L'alba del nuovo mondo: la barbarie dell'individualismo

Redazionale di Cultura Cattolica.«Io non sono tollerante per niente verso le idee degli altri. Massimo rispetto per ogni persona (dall'inizio alla fine... della vita) ma non per le idee. Perché la realtà è che viviamo insieme e io ho bisogno degli altri per capire chi sono, per non sprecare l'unica vita che ho, e capire, non troppo tardi, che ho sbagliato.Per favore non tolleratemi: aiutatemi a capire se sbaglio...».

L'alba del nuovo mondo: la barbarie dell'individualismo

da Quaderni Cannibali

del 01 gennaio 2002

Il nemico della mia libertà posso essere solo io, non i valori, le tradizioni, le fedi…

Perché non costruiamo una società, anzi un mondo nuovo e bello?

Con una sola regola semplicissima: ognuno può pensare ciò che vuole e fare ciò che vuole, basta che non imponga nulla agli altri. Ecco il nuovo mondo della libertà tollerante per tutti e per ognuno.

L'unica legge restrittiva deve essere 'non imporre'.

Quindi anche non dire nulla sul pensiero o l'azione degli altri, per non discriminare nessuno.

Il rispetto del pensiero altrui è il primo comandamento, assoluto e indiscutibile.

Ma c'è un piccolo problema.

Viviamo insieme.

Uno scrittore di fantascienza ebbe una grande intuizione a questo proposito, e immaginò un intero pianeta di pochi uomini e donne, biologicamente evoluti (e selezionati) che vivevano dieci volte un normale essere umano, disseminati in vastissime proprietà personali per cui era quasi impossibile incontrarsi se non attraverso comunicazioni tridimensionali che potevano essere spente o accese a piacimento. Naturalmente erano veramente liberi!

Ma noi non possiamo, almeno per ora. Siamo troppi.

Su questo l'ingegneria genetica e la fecondazione artificiale si stanno attrezzando. Ma siamo solo ai primi passi.

E poi le scelte di ognuno si intersecano con quelle degli altri.

Tante società, purtroppo.

Purtroppo?

Forse che l'uomo sia un essere sociale?

Ma a che serve essere 'sociali' se tanto ognuno deve avere le proprie idee, che sono intoccabili?

La mia libertà corre un grave rischio se esistono gli altri che hanno altre idee, perché potrebbero contraddirmi. Invece devono stare zitti e rispettarmi.

Perché devo confrontarmi se voglio essere rispettato nelle mie sacrosante opinioni e scelte?

Forse perché potrei accorgermi che esiste qualcosa di meglio del mio pensiero (e scelte).

(Orribile dubbio).

Ma ecco la soluzione: circondiamoci di coloro che pensano e vivono come noi. Facciamo clan, tribù…

L'uomo è un essere sociale per vivere con chi la pensa come lui.

Ecco: il mondo nuovo è pronto. Dividiamoci la terra e siamo a posto.

Ma i figli?

Non possiamo scegliere per loro: facciamoli tutti in provetta, educhiamoli neutramente e poi, dopo un tour sulla terra tra le tribù, sceglieranno ciò che vogliono.

Facile.

E spaventoso.

Coloro che sono paladini di un simile futuro esistono davvero, e stanno tentando di conquistare il mondo. Vogliono solo che tutti siano individui liberi senza popoli con fede, tradizioni e valori.

Io, invece, non sono tollerante per niente verso le idee degli altri. Massimo rispetto per ogni persona (dall'inizio alla fine… della vita) ma non per le idee.

Perché la realtà è che viviamo insieme e io ho bisogno degli altri per capire chi sono, per non sprecare l'unica vita che ho, e capire, non troppo tardi, che ho sbagliato.

Per favore non tolleratemi: aiutatemi a capire se sbaglio. Ci tengo troppo alla mia felicità.

Se riuscite a farmi vedere che sbaglio, mi salvate la vita.

Se viceversa, nel duro e intelligente confronto, vedrò che ciò che penso è vero perché rispetta la realtà in tutti i suoi fattori, diventerò più certo, perché ho accettato il rischio di non credere vere le mie idee solo perché sono mie o del mio clan.

Il dialogo ha come premessa l'onesta ricerca della verità, cioè del rispetto della realtà, anche se non mi piace, anche se vorrei che fosse diversa.

Ma piegarsi di fronte alla realtà è la vera intelligenza dell'uomo, e la strada per utilizzare le sue capacità per una vita più umana.

Intanto teniamo insieme la società attraversò ciò che nei secoli ci ha portato dalla barbarie alla civiltà: rispetto della vita, famiglia, cultura, lavoro…

E proviamo a ipotizzare che siamo insieme per scoprire il nostro mistero, perché essere uomini non è ovvio. Allora abbiamo bisogno gli uni degli altri.

Il nemico della mia libertà posso essere solo io, non i valori, le tradizioni, le fedi…

In cristianesimo si dice 'peccato'.

E se mi considerate inaffidabile o nemico perché sono cristiano, fate solo del male alla vostra libertà e al mondo intero.

Io ringrazio Dio ogni giorno perché ci siete.

Culturacattolica.it

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