I nostri ragazzi in discoteca come dottori Jekyll e signori Hyde!

Cosa vogliono ottenere, nei locali del divertimento, i nostri ragazzi? ..vogliono uscire dal loro corpo normale, il corpo da lavoro o da studio, quello in cui hanno passato i giorni dal lunedì al venerdì, ed entrare in un nuovo corpo, il corpo da godimento, nel quale passare la notte tra il sabato e la domenica...

I nostri ragazzi in discoteca come dottori Jekyll e signori Hyde!

da Quaderni Cannibali

del 16 novembre 2010

¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬† L'introduzione dell'etilometro nei locali notturni.¬†Ci siamo. Non √® l‚Äôarrivo, √® soltanto un primo passo, ma nella direzione giusta. ¬†Da ieri notte √® scattato l‚Äôobbligo, per tutti gli esercizi pubblici e locali d‚Äôintrattenimento che hanno il permesso di chiudere dopo le ore 24, di munirsi di un etilometro, col quale i clienti possano controllare se sono o non sono in condizioni di guidare. Se il tasso di alcol oltrepassa un certo limite, guidare √® un pericolo mortale.

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¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬† Questo limite √® pi√π basso di quanto si creda. Bastano 2 bicchieri di vino. Ora come ora, dopo la mezzanotte, specialmente di sabato, i clienti delle discoteche che guidano con rischio proprio e altrui sono troppi. Troppe morti assurde, auto che sbandano da sole, escono di strada, si rovesciano o si scontrano in curva: sono ragazzi giovani e sani, non muoiono per malattia, ma per eccesso di vitalit√†.

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¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬† Non sono suicidi, non vogliono morire: vogliono vivere una vita super. Questo controllo, all‚Äôuscita dai locali, li avverte se quel 'super' scavalca il confine tra la vita e la morte. √à un controllo parziale e insufficiente, perch√© comincia dopo le ore 24, e pone la domanda: e prima? Se uno lascia il locale cinque minuti prima, lo si ritiene in grado di guidare, su che base? ¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬† E inoltre: corre alcol, nei locali del divertimento, o corre anche droga? Ho sempre nella memoria la sera in cui, in una mega-discoteca di Verona, decine di poliziotti con cani antidroga irruppero di sorpresa, e trovarono droga in polvere e in pasticche dappertutto, sui tavoli, sui divani, e specialmente nelle toilettes.

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¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬† Anche uno che non ci va per drogarsi, poi si droga perch√© cos√¨ fan tutti. Cosa vogliono ottenere, nei locali del divertimento, i nostri ragazzi?

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¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬† Vogliono uscire dal loro corpo normale, il corpo da lavoro o da studio, quello in cui hanno passato i giorni dal luned√¨ al venerd√¨, ed entrare in un nuovo corpo, il corpo da godimento, nel quale passare la notte tra il sabato e la domenica. Ho descritto questo passaggio in un libro, e ne ho parlato nelle scuole per anni. √à un passaggio rischioso. √à un salto. Tu lasci un corpo, che ha una mente, dei nervi, delle reazioni, e ti permette delle sensazioni, ed entri in un altro corpo, che ha un‚Äôaltra mente, altri nervi e ti d√† altre sensazioni.

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¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬† Quest‚Äôaltro corpo raddoppia il godimento dei suoni, delle luci, del contatto, del ballo. Il salto da un corpo all‚Äôaltro avviene rapidamente, ci sono sostanze che lo accelerano. L‚Äôalcol √® una spinta, la droga √® un urto. Il salto dal corpo da lavoro al corpo da godimento √® un pericolo, ma il vero pericolo √® il ritorno nel corpo da lavoro, quello che sei abituato a padroneggiare, e che ti permette di guidare. Troppi pericoli e troppi incidenti avvengono perch√© chi guida √® ancora nel corpo da discoteca, stordito o accecato o esaltato. ¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬† Non √® necessario che si sia fatto uso di droghe pesanti: i lampi allucinanti e i tuoni dirompenti, che scuotono cuori e toraci, sono di per s√© uno stordimento. Io parlo di corpo da lavoro, i ragazzi parlano di corpo da fatica, e rivendicano la necessit√† di uscirne fuori, una volta alla settimana. √à esattamente quel che faceva il dottor Jekyll: anche per lui il problema non era uscire dal proprio corpo, ma rientrare. E infatti a un certo punto non √® pi√π rientrato. Che straordinario libro! Tutti lo prendono per un‚Äôanticipazione dello scontro Io-Es, che Freud stava scoprendo. ¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬† Osservo, timidamente, che si potrebbe anche intenderlo come un‚Äôanticipazione dell‚Äôet√† delle droghe: Jekyll, in fondo, non maneggia sogni, ma sostanze chimiche. E il suo non √® uno scontro tra una parte e l‚Äôaltra dell‚ÄôIo, ma tra l‚ÄôIo e sostanze esterne. ¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬†¬† Se ci fosse stato un misuratore del sangue anche per lui, sulla porta del suo studio...

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Ferdinando Camon

http://www.avvenire.it

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