Implorare misericordia per il mondo

Il significato del culto della Divina Misericordia per l'uomo del terzo millennio...

Implorare misericordia per il mondo

 

In questi giorni di morte e odio, mentre si ricercano sofisticate interpretazioni geopolitiche per la spregevole guerra dell’uomo contro l’uomo in atto, vogliamo ricordare le parole pronunciate dal Santo Giovanni Paolo II in occasione della consacrazione del mondo alla Divina Misericordia (Cracovia 17 agosto 2002): «Solo nella misericordia di Dio il mondo troverà la pace e l’uomo troverà la felicità». Fin dall’inizio del pontificato anche papa Francesco indicò nella Divina Misericordia la salvezza dell’uomo ramingo nel terzo millennio, quando disse – durante l’Angelus in San Pietro del 17 marzo 2013 – «Sentire Misericordia, questa parola cambia tutto, cambia il mondo». In occasione della Gmg 2016, il Santo Padre ha in programma di visitare il Santuario della Divina Misericordia a Cracovia-Lagiewniki, dove sono conservati i resti mortali di Santa Maria Faustina Kowalska (1905-1938), «Apostola della Divina Misericordia» per volontà di Cristo e per il bene del mondo intero.

 

E allora: qual è l’essenza del culto della Divina Misericordia? In cosa speriamo?  

«Il tuo compito è quello di scrivere tutto ciò che ti faccio conoscere sulla Mia Misericordia, per il bene delle anime che leggendo questi scritti proveranno un conforto interiore e saranno incoraggiate ad avvicinarsi a Dio» (Diario, 1693). Suor Faustina Kowalska, nel convento della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia a Varsavia, riceve da Gesù stesso l’ordine di scrivere il Diario –«La misericordia divina nella mia anima» – per far conoscere la grande misericordia di Dio: «Desidero che questa Misericordia si riversi sul mondo intero tramite il tuo cuore. Chiunque si avvicina a te, non parla senza la fiducia nella Mia Misericordia» (Diario, 1777). Per penetrare l’essenza del culto della Divina Misericordia, contempliamo l’immagine di Gesù Misericordioso, come si rivelò nella visione che suor Faustina ebbe il 22 febbraio 1931 nella cella del convento di Plock. «La sera – scrisse nel Diario – vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che lasciava uscire due raggi, rosso l’uno e l’altro pallido. […] Dopo un istante Gesù mi disse: “Dipingi un’immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: ‘Gesù confido in te’!”» (Diario, 47). «Voglio che l’immagine venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la Festa della Misericordia» (Diario, 49).

 

La scelta della prima domenica dopo la Pasqua come Festa della Misericordia ha un profondo significato teologico, che indica il forte legame esistente tra il mistero pasquale della Redenzione e il mistero della Divina Misericordia. «Desidero – ha detto Gesù – che la festa della Misericordia sia riparo e rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori. Le anime periscono nonostante la Mia dolorosa Passione. Concedo loro l’ultima tavola di salvezza, cioè la festa della Mia Misericordia» (Diario, 965). Dunque la Divina Misericordia è l’ultima parola divina nella storia del mondo e nella storia dell’uomo: Dio sa sempre trarre il Bene dal male, la Sua misericordia è il limite imposto al male di cui l’uomo è sia artefice che vittima. La Misericordia insegue tutti gli uomini, i grandi peccatori per primi, per abbracciare e perdonare ogni miseria umana.

 

La Misericordia è quel “luogo”, in Dio, dove ogni sozzura affonda e ogni grazia zampilla. L’importanza della Festa della Misericordia si dimostra con le promesse che Gesù ha legato ad essa: «In quel giorno chi si accosterà alla sorgente della vita – ha detto Cristo – questi conseguirà anche la remissione totale delle colpe e delle pene» (Diario, 300). «Nessun’anima abbia paura di accostarsi a me, anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto» (Diario, 699). Questa è la misura dell’Amore di Dio, la forza della Divina Misericordia. Per ottenere i grandi doni concessi nella Festa della Misericordia, è comunque necessario essere in stato di grazia dopo la confessione e ricevere degnamente la Santa Comunione.

 

Gesù stesso, apprendiamo nel Diario, su richiesta di suor Faustina rivela il significato dei due raggi presenti nell’immagine di Gesù misericordioso: «il raggio pallido rappresenta l’Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita delle anime» (Diario, 299). Dunque questi due raggi simboleggiano i santi sacramenti (battesimo, penitenza, Eucaristia) e tutte le grazie dello Spirito Santo. Nella parte inferiore dell’immagine del Gesù misericordioso troviamo scritte le parole «Gesù confido in te» a significare che il culto della Divina Misericordia richiede l’atteggiamento di cristiana fiducia verso Dio e, ultimo aspetto da considerare, la carità attiva verso il prossimo. Gesù richiede fiducia dalle creature e opere di carità, con azioni, parole e preghiera; «Devi mostrare misericordia sempre e ovunque vero il prossimo: non puoi esimerti da questo, né rifiutarti, né giustificarti» (Diario, 742).

 

Tra le forme del culto alla Divina Misericordia c’è anche la recita della Coroncina, dettata da Gesù a Santa Faustina a Vilnius il 23-24 settembre 1935 come preghiera per placare l’ira di Dio(Diario, pp. 474-476). Chi recita questa coroncina offre a Dio Padre il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di Gesù Cristo per implorare misericordia per i propri peccati, del prossimo e del mondo intero. La promessa generale dice: «Per la recita di questa coroncina Mi piace concedere tutto ciò che mi chiederanno. Con essa otterrai tutto se è conforme alla mia volontà» (Diario, 1541). Nell’ottobre del 1937 a Cracovia Gesù disse a Santa Faustina di venerare L’ora della Sua morte: «Ogni volta che sentirai l’orologio battere le tre del pomeriggio, ricordati di immergere tutta nella Mia misericordia; invoca la sua onnipotenza per il mondo intero e specialmente per i poveri peccatori, poiché fu in quell’ora che venne spalancata per ogni anima; in quell’ora fu fatta grazia al mondo intero, la Misericordia vinse la giustizia» (Diario, 1572).

 

 

In questi giorni di odio e morte, pur essendo disorientati dai fatti tragici accaduti, abbiamo sempre il potere di implorare la misericordia per i peccati del prossimo e del mondo intero, se crediamo che con la morte e Resurrezione di Cristo la Misericordia vinse la giustizia.

 

Ci crediamo veramente? Abbiamo tanta cristiana fiducia verso Dio, e attiva carità verso il prossimo chiunque egli sia?

 

 

Claudia Mancini

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