Come possiamo rinnovare la cultura, la società e la politica, fondandola su principi cristiani? A scuola dal grande statista De Gasperi.
Nel contesto politico-sociale attuale capita spesso di chiedersi se ci siano ancora dei giovani che credano nel grande ruolo della politica, giovani capaci di mettersi in gioco per un rinnovamento serio ed esigente di una cultura che abbia a cuore i valori e i principi che il cristianesimo ha consegnato all’umanità nel corso dei secoli.
Un secolo fa, in un contesto di grandi agitazioni politiche, sociali, economiche (che in qualche modo ricalcano quanto stiamo vivendo in questo inizio di millennio), molti giovani si fecero avanti nel prendersi delle responsabilità per una cittadinanza attiva capace di dar voce agli ideali di giustizia e di pace, democrazia e bene comune, solidarietà e sussidiarietà avendo a cuore il diritto di ogni persona umana, soprattutto la più povera e indifesa.
Tra questi giovani, in modo particolare, troviamo la figura di Alcide De Gasperi, considerato tra i più grandi statisti del secolo scorso. Fin da giovane, Alcide si distinse in ambito sociale e politico italiano affrontando a viso aperto i falsi ideali del fascismo, portando avanti una visione cristiana della politica.
Fu a capo del governo italiano in uno dei momenti più cruciali della storia, riuscendo a far mediare pensieri e visioni diverse tra loro, per il bene comune di tutti. Si può veramente dire che nel momento più difficile della sua storia, dopo il disastro della seconda guerra mondiale, l’Italia ebbe la fortuna di avere al suo servizio un grande statista, che, facendo leva sulla dignità e sulla forza morale, quando non era rimasto ormai alcun un punto d’appoggio, in otto anni di governo risollevò il Paese, rifondò la sua vita economica e avviò il processo di unità europea.
Mediatore e pronto al compromesso nella soluzione dei problemi concreti, come deve essere un grande politico, era fermissimo sui principi e mai agì per calcoli di convenienza personale, poiché concepiva la politica come alto servizio verso lo Stato.
Riuscì in questa grande impresa grazie al suo stile di vita improntato sul cristianesimo che ispirava tutte le sue azioni.
La fede cristiana, infatti, ispirò profondamente tutta la sua azione politica. Egli partecipò alla vita pubblica da cristiano, guardando alla cultura politica del cattolicesimo per trovare le categorie con cui interpretare la realtà. Lo mostra l’esame delle principali co-occorrenze che nel lungo periodo caratterizzano l’uso del termine “cristiano”: “spirito cristiano”, “senso cristiano”, “Stato cristiano”, “popolo cristiano”, “pensiero cristiano” sono i termini che definiscono lo sforzo degasperiano di definire un approccio cristiano alla politica, capace di condensare le idealità del messaggio religioso senza però dare vita a una prospettiva politica piattamente confessionale. Del resto i primi passi De Gasperi li aveva mossi come giovane agitatore politico, convinto che i cattolici avessero il compito di rinnovare la cultura movendo alla conquista della vita moderna e aiutando in tal modo la Chiesa a dare soluzione alla questione sociale che affliggeva la classe operaia e la popolazione contadina.
Quale fosse il valore (e il ruolo politico) del cattolicesimo lo esplicitò in occasione del primo Congresso cattolico Trentino nel settembre 1902 : «O chiamate voi forse religione cattolica quelle quattro usanze rimaste per forza d’inerzia, come far battezzare i bambini, assistere a qualche funzione di parata e far posare la croce sul feretro, mentre la vita privata e pubblica è informata a principii pagani o a vieti compromessi, mentre i libri, la stampa quotidiana, l’arte, il teatro, le istituzioni sono inspirati ad ideali che sono fuori o contro il cristianesimo? No, o signori, il cattolicismo è qualche cosa di più integrale, non estraneo a niente di bene, avverso a qualunque male, una regola fissa che deve seguire l’uomo dalla culla alla bara, l’anima e il midollo di tutte le cose».
Alcide De Gasperi (dichiarato Servo di Dio dalla Chiesa Cattolica) vedeva il cattolicesimo non come un modo di vivere estraneo alla realtà, relegato alla sfera intima e individuale della persona, ma come portatore dei valori che sostengono la colonna portante della società, la politica, chiamata a porre in atto le decisioni che coinvolgono le persone nel bene comune.
SITOGRAFIA
alcidedigitale.fbk.eu
www.santiebeati.it
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