Il motto della visita di papa Francesco è “Il Papa di pace nell'Egitto di pace”. Non è una missione facile e nessuno, meno il Papa, nasconde il timore di possibile attentati...
del 28 aprile 2017
Il motto della visita di papa Francesco è “Il Papa di pace nell’Egitto di pace”. Non è una missione facile e nessuno, meno il Papa, nasconde il timore di possibile attentati...
Il Papa non ha pensato di rinunciare al viaggio in Egitto. Lo ha detto in un’intervista ai media vaticani il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato: “Vuole essere lì dove ci sono situazioni di violenza e di conflitto, quindi va in Egitto perché c’è bisogno ha bisogno di qualcuno che annunci la pace e cerchi di operare per la pace”. Parolin sul terrorismo e gli attentati alle chiese copte ha detto che “il governo deve fare tutto il possibile per proteggere i cittadini egiziani, a qualunque gruppo sociale o religioso appartengano. Però evidentemente quella del terrorismo è una sfida molto più ampia”.
Il motto della visita di papa Francesco è “Il Papa di pace nell’Egitto di pace”. Nel pomeriggio di venerdì 29 aprile il Papa partecipa ad una Conferenza di pace, organizzata dallo Sceicco el-Tayyeb, grande Iman e rettore dell’ università di Al-Azhar, il più prestigioso e più importante centro di riferimento teologico mondiale dell’Islam sunnita, dove non senza fatica si sta elaborando l’idea della pari dignità dei diritti delle persone in base alla cittadinanza e non in base alle appartenenze religiose. Al-Azhar sta tentando di salvare l’Islam della proprie derive e qualche mese fa, nell’ analisi delle fonti islamiche, ha indicato come cruciale la “ “Costituzione di Medina”, la quale regola i rapporti tra musulmani e non musulmani: “Essa non prevedeva alcuna discriminazione o esclusione nei confronti di una qualsiasi parte della società del tempo, ma prevedeva l’esercizio di politiche basate sulla pluralità delle religioni, delle razze, degli strati sociali, una pluralità operativa nel quadro della cittadinanza completa ed egualitaria”.
Il cardinale Parolin ha ricordato nella sua intervista che “il dialogo con l'università Al-Azhar è ripreso in maniera formale l'anno scorso, il 23 maggio 2016, quando lo sceicco è venuto a visitare il Papa e poi c'è stata una conferenza sempre patrocinata da Al-Azhar sulla cittadinanza e la libertà dove ha partecipato anche il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, dove è stata firmata una dichiarazione invitando tutti a rifiutare la violenza in nome di Dio, invitando al rispetto e alla convivenza pacifica tra cristiani e musulmani sulla base dello stato di diritto, dell'uguaglianza e del concetto di cittadinanza”. Alla conferenza parteciperà anche, invitato da Al-Azhar il Patriarca ecumenico Bartolomeo I e il patriarca caldeo di Bagdad Sako.
L’università di Al Azhar ha un ruolo fondamentale nella lotta ai movimenti islamisti. Ma il Papa va al Cairo anche per dare un segnale di forte vicinanza ai cristiani copti colpiti da numerosi attentati e ad esortare l’Egitto a trovare la pace e la tranquillità sociale sulla base di diritti e dignità, e non sull’azione repressiva del dittatore di turno, come è sempre avvenuto per l’establishement politico del Cairo. Non è una missione facile e nessuno, meno il Papa, nasconde il timore di possibile attentati.
Il programma della Conferenza, gli orari e i luoghi vengono tenuti riservati dalle autorità egiziane e vaticane fino all’ultimo momento e ai giornalisti è stato chiesto di mantenere il segreto. Bergoglio, che ha rifiutato di utilizzare l’auto blindata che gli era stata messa a disposizione dal governo egiziano. Sabato prima di tornare a Roma celebra la Messa dello stadio dell’aeronautica militare, dove si attendono circa 30 mila persone tra cui anche molti musulmani .
Alberto Bobbio
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