Si sente dire in giro che questo sarà un Natale triste, perché c'è la crisi, perché ci sono troppe tasse da pagare, come se il Natale fosse allegro solo a condizione di poter spendere un po' di soldi. Ma è davvero così? Riscoprirne il senso attraverso le storie di ogni tempo. Da Collodi a Calvino, i racconti natalizi.
Finalmente un Natale senza soldi! Finalmente perché, anche se può sembrare banale e retorico e senza voler sdrammatizzare la gravità della crisi, questo Natale ci costringerà, ob torto collo, a concentrarci su cose che non siano i regali, i cenoni e tutte le altre classiche consuetudini festive. Ma anche a riscoprire certi aspetti della festa di cui ormai si sente parlare solo nei racconti dei nonni o nelle storie di Collodi.
La Festa di Natale di Collodi
I tre figli della contessa Maria, racconta lo scrittore fiorentino nella Festa di Natale, arrivato il Natale, avevano facoltà di rompere il salvadanaio personale e destinare il gruzzolo risparmiato a soddisfare un proprio desiderio. Arrivato il gran giorno, il più grande acquistò un’elegante gualdrappa e una briglia nuove per il suo adorato cavallo di legno. La più piccola investì i suoi risparmi in scarpe da ballo per la sua bambola. Il mezzano, Alberto, che pur sognava di comprare vesti nuove per il suo amico burattino, donò invece la somma ad una donna perché acquistasse abiti caldi ad un piccolo orfano, salvato dalla strada, meritando così il regalo più bello ed ambito: il bacio della mamma.
I Figli di Babbo Natale di Calvino
E non serve andare indietro nel tempo fino al 1800, anche la letteratura più recente offre spunti di riflessione ed inviti a riscoprire il vero senso del Natale.
Nel novembre del 1963 Calvino scrisse Le stagioni in città, una raccolta di novelle il cui protagonista è Marcovaldo, un manovale con problemi economici. Nella storia intitolata I figli di Babbo Natale Michelino, suo primogenito, è intenzionato a fare un regalo ad un bimbo povero e sceglie, per questo, il figlio di un noto industriale, viziato e ricchissimo quanto solo e triste. In lui Michelino, figlio di un uomo non abbiente, vede un vero bambino povero e gli dona un martello, un tirasassi e una scatola di fiammiferi.
Un Lieto Natale di Alcott
Tra le pagine più suggestive della letteratura natalizia, non si può tralasciare il romanzo di Louisa May Alcott, Piccole donne. L’autrice nel capitolo intitolato Un lieto Natale descrive la mattina di Natale delle sorelle March e della loro madre che, rinunciando ai regali e all’attesa colazione, decidono di andare a dare conforto ad una famiglia molto povera.
"Buon Natale a voi, figlie mie! … prima di sederci, devo dirvi una cosa. Poco lontano da qui, una donna ha appena avuto un bimbo. Ne ha già altri sei, che stanno rannicchiati in un unico letto per non gelare. Infatti, non hanno né legna per il fuoco, né qualcosa da mangiare... Bambine mie, vorreste donare loro la vostra colazione come regalo di Natale?" L'indecisione durò per poco… “Vengo io ad aiutarti?”, chiese Beth con premura. “Io porto la crema e le focaccine”, soggiunse Amy. “Sapevo che le mie bambine avrebbero fatto questo piccolo sacrificio - disse sorridendo la signora March. - Verrete tutte con me e” … in pochi minuti tutte furono pronte per uscire”. L’agrifoglio di Noventa
Gina Marzetti Noventa scrive di un pastorello che si sveglia all'improvviso nel cuore della notte. “In cielo v'è una luce nuova: una luce mai vista a quell'ora….Ecco sopraggiungere molta gente e tutti, a passi affrettati, si dirigono verso una grotta. “Dove andate?”, chiede il pastorello. “Non lo sai? - risponde, per tutti, una giovane donna. - È nato il figlio di Dio: è sceso quaggiù per aprirci le porte del Paradiso”.
Il pastorello si unisce alla comitiva: anch'egli vuole vedere il Figlio di Dio. A un tratto, si sente turbato: tutti recano un dono, soltanto lui non ha nulla da portare a Gesù. Triste e sconvolto, ritorna alle sue pecore. Non ha nulla; nemmeno un fiore; che cosa si può donare quando si così poveri? Il ragazzo non sa che il dono più gradito a Gesù è il suo piccolo cuore buono.
Ahi! Tanti spini gli pungono i piedi nudi. Allora il pastorello si ferma, guarda in terra ed esclama meravigliato: - Oh, un arbusto ancor verde! È una pianta di agrifoglio …il pastorello andrà alla divina capanna; un ramo d'agrifoglio sarà il suo omaggio”.
Racconto di Natale di Tolstoj
Nel Racconto di Natale Leone Tolstoj narra di un ciabattino che, avendo avuto in sogno l’anticipazione di una visita del Signore per il girono seguente, si mette in sua attesa dal mattino e si prepara a riceverlo nel migliore dei modi.
Ma quel dì davanti alla sua casa passarono solo un uomo infreddolito e una donna sola con un neonato. E lui, che aveva preparato la minestra per accogliere Gesù ed accesso il fuoco, non mancò di accogliere, sfamare e scaldare i due viandanti. A fine giornata prese il Vangelo e lesse: Ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi dissetaste, fui forestiero e mi accoglieste. … Quanto avete fatto a uno dei più piccoli dei miei fratelli, l’avete fatto a me.
Sogno di Natale di Pirandello
Insomma, si sente dire in giro che questo sarà un Natale triste, perché c’è la crisi, perché ci sono troppe tasse da pagare, come se il Natale fosse allegro solo a condizione di poter spendere un po’ di soldi. Ma è davvero così? Nessuna risposta può essere migliore di quella contenuta nel Sogno di Natale di Pirandello. “Cerco un'anima, in cui rivivere” disse Gesù “Tu vedi ch'ìo son morto per questo mondo, che pure ha il coraggio di festeggiare ancora la notte della mia nascita. Non sarebbe forse troppo angusta per me l'anima tua, se non fosse ingombra di tante cose, che dovresti buttar via. Otterresti da me cento volte quel che perderai, seguendomi e abbandonando quel che falsamente stimi necessario a te e ai tuoi: questa città, i tuoi sogni, i comodi con cui invano cerchi allettare il tuo stolto soffrire per il mondo... Cerco un'anima, in cui rivivere: potrebbe esser la tua come quella d'ogn'altro di buona volontà”.
Stella F.
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