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In cammino verso la Pasqua - Passo 3

Non ci sono molte parole da dire ai piedi della croce, solo contemplazione e mistero, solo una Madre che piange e un fedele discepolo. Eppure in quel momento alcune parole cambiano il corso della storia, e ciò che sembrava perduto viene ritrovato e rinnovato: la Madre che non ha più un figlio resta ancora madre, il figlio riceve in dono una madre, una Madre per molti figli, frutto della croce mirabile.


In cammino verso la Pasqua - Passo 3

da Teologo Borèl

del 07 aprile 2011

 

 

          Non ci sono molte parole da dire ai piedi della croce, solo contemplazione e mistero, solo una Madre che piange e un fedele discepolo. Eppure in quel momento alcune parole cambiano il corso della storia, e ciò che sembrava perduto viene ritrovato e rinnovato: la Madre che non ha più un figlio resta ancora madre, il figlio riceve in dono una madre, una Madre per molti figli, frutto della croce mirabile.            Piangere non è da deboli se non si è piagnucoloni; piangere non è una sconfitta se non diventa un modo di essere e di mostrarsi; piangere non è un male anche se fa male anche fisicamente. Maria ha pianto per il suo unico figlio in croce, hanno pianto le donne che hanno incontrato Cristo sulla via della croce e hanno pianto anche per i loro figli. Siano le nostre lacrime lavacro per una vita nuova, siano frutto di una commozione vera e spontanea dinanzi all’immenso amore che sgorga dal essere guardati dalla croce, dall’amore, da chi pur essendo Dio ha pianto.            “Oggi sarai con me in paradiso”! È commovente questa frase di Gesù crocifisso e straziato dal dolore, promette la salvezza al ladrone. Noi lo chiamiamo “ladrone” eppure Lui lo ha guardato con amore e non ha esitato a fargli la promessa più grande. Non c’è stato uomo che abbia ricevuto da parte di Gesù questa garanzia solenne di vivere con lui in paradiso. Il frutto di salvezza della croce inizia proprio sulla croce. Tu adori colui che è stato crocifisso? Proclama la tua fede con chiarezza e letizia, esaltane la grandezza dei beni spirituali ottenuti, adorala senza fine come mezzo e simbolo di salvezza delle nostre anime. Per mezzo della croce “la morte non è più morte, ma sonno”, abbracciala con cuore sincero! Infatti la croce punta verso l’alto e noi siamo fatti per il cielo. Cristo è asceso al cielo passando per la via della croce.            Egli ci addita la strada e ci dà le coordinate giuste “nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Il “Segno della croce” è il punto quotidiano e costante di incontro tra la nostra povertà e la grandezza di Dio.

Marco Pappalardo

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