Il prezioso messaggio di san Francesco di Sales

A 400 anni dalla sua morte, il suo messaggio è ancora vivo e prezioso

Alcuni tratti biografici

Vescovo di Ginevra e dottore della Chiesa, il Santo è considerato il padre della spiritualità moderna. Testimoniò la sua fede in un contesto ostile e davanti ai problemi nuovi che costituivano una sfida per la Chiesa riuscì a dare risposte nuove.
Figlio primogenito, Francesco nacque il 21 agosto 1567 in Savoia nel castello di Sales presso Thorens, che apparteneva alla sua nobile e antica famiglia. Fu soprattutto la mamma a occuparsi della sua educazione. Presso i Gesuiti si formò alla cultura classica e filosofica e ricevette contemporaneamente una solida base di vita spirituale. A 16 anni affrontò una grande crisi interiore dalla quale uscì affidandosi alla Madonna e all’infinita bontà di Dio. Nel 1593 fu ordinato sacerdote; visse con grande impegno il suo ministero sacerdotale e fu un instancabile lavoratore nella vigna del Signore. Appena ordinato andò missionario nei paesi protestanti, ma i frutti erano scarsissimi perché nessuno andava ad ascoltarlo. Affidò allora le sue prediche a dei fogli volanti che  faceva circolare tra la gente o attaccava sui muri delle case. Per questo motivo Francesco di Sales è considerato patrono dei giornalisti. Il Santo sapeva usare la penna e il  suo modo di esprimersi era pacato; amava il dialogo sereno, preferiva l’amicizia che sapeva andare oltre l’ostacolo delle diversità. Gli scarsissimi risultati iniziali furono compensati, dopo un lungo periodo, da moltissime conversioni. Il centro della sua giornata era la Messa che viveva intensamente. Allo stesso modo egli teneva in gran conto il sacramento della Confessione, per sé e per gli altri. Ripeteva spesso: «È dal confessionale che si cambia una persona, una parrocchia, una Diocesi!». Eletto vescovo di Ginevra nel 1602, accettò l’episcopato come una missione, non come un onore. Morì il 28 dicembre 1622 a Lione, dove era andato per un colloquio con la Chantal; fu proclamato santo dopo appena trentatré anni dalla morte. Grazie alla diffusione dei suoi scritti e al loro influsso nella vita di molti,  gli venne dato anche il titolo di dottore della Chiesa.

Il 4° Centenario della sua salita al cielo

A 400 anni dalla sua morte, Francesco di Sales ha ancora qualcosa da dirci? La risposta a questa domanda è sì, ne sono certo. Potremmo citare la Filotea, in cui Francesco ci aiuta a capire che si può essere cristiani, cioè appartenere a Cristo, e si può essere felici anche attraverso una famiglia, un lavoro, degli impegni quotidiani, o le sue Lettere che ci guidano alla scoperta della bellezza dell’amicizia. 

Un messaggio soprattutto continua a mandarci Francesco: per essere felici basta vivere l’ordinario in maniera straordinaria, cioè uniti a Gesù! Allora, vuoi farti attirare da Dio oltre la mediocrità e le mezze scelte? Ecco il Teotimo (= persona innamorata di Dio). Il tema fondamentale di questo testo è l’Amore, proprio quello con la «A» maiuscola, non le sue contraffazioni. Oggi questa parola viene intesa in mille modi, spesso differenti se non contrastanti tra loro. 

Prova a fermarti un attimo e a chiederti: «Oggi, nel mio quotidiano, ho bisogno di comprendere meglio cosa significhi amare?». Se desideri qualche parola saggia su di te, sulla relazione con tua moglie, con tuo marito, sull’educazione dei tuoi figli, Francesco ti accoglie ben volentieri e dalle pagine di Teotimo continua, ancora oggi, a indicarti la strada. Immagina, per esempio, di poterlo incontrare e di essere talmente arrabbiato con te stesso (o nei confronti degli altri) e deluso per i tuoi sforzi che vanno a vuoto, tanto da entrare nella sua stanza sbattendo la porta. Francesco, alla tua invocazione: «Aiutami ad amare!», si limiterebbe a suggerirti pacatamente «Comincia a chiudere piano la porta».

Per approfondire la conoscenza di questo nostro santo ti invito a visitare questo sito: 

https://blog.editriceshalom.it/il-prezioso-messaggio-di-francesco-di-sales/


don Paolo Mojoli sdb

 

 

 

 

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