I ragazzi di Piazza del Popolo

Vi andarono. Don Bosco scese di carrozza e il cardinale stette a osservare. C'era infatti un gruppo di giovani che Don Bosco cercò di avvicinare, ma i monelli fuggirono. Li chiamò con buone maniere e quelli, dopo qualche esitazione, tornarono.

I ragazzi di Piazza del Popolo

da Don Bosco

del 28 gennaio 2010

 

           Nel 1858, quando fu per la prima volta a Roma, Don Bosco, invitato dal cardinale Tosti a rivolgere alcune parole ai giovani del collegio San Michele, entrò poi in dialogo con l'eminentissimo intorno al miglior sistema nella educazione della gioventù.

         

          Con rincrescimento aveva notato che in quell'istituto era adottato il sistema repressivo, e francamente rispose:«È impossibile educare i giovani se questi non hanno confidenza con i superiori».«E come si può guadagnare questa confidenza?»«Col cercare che essi si avvicinino a noi».«E come avvicinarli a noi?»«Avvicinandoci noi a loro, cercando di adattarci ai loro gusti, facendoci simili a loro. Vuole che facciamo una prova? Mi dica, in qual punto di Roma si può trovare un bel numero di ragazzi?»«In Piazza del Popolo».

          Vi andarono. Don Bosco scese di carrozza e il cardinale stette a osservare. C'era infatti un gruppo di giovani che Don Bosco cercò di avvicinare, ma i monelli fuggirono. Li chiamò con buone maniere e quelli, dopo qualche esitazione, tornarono. Allora regalò loro qualche cosuccia, domandò notizie delle loro famiglie, chiese a quale gioco si divertissero. Li invitò a proseguire il gioco, si fermò ad osservarli e incoraggiarli, vi prese parte egli stesso. Altri compagni che stavano a guardare corsero attorno al prete, che li accoglieva amorevolmente e aveva per tutti una buona parola e un piccolo regalo. Quando fece per allontanarsi lo seguirono fino alla carrozza e non lo volevano più lasciare.

(cf Lemoyne, Vita, II, 310)

Lemoyne

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