L'educazione ha bisogno di tempo

Il bene comune è una situazione, uno stile di vita, una condizione in cui tutti i membri della comunità possono vivere in fraternità, mettendo in comunione quanto hanno in eccesso alle altre persone e ricevendo in momenti di bisogno.

L’educazione ha bisogno di tempo

da Quaderni Cannibali

del 20 novembre 2009

Perché oggi viviamo in una situazione di difficoltà, di “emergenza educativa”, per dirla con le parole di Benedetto XVI? Su cosa punta in particolare l’impegno educativo del MGS?

 

Al giorno d’oggi viviamo sommersi da una quantità enorme di input dal mondo esterno, come ad esempio la televisione con decoder satellitari, internet, social network, telefoni cellulari, posta elettronica, chat, ecc. Tutti questi forniscono una visione della vita, dei fatti che accadono, dei valori umani, degli interessi economici, ecc. che può assumere aspetti anche molto diversi a seconda della fonte di “informazione” e quindi ci si trova a volte in una “giungla di idee”…

 

Dall’altra parte la vita sociale, la crisi economica, la volontà di essere indipendenti da tutto e da tutti, lo stress accumulato nella società, il consumismo, il non voler rinunciare a nulla… porta a dover lavorare, correre, muoversi disperatamente tra casa, famiglia, lavoro, impegni…

 

Ed ecco che il tempo, considerato fino a poco fa un bene preziosissimo per i rapporti con le persone, per l’educazione dei figli, per la crescita e la condivisione corresponsabile degli individui ora si è trasformato in bene prezioso per fare tutte le attività che ci consentono di mantenere un certo tenore di vita o “dimostrare” di poterlo avere… anche se ovviamente, e per fortuna, non dappertutto è così!

 

Ma questo va a scapito dei rapporti, del dialogo, del “perdere tempo” per incontrare una persona, scambiare opinioni, leggere o informarsi con certi criteri critici, discutere di qualche situazione, formare una propria idea e una propria coscienza.

E qui, soprattutto i giovani si trovano tra “l’incudine e il martello”: non ricevono un’adeguata formazione per avere coscienza critica, un dialogo, un confronto di idee, uno scambio di pareri e dall’altra parte hanno migliaia di input che molte volte sono discordi sullo stesso fatto o su qualcosa di oggettivo…

E allora come fare a prendere posizione? A fare delle scelte? A capire dove sta il bene?

 

Il Movimento Giovanile Salesiano, che da sempre opera per i giovani e con i giovani, basa la propria azione sul Sistema Preventivo di don Bosco (ragione, religione e amorevolezza) che tende a spiegare e valutare le situazioni prima che accadano, le possibili conseguenze, la crescita con un accompagnatore o una persona di riferimento che sia da guida, aiuto, confessore e dove il giovane può sempre trovare un punto fermo con cui rapportasi nella “giungla di idee” sopra descritta…

 

Questo Sistema, creato e utilizzato da don Bosco, nostro Padre, Maestro ed Amico, ha portato buoni frutti in tutte le situazioni e le epoche in cui i giovani si sono rivolti e affidati a lui: e ora i Salesiani, le Figlie di Maria Ausiliatrice, i gruppi della Famiglia Salesiana e perciò il Movimento Giovanile Salesiano continuano ad affidarsi a questo metodo che risulta essere tutt’oggi valido e attuale.

 

La prospettiva sociale della sfida educativa, il suo obiettivo, è sicuramente la costruzione del bene comune. Cos’è per voi oggi il bene comune?

 

Il bene comune è una situazione, uno stile di vita, una condizione in cui tutti i membri della comunità possono vivere in fraternità, mettendo in comunione quanto hanno in eccesso alle altre persone e ricevendo in momenti di bisogno. Questo non deve essere visto in senso negativo (devo dare ad altri qualcosa che è mio) ma in senso ampio e positivo (così facendo la mia comunità, città, quartiere, casa, ecc. vive bene e quindi di riflesso anch’io sto bene, perché vivo nello stesso ambiente).

 

Il bene comune si ottiene quindi aprendosi agli altri, collaborando, mettendo in comunione e donando i propri “talenti”: solo così potremo veramente essere fratelli e ottenere le cose migliori, al servizio degli altri, donando quello che sappiamo fare bene e ricevendo dagli altri le cose in cui siamo più carenti. Il bene comune è una cosa che si costruisce assieme, mettendo ognuno un proprio mattone, per la realizzazione di una casa in cui tutti possano sentirsi fratelli e amati dal prossimo.

 

Quale contributo invece vi aspettate dall’Azione Cattolica sia per quanto riguarda il compito educativo che per quello della costruzione del bene comune?

 

Ritornando alla risposta precedente credo che la collaborazione reciproca e lo scambio di esperienze, di animatori, di momenti comuni da vivere assieme possa contribuire a formare uno spirito di famiglia, di crescita comunitaria, di formazione reciproca… di bene comune.

 

Partendo dal presupposto che ogni individuo è unico e porta un contributo alla società (nell’educazione, nella formazione, nelle persone che incontra) che solo lui può dare, con il proprio stile e il proprio carisma credo che la crescita corresponsabile degli individui in una società e dei Gruppi, Movimenti e Associazioni nelle esperienze di Chiesa (ma non solo) siano cose da tenere sempre presenti come contributo che ognuno è chiamato a donare verso il prossimo.

 

Donare agli altri quello che si è ricevuto, senza chiedere nulla in cambio: un segno tangibile per far crescere il ben comune e portare un po’ di sana educazione in questi tempi difficili, a volte idealizzati come “vince chi è più forte” o “vince chi ha di più”…

 

Ma credo che nei giovani, considerati senza valori, con poche idee e spesso vuoti, ci sia spesso mancanza di educazione, di una guida che li faccia ragionare e far capire gli eventuali errori, di qualcuno che li sostiene nei propri sbagli e li aiuta a rialzarsi, di capire che in questo “brutto” mondo non sono gli unici a dover affrontare le sfide quotidiane e che tutti assieme possiamo fare veramente tanto per costruire un mondo migliore di quello che abbiamo trovato.

 

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