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In cammino verso la Pasqua - Passo 10

Gesù è risorto. Questo è il cuore della fede cristiana. Con la Risurrezione di Gesù cambia tutto! La prima immagine che ci viene data della Risurrezione è quella del vuoto. I quattro Vangeli lo dicono espressamente: i primi testimoni che si recano alla tomba, il primo giorno della settimana, non trovano il corpo di Gesù...


In cammino verso la Pasqua - Passo 10

da Teologo Borèl

del 13 aprile 2011

 

 

Cristo è risorto

          «Gesù è risorto». Questo è il cuore della fede cristiana. Ma chi sono i primi testimoni ad aver incontrato Gesù dopo la sua Risurrezione?

 

Intervista a François Brossier, esperto dei Vangeli

Che cosa è accaduto il terzo giorno dopo la morte di Gesù? Che cosa hanno visto le donne? E i discepoli?

          La prima immagine che ci viene data della Risurrezione è quella del vuoto. I quattro Vangeli lo dicono espressamente: i primi testimoni che si recano alla tomba, il primo giorno della settimana, non trovano il corpo di Gesù. Evidentemente la pietra che chiudeva l’ingresso del sepolcro è stata spostata e all’interno rimangono solo i lini in cui era stato avvolto il corpo di Gesù. Ma chi sono questi testimoni? I quattro Vangeli affermano che Maria di Magdala, o Maria Maddalena, si è recata molto presto al sepolcro, prima del sorgere del sole. Secondo gli evangelisti Matteo, Marco e Luca, era accompagnata da una o due altre donne. Giovanni all’inizio del suo resoconto afferma che Maria Maddalena si è recata al sepolcro molto presto, ma, quando scopre che la tomba è vuota, va ad avvertire due discepoli, Pietro e “l’altro discepolo, il prediletto di Gesù” (Gv 20,2), i quali vi si precipitano. Il discepolo che accompagna Pietro arriva prima e “si china a guardare i lini giacenti a terra”, ma non entra nel sepolcro. Pietro vi entra e vede i lini e il sudario che copriva la testa, da una parte, piegato, ma non dice nulla su ciò che prova. Finalmente l’altro discepolo decide di entrare e allora “vide e credette” (Gv 20,8). Che cosa vede? Che il segno della tomba vuota testimonia della Risurrezione di Gesù.

Il figlio della vedova di Naim (Lc 7,11-15) e Lazzaro (Gv 11,1-44), quando Ges√π li risuscita, riprendono la loro vita tra gli uomini?

          Sì. Quando Gesù le risuscita, queste persone tornano in vita e riprendono la loro esistenza terrena. Questi due miracoli somigliano a una rinascita, o “reviviscenza”. Il caso di Gesù è diverso, perché, dopo la sua Risurrezione, va dal Padre. È infatti venuto a mostrare agli uomini che dopo la morte rinasceranno a una vita nuova presso Dio.

Con quali parole viene designata la Risurrezione nei primi scritti cristiani?

          La Risurrezione è designata in tre modi. Si dice che Gesù è stato “destato” e “risuscitato” dai morti. E, per mostrare che il Risorto non ricomincia la sua antica vita di uomo, ma sale verso Dio, si usa il termine “esaltato” o “glorificato”. Così, negli Atti degli Apostoli si può leggere: «Dio ha manifestato il glorioso potere di Gesù, suo servo» (At 3,13). E san Paolo afferma: «Dio lo ha innalzato sopra tutte le cose e gli ha dato il nome più grande» (Fil 2,9). Poiché credono in Gesù risorto, i cristiani lo chiamano “Signore”, un nome finora riservato a Dio nella religione ebraica. Riconoscono dunque che Gesù esercita la sovranità di Dio stesso. È questo il significato della formula: «È seduto alla destra di Dio».

Che cosa significa “risorto”?

          Gesù è passato a un’altra vita: ora è in cielo presso il Padre ed è vivo tra noi. Per aiutarci a comprendere meglio la Risurrezione, ci viene data una nuova immagine: quella delle apparizioni di Gesù. Infatti, Gesù appare a Maria Maddalena nella tomba e lei non sa chi Egli sia. Inizialmente lo scambia per il giardiniere e gli chiede dove abbia messo il corpo di Gesù. Nel momento in cui l’uomo la chiama per nome: «Maria!», ella riconosce Gesù, nel cuore della relazione personale che aveva con lui (Gv 20,11-18). Lo stesso giorno, Cristo si manifesta a due altri discepoli che vanno a piedi da Gerusalemme a Emmaus (Lc 24,13-35; Lc 16,12), i quali, però, lo riconoscono solo alla fine del percorso, quando, durante la cena, benedice il pane. Secondo questi due testi, il Risorto può essere riconosciuto solo con gli occhi della fede. Non si giunge a riconoscerlo subito: ancora oggi, come accadde ai discepoli di Emmaus, riconosciamo Cristo risorto nella meditazione delle Scritture e nella frazione del pane (eucaristia) e con l’aiuto dello Spirito.

Che cosa garantisce ai primi testimoni che Colui che vedono sia proprio Ges√π vivo?

          Tommaso, uno dei discepoli, si è posto questa domanda molto prima di noi. Quando i suoi amici affermano che hanno visto il Risorto la sera del primo giorno della settimana, egli rifiuta di credere. Ed esige prove concrete: «Se non vedo il segno dei chiodi nelle sue mani, se non tocco col dito il segno dei chiodi e se non tocco con la mia mano il suo fianco, io non crederò» (Gv 20,24-29). Una settimana dopo, Gesù si manifesta di nuovo ai suoi discepoli e si rivolge così a Tommaso: «Metti qui il dito e guarda le mani; accosta la mano e tocca il mio fianco. Non essere incredulo, ma credente!». Subito Tommaso riconosce Gesù. E il Signore aggiunge: «Tu hai creduto perché hai visto; beati quelli che hanno creduto senza aver visto!» (Gv 20,27-29).

È necessario credere nella Risurrezione per essere cristiani?

          Sì. Anche se oggi molti cristiani affermano che non ci credono… Vediamo però che cosa ci dice san Paolo: «E se Cristo non è risuscitato, la nostra predicazione è senza fondamento e la vostra fede è senza valore» (1Cor 15,14). Un’intera vita, però, non ci basta per scoprire questo mistero.

Gesù è vivo in ogni persona, ma può essere nel cuore degli assassini, dei ladri…?

          Sebbene possa sembrare strano, Gesù è vivo in ogni persona, anche in chi compie il male ed è dominato da pulsioni distruttive, o dal peccato. Solo Dio può giudicare. Noi sappiamo però che è un vivo di misericordia e di perdono. Siamo dunque invitati a posare su ogni peccatore (e anche su di noi) uno sguardo lucido, ma che non chiude l’uomo nel suo errore. Come dice san Giovanni in una delle sue lettere: «Non avremo più paura davanti a Dio. Anche se il nostro cuore ci condanna, Dio è più grande del nostro cuore» (1Gv 3,19-20).

Risorgerò dopo la mia morte?

          La Risurrezione di Gesù ci invita a credere che rinasceremo a una vita nuova nella nostra condizione di uomini e donne. Così, attraverso la potenza dello spirito di Dio, il nostro corpo diventerà spirito e sarà incorruttibile o indistruttibile. Mentre l’involucro del nostro corpo terreno andrà in polvere, il nostro corpo spirituale o “glorioso” conserverà tutti i segni di ciò che avremo vissuto in questa vita, ma non sarà più dominato da necessità naturali come bere, mangiare, dormire, né del peccato, inteso come il bisogno di dominare gli altri, di mentire… È quella che la tradizione cristiana chiama “Risurrezione della carne”. Tutto il nostro essere sarà orientato verso l’amore.

Quale prova abbiamo della Risurrezione di Cristo?

          Nessuna. La Risurrezione non è un avvenimento che si possa verificare storicamente. È però attestata dalla testimonianza dei primi discepoli, come ci riferiscono i quattro Vangeli.

Allora, come possiamo credere a un avvenimento che non è certo?

          La Risurrezione è un fatto certo, ma lo è dal punto di vista della fede, non della scienza. Nessuno è obbligato a credere, ma dobbiamo sapere che gli apostoli e i cristiani dei primi secoli sono stati spesso perseguitati a causa della loro fede. Molti di loro sono morti martiri per amore di Cristo. Se avessero considerato la Risurrezione come una vaga ipotesi filosofica, non sarebbero giunti a tanto. Possiamo fondare la nostra fede sulla loro testimonianza.

Come posso incontrare Ges√π risorto oggi?

          Possiamo incontrarlo leggendo i rileggendo i Vangeli, ad esempio i passi che vanno dalla passione alla Risurrezione. Questi testi portano a comprendere che il Risorto è vivo tra noi. In altri termini, possiamo trovarlo nel nostro cuore e parlargli come a un amico, che ci ama davvero e al quale possiamo confidare ogni gioia e ogni dolore, perché è passato attraverso l’esperienza della sofferenza e della morte. Può accompagnarci nella nostra vita di ogni giorno in modo discreto e molto reale, se lo ascoltiamo a poco a poco nel silenzio. Ma impariamo a conoscerlo anche tramite l’incontro con gli altri, perché Gesù è all’opera oggi nell’umanità, in tutti gli uomini e le donne che danno la vita per costruire un mondo più giusto, un mondo migliore.

 

Marco Lorenzetti

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