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Idee storte sullo Studio

Metodo per capire se il proprio metodo di studio funziona o ha dei problemi. Domande da porsi e consigli da applicare.Ti sei ritrovato con qualcuna di queste “cattive abitudini”?Se così fosse è il momento di diventare più strategici! Come? Semplice! Basta avere delle strategie d'assalto per attaccare il fortino dello studio.


Idee storte sullo Studio

da Quaderni Cannibali

del 15 novembre 2007

È facile avere idee. Ma averle sbagliate è ancor più facile. Anche a proposito dello studio. Le principali? Eccole qua!

 

1. Pensare che quanto si studia non serva e non interessi.

2. Pensare che l’importante è perdere meno tempo possibile con lo studio.

3. Dare poca importanza al proprio benessere psicofisico.

4. Non pianificare i propri tempi di studio pensando al tanto tempo a disposizione.

5. Ritenere superflue le strategie di studio e di memoria.

6. Studiare in presenza di fonti di distrazione.

7. Pensare che tutto il materiale di studio abbia la stessa importanza.

8. Continuare a studiare anche se la mente ormai è da un’altra parte.

9. Fare una sgobbata, piuttosto che distribuire il lavoro nel tempo.

10. Ripetersi ossessivamente la materia, anche dopo aver verificato che essa è sostanzialmente conosciuta.

11. Assumere un atteggiamento passivo e abitudinario verso i compiti di apprendimento.

 

Ti sei ritrovato con qualcuna di queste “cattive

abitudini”?

 

Se così fosse è il momento di diventare più strategici! Come? Semplice!

Basta avere delle strategie d’assalto per attaccare il fortino dello studio.

 

 

Piano d’attacco

 

Ecco i sei punti di un buon piano per attaccare e sconfiggere il nemico nascosto nel fortino dello studio. Sono questi gli elementi che indicano una buona organizzazione nello studio. Eh sì, perché lo studio va anzitutto organizzato. Proprio come si fa con una bella festa in cui si pensa che musica ascoltare, cosa mangiare, chi invitare e soprattutto il luogo e il tempo in cui si deve svolgere la festa. Per cui occorre:

 

1. Avere una “Pratica distribuita”: ossia studiare in modo diluito nel tempo. È proibito ingolfarsi in un pomeriggio, pensando che tanto si riuscirà a fare tutto. In questo modo si vede lo studio solo come un problema e non come una risorsa che fa crescere. Gli allenamenti si fanno in modo costante. E lo studio è uno sport. Sport della mente!

 

2. Definire un piano giornaliero, settimanale e/o

mensile di studio. È il famoso timetable. Come si fa? Semplice! Si prende un pezzo di carta e si tracciano sette colonne, ognuna per ogni giorno della settimana. Poi si suddivide ogni colonna per cinque o sei o anche sette ore. Si scrive esattamente l’orario a disposizione per ogni giorno. Si riempie, infine, la tabella con le attività che ci impegnano. Il tempo che rimane libero è quello destinato allo studio. Bisogna forse tagliare qualche attività? Probabile. Ma questo fa parte della vita. Non si può avere tutto e fare tutto. Lo studio richiede dei sacrifici. Non dimenticarlo. Per questo il piano d’orario deve essere:

 

3. Realistico e affrontabile. Deve contenere esattamente le ore a disposizione e i tempi di riposo, di svago, di uscita e ovviamente, anche quelli di studio… per questo non dimenticare che deve essere

 

4. Comprensivo di attività che consentano di mantenere un buon contatto sociale. Inoltre deve essere

 

5. Aggiornato periodicamente per correggere il tiro e soprattutto non devi mai dimenticare che deve contenere le

 

6. opportune pause: queste sono importantissime. Non si può studiare tre ore di seguito. Gli esperti consigliano di avere periodi di studio calibrati intorno ai 45 minuti a cui segue una pausa di circa 10 minuti, in cui si va al bagno, si beve un po’ acqua o si fa un po’ di ginnastica, perché la testa ha bisogno del corpo.

 

 

I pericoli

 

Nella nostra impresa di conquista del mondo del sapere, non tutti ci sono amici ed alleati. Anzi, i nemici abbondano. L’importante è che noi non siamo nemici di noi stessi, perché altrimenti ogni tentativo di assalto al fortino della conoscenza riuscirebbe vano. Ma iniziamo con una buona notizia: gli avversari non si annidano ovunque e neppure sono poi così pericolosi. Basta saperli riconoscere e adottare le strategie giuste per sconfiggerli in un battibaleno.

 

 

Ambiente

 

Troppo volte studiamo in condizioni ambientali inadeguate: aule affollate, scarsa luminosità, freddo o caldo eccessivo. Detto questo resta ancora da dire che lo studio è una cosa seria e che ha bisogno di un atteggiamento serio anche del corpo. Posso studiare sdraiato sul letto? No! E a cavalcioni sul tappato? Neppure! Ma io ho sempre studiato così! Forse studiando in questo modo sarai riuscito a passare delle interrogazioni e qualche compito. Lo studio però è un impegno che richiede professionalità. Dunque: tavolo e sedia. Poste in un ambiente aerato e luminoso. L’ambiente di studio deve essere accogliente, ma soprattutto deve essere preferibilmente sempre lo stesso. Deve darci un senso di sicurezza e di abitudine, perché lo studio è un’abitudine che dà sicurezza.

 

 

Salute

 

Un aspetto dimenticato. Eppure fondamentale, come la passione di cui si dirà nel capitoletto “Faccio i compiti di domani?”. Per studiare bisogna essere riposati e rilassati. Non è possibile mettersi al tavolino dopo una sfrontata sudata o dopo il pranzo di Natale. Meglio riposarsi e fare una doccia e poi iniziare ad affrontare le sudate carte, come avrebbe detto il Leopardi.

A proposito di riposo, quanto riposo? Il riposo del giusto, ossia chi studia deve riposare 7-8 ore a notte… e la notte non comincia alle due del mattino…

 

 

Rumori

 

Lo studio richiede silenzio. È vero che Marco studia sempre con la radio accesa e non riesce ad aprire un libro se non ha la sua musica, ma se questo può essere accettato per alcuni impegni, quando si richiede la concentrazione massima, allora s’impone il silenzio totale. Nessun elemento del nostro sistema nervoso deve essere disturbato; tutto deve convergere verso l’obiettivo supremo!

 

 

Affari di cuore

 

Inutile nasconderselo. Quando si è innamorati o si è in rotta con qualcuno, anche lo studio diventa difficile. Ma è proprio lo studio che può invece aiutarci a vivere con meno sofferenza questi istanti. Se siamo travolti da una tempesta affettiva, non lasciamo la testa sola. Diamole una compagnia. Quale? Quella della penna! Scriviamo, scriviamo e scriviamo! Un esercizio d’inglese, uno di matematica, una poesia, il diario, un componimento. L’importante è che l’argomento non parli di noi… anche ripetere gli esercizi di pronuncia di una lingua o leggere a voce alta un testo in lingua straniera può essere di aiuto.

 

 

Insegnanti

 

Anche loro possono essere delle difficoltà. Si è mai riusciti a studiare la materia di un insegnante antipatico? Si può fare qualcosa per superare questo ostacolo?

Studiare con un compagno che comprende bene la materia e farsi spiegare da lui i passaggi pi√π difficili.

capire che anche l’insegnate può aver avuto a suo tempo, dei prof antipatici e che forse non è colpa sua se a noi un procione è più simpatico. Quindi… avvicinarlo e fargli delle domande su quanto spiegato in classe, anche perché finora non risulta che abbia mai mangiato nessuno.

Giuseppe Pelizza

http://www.dimensioni.org

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