News 4

L'ardua missione di educare i figli

La famiglia è la prima “fucina” della santità, è l'ambiente dove i bambini respirano l'ideale cristiano. Mamma Licia e papà Settimio, cattolici ferventi ed educatori pieni di santo equilibrio, siano un luminoso modello per i genitori di oggi.


L'ardua missione di educare i figli

da Quaderni Cannibali

del 29 settembre 2011

 

          Il focolare cristiano è il luogo in cui i figli ricevono il primo annuncio della Fede. Ecco perché la casa familiare è chiamata a buon diritto «la Chiesa domestica» (CCC n. 1666), comunità di grazia e di preghiera, scuola delle virtù umane e della carità cristiana.La famiglia Manelli ha incarnato perfettamente questo ideale cristiano di focolare domestico dove i figli sono stati accolti dalla mano di Dio ed educati cristianamente secondo il cuore di Dio.

          «Ogni nascita – testimonia uno dei figli – rafforzava la fede di papà e mamma aumentando la loro ricchezza interiore; infatti nessuno può immaginare la gioia che provavano nel vedersi circondati da noi figli che crescevamo sani, forti e devoti, sempre con l’aiuto di Dio, della Madonna e di San Pio da Pietrelcina. Per la loro missione di educatori, possiamo dire che, fin da piccoli, noi siamo stati educati: da nostro padre, al senso di Dio, alla fiducia nella Provvidenza e a pensare, come dice san Paolo, “alle cose di lassù e non alle cose della terra”; da nostra madre, alla volontà di fare contento Gesù, all’aspirazione di amarlo e farlo amare, a pregare per la salvezza delle anime».Con immensa tristezza, e facendo anche un esame di coscienza, penso a noi, genitori di oggi, a cosa educhiamo i nostri figli? Come li educhiamo? Probabilmente non ci nutriamo neanche noi di quelle Verità eterne che servono ad alimentare e rinsaldare la nostra Fede... Forse neanche siamo abituati a pregare: figurarsi se riusciamo ad insegnare ai nostri figli come si sta in comunione con Dio attraverso la preghiera.

          «E noi – ricordano commossi i figli di Licia e Settimio Manelli a proposito della loro santa mamma – non possiamo dimenticare quelle domeniche in cui ella correva da sola alla prima Messa alle cinque del mattino, lasciando noi bambini immersi nel sonno. Né finirà mai di consolarci il ricordo di quelle domeniche in cui si andava a Messa tutta la famiglia insieme, e alla Comunione l’intera balaustra era occupata da tutti noi: genitori e figli, quale edificazione!».

          Oggi, molto spesso siamo abituati a scenari familiari ben diversi: i genitori per primi non si nutrono alla Mensa del Pane di Vita: fatta fare la Prima Comunione ai figli, finito l’entusiasmo della festa, non ci si impegna più a portare i bambini a Messa. Gesù ha detto: «Lasciate che i bambini vengano a me» (cf Mt 19,14): non potrebbe essere visto questo, come un monito per i genitori che hanno il dovere principale di portare i figli a Gesù, educandoli all’amore a Dio e facendo scoprire loro i tesori immensi della Fede?

          «Mamma pregava molto, come papà – scrive Padre Stefano Maria Manelli in Questa è la mia famiglia –; e ci faceva pregare, giorno per giorno. Come dimenticare la recita del Rosario quotidiano ogni sera davanti al piccolo altarino domestico o attorno alla stufa accesa, nelle sere d’inverno? E come non ricordare con tenerezza quando ella ci insegnava le preghiere più devote per il ringraziamento alla Comunione o per il mese di maggio alla Madonna? Quando ci aiutava a fare i compiti di scuola con tanta e santa pazienza? Quando partecipava ai nostri giochi e ai nostri canti o ci preparava le gioiosissime sorprese della Befana? [I nostri genitori] ci hanno illuminato tante volte sui misteri di Dio e ci hanno esortato, senza mai stancarsi, a cercare non i beni transeunti e così spesso ingannevoli della povera terra, ma quelli del Cielo. Essi progettavano, infatti, di farci acquistare una vera personalità cristiana, tale da mettere anche noi, gradatamente, nella condizione di adempiere pure al dovere dell’apostolato, prima nella nostra famiglia, poi verso il prossimo».

          Ma mamma Licia, donna di un’intelligenza pronta e brillante, amava anche documentarsi scientificamente per l’educazione e la crescita dei figli. Sapienza di Dio e consigli professionali l’accompagnavano in questo compito di educatrice così difficile. «La interessavano – raccontano i figli –, anche i libri riguardanti la salute dei bambini, come quello di un autore inglese […] e le cui istruzioni seguiva quando iniziava lo svezzamento dei piccoli, e testi di pedagogia infantile, come quelli della Montessori, famosa ai suoi tempi. Per questo ci lasciava giocare come volevamo per dare libero sfogo alla nostra creatività, come diceva la pedagogista, a scapito però dell’ordine e dell’incolumità dei mobili di casa».

          Nei ricordi di Padre Stefano Maria, il figlio sacerdote, leggiamo: «Se ricordo gli scapaccioni della Mamma? Altro che! Non molti, in verità, ma belli e sonori, sì. Mamma sapeva darli, a tempo e a luogo, con una forza di richiamo che valeva bene a correggerci a dovere sul momento e su misura giusta, facendoci anche piangere, ma non troppo perché ella sapeva ben evitare sia l’eccesso che il difetto nel correggerci».«Sapeva evitare sia l’eccesso che il difetto nel correggerci»: l’equilibrio è un segno distintivo dei Santi; e questo sapersi dominare e misurarsi nel riprendere i figli è sicuramente frutto di un lavorio fatto su se stessa, sotto la sapiente guida di Padre Pio.

          I genitori sono chiamati, infatti, a santificarsi nella famiglia; e sicuramente terreno fertile per coltivare le virtù sono le vicissitudini di ogni giorno, nel compimento del proprio dovere nel modo più santo e perfetto.

 

Annalisa Dello Ioio

http://www.settimanaleppio.it

Versione app: 3.16.3.0 (f58d054)