Il muro

Vi era un muro alto, massiccio, grigio e minaccioso. Mai, proprio mai, nessuno aveva osato scavalcarlo. Nel muro non c'erano passaggi, porte o cose simili. Neanche un buchetto piccolo piccolo. Quelli che erano nati da questa parte del muro non avevano mai visto quelli che erano nati dall'altra parte e viceversa. Gigi abitava da questa parte del muro.

del 20 luglio 2012 

 

C'era una volta, ma forse c’è ancora, un paese diviso in due da un muro. Era un muro alto, massiccio, grigio e minaccioso. Mai, proprio mai, nessuno aveva osato scavalcarlo. Nel muro non c’erano passaggi, porte o cose simili. Neanche un buchetto piccolo piccolo. Quelli che erano nati da questa parte del muro non avevano mai visto quelli che erano nati dall’altra parte e viceversa.

Gigi abitava da questa parte del muro. Era un bambino gentile, con gli occhi castani e i capelli biondi. Ma era stufo di giocare sempre da solo nel cortiletto della sua casa, che era stata costruita proprio contro il famoso e tetro muro.

«Perché non posso andare a giocare dall’altra parte del muro?», chiese Gigi, un giorno, alla mamma.

«Perché di là ci abita della gente molto cattiva» rispose la mamma. «E se non mi credi chiedilo a tuo padre». Gigi andò a trovare il padre nel suo laboratorio.

«Perché non posso andare a giocare dall’altra parte del muro?».

«Perché di là ci abita della gente molto cattiva», rispose il padre.

Gigi ritornò a giocare da questa parte del muro. Ma ormai la tentazione di dare almeno una sbirciatina al di là del muro era troppo forte. Vide che il cemento del cortile era scheggiato proprio contro il muro e, quasi con indifferenza, infilò la sua paletta sotto un grosso frammento. Il pezzo di cemento si alzò con estrema facilità. Gigi cominciò a scavare con decisione.

Dall’altra parte del muro, c’era un altro cortile, una casetta, un bambino di otto anni con i capelli biondi e gli occhi castani. Il Gigi dell’altra parte del muro portò il Gigi di questa parte del muro a visitare il suo nascondiglio segreto.

«Io ho un fratello, una sorella e un cane», gli disse Gigi.

«Proprio come me», gli rispose Gigi.

Gigi passeggiò con Gigi in lungo e in largo per la città dall’altra parte del muro.

«Ti comprerei un gelato, ma i miei si sono dimenticati come al solito di darmi la paga della settimana», gli disse Gigi. «Anche i miei», disse Gigi.

« Io non me la cavo troppo bene in aritmetica ed ho un po’ paura del buio», disse Gigi.

«Proprio come me», gli rispose Gigi.

I due ragazzi si presero a braccetto e ritornarono presso il muro.

«Bisogna sempre stare attenti, perché ci sono delle persone spaventosamente cattive», disse il Gigi dell’altra parte del muro.

«Dove sono tutte quelle persone spaventosamente cattive?», chiese il Gigi di questa parte del muro.«Stanno dall’altra parte del muro», gli rispose Gigi.

Finalmente Gigi si infilò di nuovo nel buco e ritornò a casa sua da questa parte del muro.

Entrò in casa facendo finta di niente, ma la sua fuga era stata notata. Papà e mamma erano là che lo aspettavano con le mani sui fianchi e il cipiglio delle grandi sgridate.

«Gigi!», gridarono, «Tu sei stato dall’altra parte del muro!»

«Sì», rispose Gigi.

«Dalla parte dei cattivi!».

«Sì», rispose Gigi.

«E allora», gridarono,«come sono?».

«Proprio come noi»,rispose Gigi.

 

L’empatia è la rara virtù che ci aiuta ad abbattere il muro. Per scoprire che ogni “altro” è proprio come noi.


 

Di Bruno Ferrero

Tratto da Quaderni Cannibali

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