Sbirciamo nella vita di Don Bosco per farci raccontare da due sogni cosa significa “Il tuo volto, Signore, io cerco”.Come cercare il volto del Signore? Madre Mazzarello ci indica la strada scrivendo in una lettera: “Le cose più piccole sono la via che conduce al cielo” (Lettera 23). La semplicità...
del 01 gennaio 2002
Don Bosco racconta…
“Chi non ha la Chiesa per Madre, non può avere Dio per Padre”(s. Ireneo)
“Che bella cosa io vedo mai!”. Queste le parole dette da Domenico Savio poco prima di morire, eppure ci proiettano in una realtà che apre nuovi orizzonti, che ci porta a fare altrettanto: guardare a Gesù con tutta la nostra vita. Già, uno sguardo che don Bosco ha saputo vivere e far vivere ai suoi ragazzi nella quotidianità dell’Oratorio.
Sbirciamo nella sua vita per farci raccontare da due sogni cosa significa “Il tuo volto, Signore, io cerco”.
Ecco una sintesi del sogno in cui si vede l’affetto per il Papa, la devozione a Maria Ausiliatrice e al SS. Sacramento: “Figuratevi di essere sulla spiaggia e di non vedere altro che mare. Alcune navi cariche di armi avanzano contro una nave molto più grande e alta di tutte, tentando di farle ogni guasto possibile. In mezzo all’immensa distesa del mare si elevano due robuste colonne, altissime vicine tra loro. Sulla prima c’è la statua dell’Immacolata, ai cui piedi pende un largo cartello con questa iscrizione: “AUXILIUM CHRISTIANORUM”; sull’altra, molto più alta e grossa, sta un’OSTIA di grandezza proporzionata alla colonna, e sotto un altro cartello con le parole: “SALUS CREDENTIUM”. Mentre la nave capitana segue il suo corso, la burrasca arriva. Il Papa sta al timone, i suoi sforzi sono diretti a portare la nave in mezzo alle due colonne. Le navi nemiche tentano di sommergerla in tutti i modi, inutilmente. Il combattimento si fa sempre più accanito, ma la grande nave procede sicura e franca nel suo cammino. A un tratto il Papa, colpito, cade. Subito è soccorso, ma cade una seconda volta e muore. Un grido di vittoria risuona tra i nemici. Appena morto il Papa, un altro sottentra al suo posto. Il nuovo Papa guida la nave in mezzo alle due colonne, e con due catenelle la lega alle due colonne. Allora succede un gran rivolgimento: tutte le navi nemiche fuggono.”
In un altro sogno si legge: “I giovani dell'Oratorio si ricreavano in una prateria; quand'ecco si vedono le acque comparire sui margini di quella pianura, e ci vedemmo circondati da un’inondazione, la quale cresceva sempre più. Noi, impauriti, la demmo a gambe alla volta di un grande molino ( = Chiesa) colle mura grosse come una fortezza. Ma le acque incominciarono a penetrare anche in quell'area, fummo costretti a ritirarci tutti in casa salendo nelle stanze superiori. Presi ad incoraggiare i miei cari, dicendo che si mettessero con fiducia nelle mani di Dio e nelle braccia della nostra madre Maria.
L’acqua cresceva, lo spavento fu universale e non vedemmo che ritirarci in una grandissima zattera. Per salirvi c’era un sol mezzo: un lungo e stretto tronco di albero ( = Croce). Fattomi coraggio vi passai per primo e, per facilitare il trasbordo ai giovani, stabilii chierici e preti che dal molino sorreggessero chi partiva, e dal barcone dessero mano a chi arrivava. Intanto molti giovani impazienti, per timore della morte e per mostrarsi coraggiosi, trovato un pezzo di asse lungo abbastanza e un po' più largo del tronco d'albero, ne fecero un secondo ponte e, senza aspettare l'aiuto dei chierici e dei preti, precipitosi stavano per slanciarvisi non dando ascolto alle grida di fermarsi. Ed avvenne che molti prima di arrivare alla barca, caddero e più non si videro.
Quando furono tutti sulla barca, presi il comando di capitano e dissi:
- Maria è la Stella del mare. Essa non abbandona chi in Lei confida.”
Inutile dire che questi due sogni hanno un forte riscontro nella vita di don Bosco, tutta protesa a seguire Gesù, aiutato da Maria creando comunione con la Chiesa. Sta a noi portare oggi il carisma di don Bosco nelle nostre realtà con un atteggiamento di comunione perché, come dice S.Ireneo: “Chi non ha la Chiesa per Madre, non può avere Dio per Padre”.
A cura di Oscar Tiozzo
Madre Mazzarello racconta…
Nel segno della semplicità per cercare il Volto…
“Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.” Mt 11, 25
“Le cose più piccole sono la via
che conduce al cielo” Lettera 23
Maria Domenica nasce a Mornese (Alessandria) il 9 maggio 1837 da una famiglia di contadini, prima di sette figli. Lavoro intenso e schietta vita cristiana dominano il contesto familiare. A quindici anni si offre a Dio con il voto di castità. Poco più tardi entra nell’associazione delle Figlie di Maria Immacolata, impegnandosi più a fondo in servizi di catechesi e di carità.
L’incontro con Don Bosco (1864) segna per lei una tappa decisiva. Il Santo, che andava maturando un progetto apostolico per le ragazze, con la collaborazione di Maria Domenica, nel 1872, dà vita all’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Tutta la sua vita si svolge nel segno di una grande semplicità.
Semplicità di vita e semplicità di spirito la rendono lineare, diritta, senza complicazioni, semplice con sé, semplice con il prossimo, semplice con Dio. Semplice con sé perché ignora i procedimenti e i ragionamenti complicati. La sua è la spiritualità schietta di chi è nella linea di San Francesco di Sales e di don Bosco che dà valore straordinario alle cose ordinarie: il lavoro, la preghiera, le proprie responsabilità, il buon uso del tempo, l’obbedienza familiare, la povertà serena. Questa semplicità, che costituisce la trama interiore del suo vivere, regola anche i rapporti con il prossimo. Con tutti è leale, sincera, aperta, senza ambiguità. La via della semplicità, che orienta l’anima nella giusta direzione, è la via dell’incontro con il Signore. Maria Domenica va diritta a Lui per la via dell’amore e della confidenza, parla con Lui come con un Padre, un Amico, uno Sposo. Invita le sue suore e le ragazze a rivolgersi al Signore così come detta il cuore, preferendo la spontaneità alle preghiere che sono sui libri.
Questo stile di vita traccia anche per noi una strada su cui incamminarci nella nostra quotidiana ricerca del volto del Signore fatta di impegni concreti, di piccoli gesti e di molti incontri.
Il Signore ci conceda di sperimentare nella nostra vita lo stupore di riconoscere che la Sua potenza si manifesta pienamente nella nostra piccolezza e che i miracoli più grandi vengono compiuti nei cuori più semplici.
A cura di sr. Linda e sr. Manuela
Oscar, sr Linda Pocher, sr Manuela Gubana
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