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In cammino verso la Pasqua - Passo 8

Perché nonostante gli amici che ho quando mi chiudo la porta di casa alle spalle mi sento solo? Proveniamo da un desiderio eccessivo di amore. Veniamo da Dio, gli abbiamo voltato le spalle, abbiamo voluto fare senza di lui e ci siamo lasciati andare al nostro egoismo, tanto da essere irriconoscibili.


In cammino verso la Pasqua - Passo 8

da Teologo Borèl

del 13 aprile 2011

 

 

Smettetela di giocare alla morte, Io sono la vita dei morti.

          Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.  (Mt 27, 51-53)

          Che è questa vita che mi scoppia di energia nei miei venti o trenta anni, ma che non riesco a prendermi in mano tutta? Perché ogni felicità si consuma e diventa noia? Perché nonostante gli amici che ho quando mi chiudo la porta di casa alle spalle mi sento solo? Non troveremo risposta se non ci rifacciamo alla nostra storia.

          E la nostra storia prima di essere italiana, europea è di parentela divina. Proveniamo da un desiderio eccessivo di amore. Veniamo da Dio, gli abbiamo voltato le spalle, abbiamo voluto fare senza di lui e ci siamo lasciati andare al nostro egoismo, tanto da essere irriconoscibili.

E Ges√π si capisce entra questa storia. Fa parte della nostra storia.

Nella nostra professione di fede si afferma che Gesù prima di risorgere discese agli inferi. Un antico predicatore del secondo secolo descrive come dopo morto Gesù sia andato nell’aldilà a ricucire la storia dell’uomo.

          Incontra Adamo ed Eva, li prende per mano, ci prende per mano e dice: io sono il tuo Dio, per te sono diventato tuo figlio per te e per tutti questi che sono stati tirati dentro l’oscurità, il buio, il terrore dico uscite, risorgete, prendete luce, svegliatevi; non vi ho creati perché rimaniate in galera, schiavi, senza senso, perché vi ammazziate a vicenda.

Risorgete: smettetela di giocare alla morte io sono la vita dei morti.

Risorgete: siete il mio ritratto, siete fatti come me.

Risorgete: uscite di qui, io e voi siamo una cosa sola, non vi potete pi√π staccare da me.

Per te mi sono fatto schiavo, servo; stavo bene dove ero, ma non ho resistito ai tuoi occhi, al tuo grido.

Ho provato la tua debolezza lo sfinimento, il disagio, ma ora sono libero e tu con me.

          Tu quando hai cominciato la tua avventura, che è stata la tua fuga, sei partito dal giardino, io ho ricominciato da un altro giardino, un giardino di ulivi ad entrare in crisi ad avere paura ad accettare la croce. Ho pianto, ho gridato perché il tuo pianto non sia disperato e un giardino è stato anche dove mi hanno inchiodato e innalzato.

Guarda la mia faccia è piena di botte, di lividi, ci hanno sputato tutti. Li ho presi per te per ridare al tuo volto un sorriso, per farti perdere quella faccia da bulldog, da infelice.

Questi schiaffi che mi hanno tumefatto le guance li ho presi per rifarti quella bellezza primitiva che hai perso; non c’è nessun lifting che ti può rifare la bellezza vera.

La mia schiena è piena di squarci: me l’anno arata. Le mie spalle sono strisce di dolore, sentieri scorticati; ho portato il peso della tua disperazione perché tu non perda più la speranza.

Le mie mani sono state inchiodate a un albero per liberare le tue incatenate alla ricerca ingorda di frutti di morte, te le libero io.

Sono morto su una croce, maledetto da Dio, deriso e umiliato da tutti perché la tua morte fosse un passo solenne verso la vita.

Vieni via da qui. È tutto finito non ci pensare più. Non ti riporto più dove eri prima non ti basta più quel giardino. Ti porto nelle braccia del Padre.

Non ti impedisco pi√π di penetrare nel segreto della vita, anzi ti comunico tutta la vita che sono. Quegli angeli che ti hanno cacciato, ora sono al tuo servizio.

Io sono risorto, risorgi anche tu. È pronto il tuo trono nei cieli. È allestito il banchetto senza fine viene a godere con me.

          Non voglio rovinare questa poesia, ma posso immaginare che cosa rispondiamo noi: io sono scalognato, io sono drogato, io sono dei centri sociali, sono un black blok, io sono giovane, io ho una bella casa, io sono disperato e non ci credo…

Sono tutte queste cose e tante altre, ma tu mi hai affascinato e ti seguo.

 

Domenico Sigalini

http://www.dimensioni.org

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