Breve promemoria inviato al ministro dell’Interno Francesco Crispi il 21 febbraio 1878 quale base “sopra cui si può regolare il sistema preventivo applicato tra i giovani pericolanti nelle pubbliche vie o nelle case ed ospizi di educazione”.
Testo critico con introduzione, apparati delle varianti e delle note storico-illustrative in Pietro Braido (ed.), Don Bosco educatore scritti e testimonianze. Terza edizione con la collaborazione di Antonio da Silva Ferreira, Francesco Motto e José Manuel Prellezo. Istituto Storico Salesiano, Fonti, Serie prima, n. 9. Roma, LAS 1997, pp. 291-296.
TESTO
Il sistema preventivo nella educazione della gioventù
Due sono i sistemi usati nella educazione morale e civile della gioventù: Repressivo e preventivo. L’uno e l’altro sono applicabili in mezzo alla civile società e nelle case di educazione. Daremo breve cenno in generale sul sistema preventivo da usarsi in mezzo alla civile società; di poi come possa con successo praticarsi nei reclusori, nei collegi, negli ospizi e negli stessi educandati.
Sistema preventivo e repressivo in mezzo alla società
Il sistema repressivo consiste nel far conoscere le leggi e la pena che esse stabiliscono; di poi l’autorità deve vegliare per conoscere e punire i colpevoli. Questo è il sistema usato nella milizia e in generale fra gli adulti. Ma i giovanetti mancando di istruzione, di riflessione, eccitati dai compagni o dalla irriflessione, si lasciano spesso ciecamente strascinare al disordine pel solo motivo di essere abbandonati.
Mentre le leggi vegliano sopra i colpevoli, devonsi certamente usare grandi sollecitudini per diminuirne il numero.
Quali fanciulli debbano dirsi ne’ pericoli
Io credo che si possano chiamare non cattivi ma in pericolo di venir tali coloro che:
1° Dalle città o dai diversi paesi dello stato vanno in altre città e paesi in cerca di lavoro. Per lo più costoro portano seco un po’ di danaro, che consumano in breve tempo. Se poscia non trovano lavoro, versano in vero pericolo di darsi al ladroneccio e cominciare la via che li conduce alla rovina.
2° Quelli che fatti orfani dei genitori non hanno chi li assista quindi rimangono abbandonati al vagabondaggio e alla compagnia dei discoli, mentre una mano amica, una voce caritatevole avrebbe potuto avviarli nel cammino dell’onore e dell’onesto cittadino.
3° Quelli che hanno i genitori i quali non possono o non vogliono prendere cura della loro figliuolanza; perciò li cacciano dalla famiglia o li abbandonano assolutamente. Di questi genitori snaturati purtroppo è grande il numero.
4° I vagabondi che cadono nelle mani della pubblica sicurezza, ma che non sono ancora discoli. Costoro se venissero accolti in un ospizio ove siano istruiti, avviati al lavoro, sarebbero certamente tolti alle prigioni e restituiti alla civile società.
Provvedimenti
L’esperienza ha fatto conoscere che si può efficacemente provvedere a queste quattro categorie di fanciulli:
1° Coi giardini di ricreazione festiva. Coll’amena ricreazione, colla musica, colla ginnastica, colla corsa, coi salti, colla declamazione, col teatrino si raccolgono con molta facilità. Colla scuola serale poi,
colla scuola domenicale, col catechismo si dà l’alimento morale proporzionato e indispensabile a questi poveri figli del popolo.
2° In queste adunanze fare indagini per conoscere quelli che sono fuori di padrone, e fare in modo che siano occupati ed assistiti nel lavoro lungo la settimana.
3° Se ne incontrano poi di quelli che sono poveri ed abbandonati, né hanno come vestirsi, né come nutrirsi, né dove dormire la notte. A costoro non si può altrimenti provvedere, se non con Ospizii e case di preservazione, con arti, mestieri ed anche colonie agricole.
Ingerenza governativa
Il Governo senza assumersi una minuta amministrazione, senza toccar il principio della carità legale può cooperare nei seguenti modi:
1° Somministrar giardini pei tratteni|menti festivi; aiutar a fornire le scuole, e i giardini del necessario suppellettile.
2° Provvedere locali per ospizi, fornirli dei necessari utensili per le arti e mestieri a cui sarebbero applicati i fanciulli ricoverandi.
3° Il Governo lascierebbe libera l’accettazione degli allievi, ma darebbe una diaria ovvero sussidio mensile per coloro che trovandosi nelle condizioni sopra descritte fossero ricoverati. Ciò si farebbe constare o dai certificati dell’autorità civile; o dai fatti delle questure, che assai di frequente incontrano giovanetti che appunto si trovano in questa condizione.
4° Questo sussidio giornaliero sarebbe limitato ad un terzo di quanto costerebbe un giovanetto nei riformatorii dello stato. Pigliando per base le carceri correzionali della Generala di Torino, e riducendo la spesa totale per ciascun individuo si può calcolare ad 80 centesimi al giorno.
In questo modo il governo aiuterebbe, ma lascierebbe libero il concorso della privata carità dei cittadini.
Risultati
Appoggiato sopra l’esperienza di trenta cinque anni si può constatare che:
1° Molti ragazzi usciti dalle carceri con facilità si avviarono ad un’arte con cui guadagnarsi onestamente il pane della vita.
2° Molti che versavano in estremo pericolo di venir discoli, cominciavano a cagionar molestia agli onesti cittadini, e già davano non leggeri disturbi alle pubbliche autorità; costoro si ritrassero dal pericolo e si posero sulla strada dell’onesto cittadino.
3° Dai registri consta che non meno di cento mila giovanetti assistiti, raccolti, educati con questo sistema impararono chi la musica, chi la scienza letteraria, chi arte o un mestiere, e sono divenuti virtuosi artigiani, commessi di negozio, padroni di Bottega, maestri insegnanti, laboriosi impiegati, e non pochi cuoprono onorifici gradi nella milizia. Molti anche forniti dalla natura di non ordinario ingegno, poterono percorrere i corsi universitarii e si laurearono in Lettere, in matematiche, medicina, leggi, ingegneri, notai, farmacisti e simili.
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