Il grido della terra

L’intenzione di preghiera di Francesco per settembre è per il grido della Terra, che “ha la febbre. E si sente male, come qualsiasi malato”

 

Francesco: “Coloro che soffrono maggiormente le conseguenze di questi disastri sono i poveri”

  • Nel Video del Papa di settembre, Francesco invita a pregare per la cura del pianeta e ad ascoltare “il dolore dei milioni di vittime dei disastri ambientali”
  • Nel suo videomessaggio, il Papa sottolinea che “coloro che soffrono maggiormente le conseguenze di questi disastri sono i poveri”’ e che “dobbiamo impegnarci nella lotta contro la povertà e nella protezione della natura”.
  • “La Terra ha la febbre. E si sente male”, dice Francesco, e chiede “risposte non solo ecologiche, ma anche sociali, economiche e politiche”.

(Città del Vaticano, 30 agosto 2024) – L’intenzione di preghiera di Francesco per settembre è per il grido della Terra, che “ha la febbre. E si sente male, come qualsiasi malato”. È un forte appello ad “affrontare le crisi ambientali causate dall’uomo” e si inserisce nel periodo del Tempo del Creato, momento dell’anno in cui la Chiesa si mobilita tradizionalmente per riflettere sulla cura della casa comune.

Nel suo videomessaggio, che la Rete Mondiale di Preghiera del Papa ha realizzato questo mese con il sostegno del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano IntegraleFrancesco si chiede se “ascoltiamo” il dolore della Terra, “il dolore dei milioni di vittime dei disastri ambientali”, e chiede all’umanità “risposte non solo ecologiche, ma anche sociali, economiche e politiche“.

L’uomo e la creazione

Uragani, incendi, maremoti, siccità. ghiacciai che si sciolgono: il grido della Terra, raccontato dal Video del Papa di settembre, si fa sentire sempre di più. Le immagini che accompagnano le parole di Francesco mostrano gli effetti della crisi climatica sugli uomini: persone in fuga dalle catastrofi ambientali, migranti in aumento a causa degli effetti del clima, bambini costretti a percorrere decine di chilometri alla ricerca di un po’ d’acqua. “Coloro che soffrono maggiormente le conseguenze di questi disastri – denuncia Francesco – sono i poveri, coloro che sono costretti a lasciare la propria casa a causa di inondazioni, ondate di calore o siccità”.

Le preoccupazioni del Papa sono confermate da studi autorevoli: secondo il Forum Economico Mondiale, i Paesi a basso reddito producono un decimo delle emissioni, ma sono i più colpiti dal cambiamento climatico. Si stima che, entro il 2050, il cambiamento climatico incontrollato costringerà oltre 200 milioni di persone a migrare all’interno dei propri Paesi e spingerà 130 milioni di persone nella povertà.

“Lotta contro la povertà” e “protezione della natura”, per Francesco, sono due cammini paralleli, che vanno percorsi allo stesso modo: “cambiando le nostre abitudini personali e quelle della nostra comunità”. L’uomo, vittima della crisi ambientale, può essere dunque anche l’artefice del cambiamento, e le immagini del Video del Papa lo mostrano: dalla gestione dei rifiuti alla mobilità, passando per l’agricoltura e la stessa politica, c’è molto da fare e dipende tutto da noi. Perché il destino dell’uomo e quello della creazione – come ha ribadito Francesco nel suo Pontificato, prima con l’enciclica Laudato si’ (2015) e poi con l’esortazione apostolica Laudate Deum (2023) – non possono essere separati.

Sperare e agire con il Creato

Queste riflessioni sono in linea anche con il messaggio del Papa per la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato 2024, il cui tema quest’anno è una riflessione teologica ispirata alla Lettera di San Paolo ai Romani: “Spera e agisci con il creato”. “La salvaguardia del creato è dunque una questione, oltre che etica, eminentemente teologica: riguarda, infatti, l’intreccio tra il mistero dell’uomo e quello di Dio”, dice il Papa nel suo messaggio, e aggiunge: “in gioco non c’è solo la vita terrena dell’uomo in questa storia, c’è soprattutto il suo destino nell’eternità”.

Il Tempo del Creato – un’iniziativa del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale che promuove la celebrazione della vita e la protezione della creazione di Dio – inizierà il prossimo 1° settembre e si concluderà il 4 ottobre, giorno della festa di San Francesco d’Assisi, patrono dell’ecologia.

Proprio il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale ha collaborato alla realizzazione del Video del Papa di questo mese. Il suo Prefetto, cardinale Michael Czerny, dichiara: “La creazione geme. La sua sofferenza è causata dall’uomo, in origine custode e divenuto dominatore, che ‘con arroganza mette la Terra in una condizione dis-graziata, cioè priva della grazia di Dio’. Tuttavia, nel messaggio per la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, il Santo Padre ci invita, come cristiani, a sperare e agire con il Creato, che potremmo tradurre come vivere nella Fede. Si tratta di ascoltare lo Spirito Santo, che è amore, non soltanto verso il prossimo, ma anche verso il Creato, che è opera di Dio e per questo interconnesso con l’uomo. Solo liberando la Terra dalla condizione di schiavitù in cui l’abbiamo sottoposta, torneremo anche noi liberi, anticipando la gioia della salvezza in Cristo”.

Le sfide della politica

Padre Frédéric Fornos S.J., Direttore Internazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa, commenta: “La Terra grida. Con il grido della Terra, ascoltiamo anche il grido delle vittime delle calamità ambientali e del cambiamento climatico, il cui impatto colpisce in modo più acuto e diretto i Paesi con meno risorse. Non voltiamo la testa, non restiamo indifferenti. Mettiamo nomi e volti sulle calamità e sui drammi vissuti in molti Paesi, ricordando questi ultimi due anni: gli immensi incendi boschivi in Canada, che hanno devastato milioni di ettari e costretto migliaia di persone ad evacuare le proprie case; gli incendi devastanti in Australia, che hanno ucciso milioni di animali e distrutto habitat naturali; le inondazioni catastrofiche in Pakistan, che hanno sommerso un terzo del Paese, causando centinaia di morti e milioni di sfollati; le alluvioni improvvise in Germania e in Belgio, che hanno portato via vite e distrutto infrastrutture; la grave siccità in Amazzonia, che minaccia l’unicità della biodiversità di questa regione; le ondate di calore estreme in India, che hanno causato centinaia di decessi e condizioni di vita insostenibili per milioni di persone; gli uragani devastanti negli Stati Uniti e nei Caraibi, che hanno provocato distruzioni massicce e perdite umane. La Terra grida.

La pandemia, come un treno ad alta velocità costretto a fermarsi un momento in piena campagna, avrebbe potuto essere un tempo per ascoltare, per verificare se sappiamo dove stiamo andando, per riorientare la nostra società, la nostra vita, prima che sia troppo tardi, proteggendo la nostra casa comune… ma tanti interessi ci accecano. Papa Francesco ci invita a pregare, perché solo la preghiera può risvegliare i nostri cuori anestetizzati.”

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