Papa Francesco all'Angelus: «Il popolo di Dio non esclude i poveri e gli svantaggiati, anzi, li include»
Il popolo di Dio cammina al passo con gli ultimi, perché «è una famiglia di famiglie, in cui chi fa fatica non si trova emarginato, lasciato indietro, ma riesce a stare al passo con gli altri». Per questo la Chiesa non abbandona i profughi in cammino verso la libertà. Parola di papa Francesco, che all’Angelus odierno in piazza San Pietro, dopo avere presieduto la Messa conclusiva dell’Assemblea generale ordinaria dei vescovi sulla famiglia, ha dichiarato: «Il Sinodo è stato faticoso, ma è stato un vero dono di Dio, che porterà sicuramente molto frutto».
Il Pontefice ha innanzitutto invitato «a rendere grazie a Dio per queste tre settimane di lavoro intenso, animato dalla preghiera e da uno spirito di vera comunione»; poi ha ricordato: «La parola “sinodo” significa “camminare insieme”. E quella che abbiamo vissuto è stata l’esperienza della Chiesa in cammino, in cammino specialmente con le famiglie del Popolo santo di Dio sparso in tutto il mondo. Per questo mi ha colpito la Parola di Dio che oggi ci viene incontro nella profezia di Geremia. Dice così: “Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione e li raduno dalle estremità della terra; fra loro sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente: ritorneranno qui in gran folla”. Così dice. E il profeta aggiunge: “Erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni; li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua per una strada dritta in cui non inciamperanno, perché io sono un padre per Israele”».
E «questa Parola di Dio ci dice che il primo a voler camminare insieme con noi, a voler fare “sinodo” con noi, è proprio Lui, il nostro Padre. Il suo “sogno”, da sempre e per sempre, è quello di formare un popolo, di radunarlo, di guidarlo verso la terra della libertà e della pace. E questo popolo è fatto di famiglie: è un popolo che mentre cammina manda avanti la vita, con la benedizione di Dio».
Anche e soprattutto, è un popolo «che non esclude i poveri e gli svantaggiati, anzi, li include. Dice il profeta: “fra loro sono il cieco e lo zoppo” - dice il Signore. È una famiglia di famiglie, in cui chi fa fatica non si trova emarginato, lasciato indietro, ma riesce a stare al passo con gli altri, perché questo popolo cammina sul passo degli ultimi; come si fa nelle famiglie, e come ci insegna il Signore, che si è fatto povero con i poveri, piccolo con i piccoli, ultimo con gli ultimi. Non lo ha fatto per escludere i ricchi, i grandi e i primi, ma perché questo è l’unico modo per salvare anche loro, per salvare tutti. Andare con i piccoli, gli esclusi, gli ultimi».
Papa Bergoglio ha confidato che «questa profezia del popolo in cammino l’ho confrontata anche con le immagini dei profughi in marcia sulle strade dell’Europa, una realtà drammatica dei nostri tempi. Anche a loro Dio dice: “Erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni”». A proposito di queste situazioni tragiche, ha assicurato: «Anche queste famiglie più sofferenti, sradicate dalle loro terre, sono state presenti con noi nel Sinodo, nella nostra preghiera e nei nostri lavori, attraverso la voce di alcuni loro Pastori presenti in Assemblea. Queste persone in cerca di dignità, queste famiglie in cerca di pace rimangono ancora con noi, la Chiesa non le abbandona, perché fanno parte del popolo che Dio vuole liberare dalla schiavitù e guidare alla libertà».
Domenico Agasso jr
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