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Il 15 ottobre festeggiamo Santa Teresa d'Avila

Entrata ad Ávila in Spagna nell'Ordine Carmelitano e divenuta madre e maestra di una assai stretta osservanza, dispose nel suo cuore un percorso di perfezionamento spirituale sotto l'aspetto di una ascesa per gradi dell'anima a Dio


Il 15 ottobre festeggiamo Santa Teresa d'Avila

da Teologo Borèl

del 14 ottobre 2011 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) {return;} js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

 Il Castello Interiore di S. Teresa 

L'orazione    (Prologo, capitoli 1, 2)Prime Mansioni    (Capitolo unico)Seconde Mansioni     (Capitoli 1, 2) Terze Mansioni     (Capitoli 1, 2, 3)Quarte Mansioni     (Capitoli 1, 2, 3)Quinte Mansioni     (Capitoli 1, 2, 3, 4)Seste Mansioni     (Capitoli 1, 2, 3, 4, 5, 6)Settime Mansioni     (Capitoli 1, 2, 3, 4 ed Epilogo)  Breve profilo biografico di S. Teresa d'Avila          S. Teresa di Gesù , la santa di Avila , la Riformatrice del Carmelo, la Madre dei Carmelitani Scalzi, nacque ad Avila (Spagna) il 28 marzo 1515 da nobile e religiosa famiglia. A 21 anni divenne Carmelitana del Monastero dell'Incarnazione di Avila. Attraverso gravi e frequenti malattie, numerose prove spirituali e la generosa risposta alle sollecitazioni dell'Amore divino, giunse a quel grado di perfezione in cui l'anima è pronta a un particolare servizio.          E poichè intanto la Riforma Protestante feriva il cuore della Chiesa, proprio nel cuore della Chiesa ella voleva operare, in una azione veramente carmelitana di abnegazione e di amore, qualcosa che si opponesse a quella riforma. Concepì così, e condusse a termine attraverso infinite peripezie e contrasti e sofferenze, quella Riforma del proprio Ordine che da lei prese il nome e diede origine ai Carmelitani Scalzi. Il 24 agosto 1562 fondava in Avila il suo primo monastero, dedicato a S. Giuseppe, ove le monache cominciarono a vivere, in spirito di amore e di abnegazione, una vita il più possibile vicina a quella degli antichi monaci del Monte Carmelo e secondo quelle norme chein seguito Tersa di Gesù doveva codificare nelle sue sagge Costituzioni.           Le fondazioni dei monasteri di Carmelitane Scalze si susseguirono numerose fino al 1582; nel 1568 la Riforma Teresiana si estendeva ai Padri, dopo l'incontro della Santa con S. Giovanni della Croce, e si fondava a Durvelo il primo convento di Carmelitani Scalzi.           L'intensità della vita spirituale, la grande opera realizzata, la gravità delle malattie e delle sofferenze d'ogni genere, non impedirono a S. Teresa di scrivere quelle stupende opere in cui ci consegna la sua esperienza mistica e la sua dottrina. Attraverso l'Autobiografia, le Relazioni, il Cammino di Perfezione, il Castello Interiore, le Fondazioni, gli Avvisi, i Pensieri, le Esclamazioni, le Poesie, le Lettere, S. Teresa di Gesù svolge ancora, nel Carmelo e nel mondo, l'ardente attività della sua anima apostolica ed è sempre, a tutti, Maestra e Madre di vita spirituale. Morì nel fulgore di un'estasi, ad Alba de Tormes, il 4 ottobre 1582. - Donna di una ricchezza femminile eccezionale -- Mistica dalle esperienze spirituali uniche - i suoi Scritti l'hanno resa Dottore della Chiesa -- Fondatrice delle Monache e Frati Carmelitani Scalzi (riforma Teresiana) -           Avila (Spagna) 1534. Una giovane donna di 19 anni bussa alle porte del monastero delle carmelitane. Veste in modo elegante e raffinato. E’ bella. Tutte le riesce bene. Non le manca nulla apparentemente. L’aspetta un brillante avvenire ed è guardata da tutti con ammirazione. E perché dunque vuol entrare al Carmelo?           Perché ha sete, una sete profonda, che nessuna acqua al mondo è capace di soddisfare. Si è convinta che solo Gesù può donarle quest’acqua viva, che disseta. Era già capitato alla Samaritana e sembra ora un luogo comune: ma, davvero, d’allora in poi è capitato, e capita ancora, a milioni di persone.E’ un amore che è nato, e cresce dentro di lei, irresistibile, praticando ciò che lei chiama orazione.E altro non è che 'una conversazione intima d’amicizia frequentemente promossa e sostenuta nel silenzio e nella solitudine con Colui da cui sa di essere amata'. Questo Gesù, sempre più esigente e geloso, che le fa capire di non più tollerare che il cuore di Teresa resti ancora troppo coinvolto con certe amicizie umane, che per quanto siano irreprensibili, occupano troppo il suo amore, impedendole di mettersi completamente a disposizione di Colui che non ha esitato a dare la sua vita per lei. E’ necessario che la brillante Donna Teresa de Ahumada y Cepeda, come la chiamano ancora nel monastero, diventi la bruciante tutta innamorata Teresa di Gesù. Ed è proprio ciò che capita un giorno di primavera del 1554, mentre prega davanti a Cristo tutto coperto di piaghe. D’allora si sente addosso lo sguardo di Lui accorato e quasi implorante d’amore.Da quel momento, la sua vita più non le appartiene, non è più sua, ma Gesù in lei. Un Gesù che le si fa sempre più presente e così pressante da sognarlo anche di notte. Rivelerà al suo confessore un giorno che sembrava impossibile che si potesse amare più di così: 'Non smetteva mai di parlare a Lui o di parlare di Lui!'. Non ricordava di essersi dimenticata di Lui per più di tre minuti, anche in mezzo agli affari e alle preoccupazioni delle sue fondazioni. Un tale amore la porta progressivamente a non ricercare altro che l’onore e l’interesse di Lui.

'Il mondo è in fiamme'Eresie, scismi e guerre affliggono la Chiesa in Europa. Fame, pestilenze, ignoranza... 'quante anime che si perdono'.

Che fare per arrestare questo disastro? 'Avrei dato mille volte la vita pur di salvare anche una sola di queste anime... Ma, essendo donna e imperfetta, mi vedevo impossibilitata a realizzare ciò che avrei voluto per la gloria di Dio. Il mio grande desiderio era, ed è tuttora, che, dato che Egli ha tanti nemici e così pochi amici, questi almeno gli fossero devoti. Mi decisi dunque di fare quel poco che dipendeva da me: seguire i consigli evangelici con tutta la perfezione possibile e indurre a questo impegno le religiose di questo monastero'.

          Questo monastero è quello di San Giuseppe ad Avila, fondato un po’ fuori le mura il 24 agosto 1562. Sarà sarà seguito da una quindicina di altri, impostati sullo stesso modulo. Un modulo di vita rigorosamente evangelica, praticando strettamente la povertà, la semplicità, il distacco, nella solitudine e nella preghiera, in condizione fraterna. La Carmelitana non si ripara dietro le grate per godervi egoisticamente la presenza del suo Gesù.

E’ impossibile. Lui stesso non lo permetterebbe.

La Carmelitana intende lì, tra quattro mura, fare della sua vita un sacrificio di lode, d’amore, di gioia, partecipando totalmente al mistero di Cristo e della Chiesa.

          Proprio come dirà più tardi Edith Stein una  delle più commoventi figlie di Santa Teresa, morta in un campo di concentramento hitleriano: 'La sposa di Cristo sta ritta al suo fianco, come la Chiesa e come la Madre di Dio, che è la Chiesa nella sua forma perfetta. Il dono totale del suo essere e della sua vita la fanno entrare nella Vita e nella Passione di Cristo, permettendole di patire e di morire con Lui di una morte che diventa per l’umanità sorgente di vita. Così la sposa di Cristo arriva a sperimentare una maternità spirituale che abbraccia l’umanità intera, sia che prenda parte attiva alla conversione delle anime, sia che ottenga per l’immolazione sua frutti di grazia per coloro che umanamente non incontrerà mai'.

Mentre un’altra sua gloriosa figlia, S.Teresa di Lisieux entusiasticamente e appassionatamente si identificherà con la missione: '...nel cuore della Chiesa, mia Madre, sarò l’Amore'. E getterà la sua vita, come si gettano i petali di una rosa, giorno per giorno..., per amore.

Per la realizzazione di un’opera così prodigiosa, Teresa trova un aiuto inappagabile in un altro gigante di santità, San Giovanni della Croce, capofila del ramo maschile della riforma teresiana.

Come quest’ultimo, la Santa del Carmelo ci ha lasciato il suo pensiero e la sua grande riconosciuta esperienza mistica in libri che sono considerati veri gioielli della letteratura spagnola e cristiana. L’orazione è l’argomento dominante, indispensabile per una seria, progressiva, esaltante esperienza di Dio. Parte da una considerazione molto elementare: ciascuno di noi, fin dal battesimo, porta in sé, nel profondo del proprio cuore, il Creatore del mondo.Che ci pensiamo o no, che noi ci rifiutiamo o che l’amiamo, è Lui che ci dona la Vita e la Luce, è Lui che ci fa il dono di respirare e di cantare. Fare orazione è esporre la propria anima ai raggi di questo Sole per lasciarci da Lui riscaldare e illuminare.Praticare tali autorevoli insegnamenti porta ad una trasformazione della propria vita.Teresa di Gesù muore a 67 anni, consumata dalle fatiche per la fondazione dei suoi 17 monasteri.Prima di spirare esclama: 'Signore mio e Sposo mio, è arrivata finalmente l’ora in cui potrò saziarmi di Te, che ho tanto desiderato!'.  

 

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