Don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale della Famiglia, presenta le figure di santità salesiana che ricorrono nel mese di Maggio.
6 maggio: san Domenico Savio‚Ä®
Un santo particolarmente amato da tanti ragazzi e dalle mamme che attendono un bimbo o desiderano averlo. Un giorno Don Bosco voleva dare un segno di speciale affetto ai giovani della casa e diede loro facoltà di chiedere con un biglietto qualunque cosa fosse a lui possibile, promettendo che l’avrebbe concessa. Ognuno può facilmente immaginare le stravaganti domande fatte. Il Savio, preso un pezzetto di carta, scrisse cinque sole parole: “Domando che mi faccia santo”. Don Bosco gli indicò la ricetta per farsi santo, tre ingredienti che bisogna mescolare insieme: l’allegria – ciò che turba e toglie la pace non piace al Signore; l’adempimento dei doveri di studio e di preghiera; far del bene agli altri. Domenico Savio seguì la ricetta consigliata dal suo padre e maestro e in poco tempo tagliò il traguardo della santità.‚Ä®
13 maggio: Santa Maria Domenica Mazzarello, Cofondatrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice‚Ä®
È una particolare figura che ricorda che la santità è possibile, è quotidiana, che la possiamo vivere e far risplendere attorno a noi camminando nel solco della fede. Non si nasce santi, ma lo si diventa rispondendo alla grazia di Dio, ascoltando le persone che Lui ci mette accanto e parlando, soprattutto a Dio, con la preghiera. Una donna di grande fede che seppe riconoscere la presenza di Gesù nell’Eucaristia e nel volto dei poveri, delle educande, delle consorelle, esortando a voler bene a tutti non solo con le parole, ma con l’esempio e con le opere. Nella comunità animata da suor Maria Domenica il clima di accoglienza e di schietta umanità di rapporti si armonizzava con una fede semplice e profonda nella presenza di Dio e tutto questo conferiva un tono inconfondibile all’ambiente. Don Bosco in una sua lettera scritta da Mornese allude con incisività di espressioni a questa atmosfera spirituale: “Qui si gode molto fresco, sebbene vi sia molto caldo di amor di Dio”.‚Ä®‚Ä®
16 maggio: san Luigi Orione, fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza
‚Ä®Un ragazzo cresciuto all’oratorio di Valdocco. Don Bosco notò le sue qualità, annoverandolo tra i suoi prediletti e assicurandogli: “noi saremo sempre amici”. A Torino il giovane Luigi conobbe anche le opere di carità di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, vicine all’Oratorio salesiano. Incarnò il carisma della carità per i poveri, vedendo in essi il volto di Gesù e servendolo nella più santa letizia. Sempre in movimento conduceva una vita penitente e poverissima e, sebbene cagionevole di salute, organizzò missioni popolari, presepi viventi, processioni e pellegrinaggi, con l’intento che la fede deve permeare tutte le fasi della vita. Era convinto che il bene più grande fosse vivere alla presenza di Dio e credere nella sua Divina Provvidenza. Questo era il ritornello di Don Orione: “Più fede, più fede, fratelli, ci vuole più fede!... La nostra Fede, fatta potente contro ogni battaglia, divenuta il più grande e divino conforto della vita umana, essa è la più alta ispiratrice di ogni valore, di ogni santo eroismo, di ogni arte bella che non muore, di ogni vera grandezza morale, religiosa e civile”.‚Ä®‚Ä®
18 maggio: san Leonardo Murialdo, fondatore della Congregazione di San Giuseppe‚Ä®
Un altro santo torinese, cresciuto nel solco della tradizione della santità dell’ottocento; offre il suo messaggio di fede e di gioia. Durante l’adolescenza visse una profonda crisi esistenziale e spirituale che lo portò ad anticipare il ritorno in famiglia e a concludere gli studi a Torino. Il “ritorno alla luce” avvenne con la grazia di una confessione generale, nella quale riscoprì l’immensa misericordia di Dio; maturò, allora, a 17 anni, la decisione di farsi sacerdote, come riposta d’amore a Dio che lo aveva afferrato con il suo amore. Proprio in quel periodo, come catechista dell’Oratorio dell’Angelo Custode, fu conosciuto ed apprezzato da Don Bosco, il quale lo convinse ad accettare la direzione del nuovo Oratorio di San Luigi a Porta Nuova. Lì venne in contatto anche con i problemi dei ceti più poveri, ne visitò le case, maturando una profonda sensibilità sociale, educativa ed apostolica che lo portò poi a dedicarsi autonomamente a molteplici iniziative in favore della gioventù. Catechesi, scuola, attività ricreative furono i fondamenti del suo metodo educativo in Oratorio.‚Ä®‚Ä®
29 maggio: don Jozef Kowalski, martire
‚Ä®Nato a Siedliska, in Polonia, nel 1911, entrò tra i salesiani nel 1927 e divenne prete nel 1938. Apprezzato conferenziere, secondo il carisma di don Bosco, fu educatore, anche attraverso la musica, dando vita a un coro giovanile. Il suo apostolato presso la parrocchia di san Stanislao Kostka a Dƒôbniki (Cracovia) fu interrotto il 23 maggio del 1941 quando i nazisti lo prelevarono con 11 confratelli. Divenne la matricola 17.350 di Auschwitz. Nel 1942, per il suo rifiuto di calpestare un rosario, fu sottoposto a lavori massacranti. Fu poi torturato e annegato nella fogna del campo di sterminio dalle guardie naziste. Tra i suoi appunti troviamo scritto: “Gesù, voglio essere fedele veramente e fedelmente servirti [….]. Mi dedico totalmente a Te […]. Fa’ che io non mi allontani mai da Te e che fino alla morte sia fedele a Te e mantenga il mio giuramento: piuttosto morire che offenderti con un minimo peccato [….]. Io devo essere un salesiano santo, come fu santo il mio Padre Don Bosco”.‚Ä®‚Ä®Il mese di maggio culmina con la Festa di Maria Ausiliatrice, che nella tradizione salesiana ha grande importanza. Alla preparazione di questa festa ANS dedicherà un’attenzione particolare.
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