Finalmente ci siamo. In ritardo di un mese rispetto al resto del mondo, approda nelle nostre sale la seconda parte della trilogia...
del 11 gennaio 2003
Secondo capitolo della trilogia 'Il signore degli anelli' di John Ronald Reuel Tolkien, 'Le due torri' è concepito come naturale continuazione del primo film, 'La compagna dell'anello' e collegamento al terzo, 'Il ritorno del re'.
L'azione segue i tre gruppi formati dallo smembramento della Compagnia: Frodo e Sam, che devono raggiungere il monte Fato per distruggere il malefico Anello, Pipino e Merry, rapiti dai malvagi orchi Uruk-hai, e, infine, Aragorn, Legolas e Gimli, a cui si aggiunge poi anche il redivivo Gandalf, che tentano di liberarli. Le due torri del titolo sono quelle di Isengard e Barad-Dur da cui i nemici della Compagnia, Sauron e Saruman, preparano l'attacco alla Terra-di-mezzo, il luogo dove la trilogia è ambientata. Più movimentato e dark del precedente, questo film è un racconto epico dello scontro tra Bene e Male e avvince e conquista lo spettatore con gli atti di coraggio, ma anche con le naturali incertezze, dei protagonisti in cui tutti si possono riconoscere. Gli effetti speciali sono grandiosi (la battaglia finale al Fosso di Helm è emozionante) e le scenografie magnifiche.
La rappresentazione della Terra-di-mezzo non deve essere stata semplice, né per il primo film, né per il secondo, che presenta ancora più scenari e creature. Ogni luogo e ogni popolo hanno delle caratteristiche ben precise e tutte diverse tra loro. La Contea dove abitano gli Hobbit, per esempio, è verde e pacifica; il regno di Rohan, invece, richiama paesaggi nordici (case, abitazioni e stile di vita ispirate ai vichinghi). Il computer ha avuto senz'altro un ruolo di primo piano per la realizzazione di questi scenari e per la creazione di figure completamente digitalizzate come Barbalbero (unico effetto speciale non molto riuscito).
Gli attori principali sono quelli del film precedente (Elijah Wood, Viggo Mortensen, Ian McKellen), con nuove aggiunte (l'algida Miranda Otto, Bernard Hill, Brad Dourif). Tutti hanno dimostrato di essere ben calati nella loro parte e di partecipare con emozione alle vicende. Anche in questo, come nel film precedente, le figure femminili non hanno molto peso e gli unici momenti di comicità sono affidati al simpatico nano Gimli (John Rhys-Davis).
Tra i personaggi, è sicuramente da citare la figura di Gollum. Completamente digitale (è stato creato seguendo i movimenti del bravissimo attore Andy Serkis), è una creatura schizofrenica a causa del potere malefico dell'anello. Vive due nature diverse: quella perfida (Gollum), che odia Frodo perché è il nuovo padrone dell'anello, e quella buona (Sméagol), che prova affetto per lui perché gli ha risparmiato la vita e lo tratta umanamente. Rappresenta l'oscillazione tra il bene e il male che è in ognuno di noi. Molto bella è la scena in cui parla da solo, con voce diversa a seconda di quale delle due nature prenda il sopravvento.
E' un film cupo e angosciante, dove il pericolo è avvertito come incombente e i piccoli Hobbit protagonisti, creature buone e gentili che non concepiscono il male, abituati ad un mondo tranquillo e sereno, sono completamente in balia di eventi più grandi di loro. Si percepisce chiaramente la loro voglia di non essere coinvolti, cercando di convincersi che il loro aiuto non è indispensabile ('tanto non possiamo fare niente'), così come molte persone farebbero nelle stesse situazioni. Queste piccole creature, quindi, rappresentano noi, con le nostre paure ed insicurezze, con il nostro desiderio di non affrontare i problemi. Frodo si domanda perché si debba lottare se il mondo è malvagio e distruttivo. Spesso ce lo chiediamo anche noi e a noi e Frodo risponde con semplicità e saggezza l'Hobbit Sam: 'C'è tanto male al mondo, ma c'è anche del bene ed è proprio per questo bene che bisogna lottare'.
di Francesca Pascuttini
tratto da: http://www.ilsignoredeglianelli.it
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