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Immoralità, amaro frutto delle scelte più comode.

Necessario interrogarsi sui valori che abbiamo seguito finora. È stato più facile per ogni adulto dimenticare il suo ruolo di educatore, dicendo sempre sì. È stato più facile per ogni adulto, in nome del libero arbitrio, assolvere ogni comportamento, iniziando dai propri. Fingere di non vedere.


Immoralità, amaro frutto delle scelte più comode.

da Quaderni Cannibali

del 17 febbraio 2011

 

  

 

           Pone interrogativi seri sul piano morale e sociale. Come un bubbone esploso improvvisamente, ci ritroviamo tra le mani un ordine di valori, di priorità, di mete completamente distorto.

          Genitori che si compiacciono della scaltrezza delle loro figlie; giovani che plaudono al mordi e fuggi dei maschi che possono; adulti che rievocano sognanti un mondo di libertà e trasgressioni a costo zero; bambini che scimmiottano eroi che succhiano denaro, avendo già compreso che andare dritti per la propria strada è l’arma vincente.

          Io resto convinta che siamo arrivati a questo punto perché è stato il cammino più facile. È stato più facile per ogni adulto dimenticare il suo ruolo di educatore, dicendo sempre sì. È stato più facile per ogni adulto, in nome del libero arbitrio, assolvere ogni comportamento, iniziando dai propri. Fingere di non vedere, sentendosi così finalmente non più bacchettoni e conservatori. Fare piazza pulita in un nanosecondo dei valori in base ai quali si era stati educati, e non perché si ritenessero intrinsecamente sbagliati o superati, non perché si fosse fatto un percorso critico rispetto ad essi, ma perché – semplicemente – era più comodo.

          Così molti cinquantenni e sessantenni di oggi sono rimasti adolescenti non cresciuti, fieri solo di aver rubato la marmellata. I quarantenni si ritrovano vuoti, perché per loro non c’era più nemmeno la marmellata da rubare. E i ventenni hanno un cinismo che, pacificamente e con un sorriso smagliante, tritura tutto quello che incontra lungo la loro strada.

          Prima ancora che di morale, è questione di coraggio e dignità. Scegliere la strada più impervia richiede una dose enorme dell’uno e dell’altra. Ma per essere persone umane non se ne può davvero prescindere.

 

Giulia Galeotti

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