Non si può amare ciò che non si conosce e non si comprende...
Al suono del telefono mi affretto a rispondere per ascoltare la voce bassa e allegra di mio marito che mi parla da una città lontana nella quale si trova per motivi di lavoro. Oggi è il nostro anniversario di matrimonio, e mette al telefono una canzone che ci piace molto. Il nostro è un amore si estende in una vita coniugale di quindici anni.
Il nostro matrimonio è ancora giovane, e in esso si forgia ancora una storia di amore personale.
Purtroppo alcuni dei nostri amici hanno rotto il proprio matrimonio, e in conversazioni intime e penose hanno condiviso con noi la loro triste esperienza, nella quale non sono riusciti a trovare il vero amore.
Alcuni lo hanno cercato dove non si trova, credendo di vederlo in qualcosa che era della persona, quando dovevano cercarlo nell’essere della persona stessa. Quel qualcosa di qualcuno che risulta passeggero prima o poi si è trasformato in delusione – i capelli biondi, il corpo giovane e tonico, i bei tratti del volto, la simpatia, l’ingegnosità, il denaro, la cultura, la capacità lavorativa… Sono tutti aspetti che la persona ha, ma che non sono la persona e che non implicano il fatto di poterla valutare per chi è.
Altri perché con grande immaturità affettiva l’hanno confuso con il desiderio sessuale, con le emozioni sensibili o l’affettività sentimentale, che hanno formato una barriera che ha impedito loro di conoscere chi fosse la persona con la quale si relazionavano.
Ci sono anche persone che dopo un innamoramento improvviso, quasi senza conoscersi, hanno contratto rapido matrimonio perché pensavano che avrebbero sofferto separati, ma dopo poco tempo si sono resi conto che sarebbe stato meglio essere infelici nella loro immaginazione che nella realtà.
L’amore autentico, essendo un amore personale, ha bisogno di un certo tempo per maturare, per poterlo raggiungere attraverso l’amicizia e la confidenza che genera comprensione. Non si può amare ciò che non si conosce e non si comprende. Questa conoscenza personale parte dalla nostra intimità verso quella di un altro essere diverso da me, per accettarlo com’è, per aiutarlo ad essere migliore, ad essere felice.
Un periodo e una comprensione necessari all’accettazione del dono che ci offriamo reciprocamente, il dono e l’accettazione delle nostre personalità come un fine in sé. Non ci amiamo per qualcosa di diverso dall’essere felici facendo felice l’altro.
Amiamo sicuramente con tutta la nostra natura – con l’intelligenza, la volontà, i sentimenti, la libertà e tutta la nostra realtà biochimica, che contengono in sé una ragione di bontà per le quali certamente l’amore si manifesta, ma l’amore personale è molto di più, perché è un dono che va la di là, permettendoci sempre, fino alla fine dei nostri giorni, di conoscerci e amarci di più, unendoci in una sola carne e in un solo spirito.
È per questo che il matrimonio ha inscritto nel suo DNA che è per sempre.
Perché attraverso quell’amore personale, offrendoci e accettandoci reciprocamente come un dono, siamo capaci dell’accettazione di un altro dono meraviglioso: i figli.
L’amore personale fonda il vero matrimonio e la famiglia.
Riflessione: quando non si tiene conto della persona in quanto tale, nel suo essere, ma si considerano solo certi suoi aspetti, viene considerata un mezzo e non un fine in sé, e si tende a usarla. In questi casi non c’è amore autentico.
Orfa Astorga [Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]
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