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L'ansia e l'attacco di panico

L'ansia è un'emozione caratterizzata da un senso di agitazione o di minaccia imminente causato da un pericolo. Provate ad immaginare di attraversare la strada e all'improvviso sbuca un' auto ai 100 all'ora che viene verso di voi; immediatamente farete uno scatto per raggiungere al più presto il marciapiede. Dovete sapere che quello scatto è permesso...


L'ansia e l'attacco di panico

da Quaderni Cannibali

del 28 luglio 2011

 

          Giorgio deve dare l’esame di maturità, Luisa ha un esame all’università e nel momento più importante tutti e due si sentono bloccati. Hanno studiato. Sanno. Ma non riescono a pronunciare neanche una parola. Neppure una.Federico, invece, ha avuto un incidente e non riesce più a guidare, talmente è forte il trauma che ha subito.Marco ha deciso di andare a vivere da solo ma la sera prima di dormire si sente continuamente in ansia.

          Tutti questi sono disturbi di ansia e di attacco di panico. E oggi sono tra i più diffusi.Certo, vi sono delle situazioni estreme, quasi uniche: quando si ha avuto una perdita grave, un lutto, e si ha continuamente paura di morire. Oppure, quando una persona è stata lasciata dal partner e si sente persa e ha continue sensazioni di svenimento.C’è anche chi ad un certo punto della sua vita, in seguito a qualche evento particolare, non riesce più a stare in posti chiusi come ascensori, cinema, teatri e discoteche, supermercati; in questi luoghi si sente soffocare e deve trovare immediatamente la via d’uscita. O chi, al contrario, una persona che non riesce più a stare in luoghi aperti come mercati, giardini, piazze; qui si sente persa e senza confini.

Cos’è l’ansia

          L’ansia è un’emozione, esattamente come la gioia, la tristezza, la rabbia, ecc... È caratterizzata da un senso di agitazione, da un senso di minaccia imminente causato da un pericolo, che può essere esterno oppure dentro di noi. Provate ad immaginare di attraversare la strada e all’improvviso sbuca un’ auto ai 100 all’ora che viene verso di voi; immediatamente farete uno scatto per raggiungere al più presto il marciapiede. Dovete sapere che quello scatto è permesso da tutta una serie di cambiamenti che avvengono nel corpo in modo estremamente veloce.

          Quando notate il pericolo (in questo caso l’auto che vi sta per investire), il respiro diventa affannoso e il cuore inizia a battere velocemente, pompando il sangue nei muscoli, che ,così, sono pronti per la fuga. Facciamo altri esempi.Immaginate di camminare con amici in una giornata particolarmente ventilata in un parco. State chiacchierando quando all’improvviso sentite un forte rumore sopra di voi. Vi girate e vedete che un ramo di un albero appena spezzato vi sta arrivando addosso; immediatamente fate un salto per spostarvi.Provate a pensare di fare jogging in un bosco. Proprio mentre state correndo, in lontananza vedete un cane randagio che sbavando corre verso di voi. Immediatamente correte nella direzione opposta cercando un riparo.

Ecco cosa capita

          Il cervello avverte un pericolo e manda dei segnali al corpo che immediatamente produce dei cambiamenti: il respiro si fa più frequente e le narici e i polmoni si espandono, aumentando la quantità d’ossigeno disponibile per i muscoli; il ritmo cardiaco e la pressione del sangue aumentano, in modo da trasportare velocemente l’ossigeno e il nutrimento richiesti ai muscoli; il sangue è dirottato ai muscoli e si diventa “bianchi dalla paura”; i muscoli si tendono preparandosi ad una risposta veloce; il sangue aumenta la sua capacità a coagulare; aumenta il sudore; la mente si concentra sul pensiero “qual è il pericolo e cosa posso fare per evitarlo?” e ignora tutto il resto; la digestione si ferma; la bocca si fa secca e produce meno saliva. Il cibo si ferma nello stomaco; viene liberato nel sangue lo zucchero; il sistema immunitario rallenta; il corpo per il momento concentra tutti i suoi sforzi nella fuga o nell’attacco.

          Questa risposta d’ansia automatica è assolutamente positiva perché ci permette la sopravvivenza. Ci sono altre situazioni dove l’ ansia è molto utile. Se dobbiamo sostenere un esame all’ università avere un po’ di tensione è molto importante perché ci permette di essere più concentrati e più attenti. Se dobbiamo far fronte ad una prestazione sportiva, l’ansia ci serve per aumentare la resistenza alla fatica. Se dobbiamo dividere due persone che stanno litigando, la tensione ci è utile per stare molto attenti a quello che sta capitando e per avere l’ energia giusta per intervenire.

          A volte, però, non c’è un auto che ci sta prendendo sotto, non c’e un esame da superare, non c’è un colloquio di lavoro da affrontare, eppure abbiamo un attacco d’ansia. Magari stiamo facendo la coda al supermercato, siamo seduti comodamente al cinema, stiamo guardando tranquillamente la tv o stiamo leggendo un libro ed ad un certo punto il cuore va velocissimo, il respiro si fa molto affannoso e iniziamo a sudare; il problema è che non capiamo il perché. Non c’è un pericolo esterno eppure proviamo ansia. Ci spaventiamo e siccome non capiamo i motivi ci agitiamo ancora di più fino a provare un attacco di panico. Ma cos’è l’attacco di panico? Nel DSMIV (manuale di psichiatria) è descritto così: un periodo preciso di intensi paura o disagio, durante il quale quattro (o più) dei seguenti sintomi si sono sviluppati improvvisamente ed hanno raggiunto il picco nel giro di 10 minuti: palpitazioni, cardiopalmo, o tachicardia; sudorazione; tremori fini o a grandi scosse; dispnea o sensazione di soffocamento; sensazione di asfissia; dolore o fastidio al petto; nausea o disturbi addominali; sensazione di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento; de realizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da sé stessi); paura di perdere il controllo o di impazzire; paura di morire; parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio); brividi o vampate di calore. Insomma l’attacco di panico è uno stato d’ansia a livelli molto alti perché sono presenti varie paure che lo rendono molto intenso.

          Quando il pericolo esterno non è presente e abbiamo l’ansia le cause stanno dentro di noi, nei nostri pensieri. A volte, però, facciamo fatica a riconoscerli perché scorrono in fretta. Ad esempio, se stiamo guardando la tv e ad un certo punto abbiamo un attacco d’ansia potrebbe essere che stavamo pensando a qualche situazione nella nostra vita, a qualche cambiamento, a qualche condizione che rappresenta per noi un problema. Questi sono gli aspetti su cui ci dobbiamo concentrare, non l’attacco di panico che è “solo” un segnale che ci vuole far capire che dobbiamo risolvere qualcosa dentro di noi.

          La paura che ritorni l’attacco di panico è molto costante; infatti le persone che hanno avuto questo disturbo svolgono le loro attività quotidiane sempre accompagnate da qualcuno che le protegga nel caso arrivasse una nuova crisi. Oppure evitano continuamente luoghi dove possono rischiare di stare male. A volte alcuni individui arrivano a limitare così tanto la loro vita da non uscire più di casa.

          La psicoterapia cognitiva fornisce degli strumenti di auto osservazione che permettono all’individuo di capire quali sono i motivi che determinano gli attacchi di panico. Una volta capite le cause vanno affrontate, parlandone in profondità. Questo consente di superare le crisi. Inoltre è utile imparare delle tecniche che consentono di gestire gli attacchi quando si presentano. Nel mio libro Superare gli attacchi di panico, Seneca edizioni, viene spiegato cos’è l’ansia, cos’è l’attacco di panico; come eliminare la paura della paura del ritorno dell’attacco; vengono illustrate nel dettaglio le tecniche per gestire le crisi quando arrivano; vengono spiegate le cause; vengono riportati 11 casi clinici che permettono di capire i motivi e le ragioni che stanno dietro il disturbo e in che modo viene curato.

 

Alfredo De Marinis

http://www.dimensioni.org

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