...non si entra nella vita eterna senza portare la nostra croce in unione con Cristo. Non si giunge alla felicità e alla pace senza affrontare con coraggio il combattimento interiore...
del 01 gennaio 2002
Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. Di nuovo ci incontriamo in questo luogo per lodare il Signore. Vorrei ringraziare voi - e anche quanti seguono mediante la radio e la televisione - per la vostra vicinanza, l’affetto e, soprattutto, la preghiera durante i giorni della mia degenza al Policlinico 'Gemelli'.
Sento sempre bisogno del vostro aiuto davanti al Signore, per compiere la missione che Gesù mi ha affidato.
2. Mercoledì scorso, con il rito delle Ceneri, abbiamo iniziato la Quaresima, tempo liturgico che ogni anno ci ricorda una verità fondamentale: non si entra nella vita eterna senza portare la nostra croce in unione con Cristo. Non si giunge alla felicità e alla pace senza affrontare con coraggio il combattimento interiore. E’ un combattimento che si vince con le armi della penitenza: la preghiera, il digiuno e le opere di misericordia. Tutto ciò va compiuto nel nascondimento, senza ipocrisia, in spirito di sincero amore verso Dio e i fratelli.
3. Questa sera, come ogni anno, inizierò gli Esercizi spirituali, insieme con i miei Collaboratori della Curia. Nel silenzio e nel raccoglimento pregherò il Signore per tutte le necessità della Chiesa e del mondo. Chiedo anche a voi, carissimi Fratelli e Sorelle, di accompagnarci con la vostra preghiera.
Maria Santissima, che tra le occupazioni quotidiane teneva la mente ed il cuore sempre rivolti al mistero del suo Figlio, ci guidi a compiere un fruttuoso itinerario quaresimale.
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