si è arrovellata fin dai tempi di Aristotele. Penso al famoso paradosso del mentitore: se io affermo «io sto mentendo» dico la verità oppure una bugia? Insomma, gli uomini si sono sempre divertiti a giocare come il gatto con il topo con la menzogna e la verità: attratti dalla seconda e ancor più affascinati dalla prima. Per quanto possibile io ho sempre rispettato il settimo comandamento.
Giacomo Poretti
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