Il grigio è una nebbia viscida che ti si appiccica addosso e toglie il respiro. Ti avvolge, imprigionando il tuo sguardo e impedendoti di vedere oltre. Accade così tutte le volte che alzi la testa...
Emanuela sorride: “Così parleremo del grigio?”. “Non sarà facile”- mi dice e continua a sorridere.
“Il grigio è una nebbia viscida che ti si appiccica addosso e toglie il respiro. Ti avvolge, imprigionando il tuo sguardo e impedendoti di vedere oltre. Accade così tutte le volte che alzi la testa per guardare lontano, al tuo futuro. Non incerto come sarebbe naturale, ma impossibile da mettere a fuoco e per questo spaventoso ed estraneo. Senti che la tua vita ti spetta da qualche parte, ma non riesci a vedere dove, e il senso di assoluta inadeguatezza ti opprime.
E allora? Allora, un bel giorno qualcuno ti sventola davanti un rimedio magico per trovare un po' di coraggio: polvere bianca da abbacinare e pastiglie come cristalli. Le guardi sul palmo della tua mano, così inoffensive, così innocenti…e la polvere... un po' farina, un po' zucchero, un po' il talco soffice della tua infanzia. E allora mandi giù, in gola o nelle vene, a cercare una vita finalmente tanto intensa da poter essere mangiata. All'inizio è così: un'esplosione, di colori e suoni, tutti all'ennesima potenza. Una percezione tale come se ogni poro della tua pelle fosse spalancato sul mondo.
Ma non è vero. Niente di tutto questo è vero. Ad attenderti, alla fine di ogni viaggio, c'è la nebbia di sempre. Sempre più viscida. Sempre più densa. Come uscirne? Non sono ancora certa che si possa fare, ma lo spero con tutte le mie forze. Ho cercato nella nebbia gli occhi azzurri di mia sorella, il sorriso di mio padre, le carezze di mia madre. Mi sono aggrappata e ho stretto forte. E lentamente sento che ne uscirò".
Gioia Quattrini
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