L'insuccesso scolastico

La mia vita non è fatta di noia, ogni giorno che passa c'è qualcosa da scoprire, da imparare, da vivere, perché questi giorni non verranno rivissuti un'altra volta; la vita è una, godiamocela, perché sprecarla vedendo tutto in negativo?

L’insuccesso scolastico

da Quaderni Cannibali

del 06 novembre 2009

 

La percezione di non corrispondere adeguatamente alle aspettative dei genitori è una  causa di grandi sofferenze nei ragazzi e può anche essere l’occasione per cui – nella volontà di migliorare le proprie doti e la propria capacità di successo – si avvicinano al mondo delle sostanze stupefacenti, per affrontare una sorta di ansia da prestazione.

 

 

 

 

È una questione delicata, perché si gioca tutta nella capacità del genitore di trovare un punto di equilibrio tra il proprio progetto formativo sul figlio – spesso originato da una matura coscienza della realtà e da un’autentica volontà di bene nei suoi confronti – e la capacità di rinunciare ad esso, di fronte all’emergere di difficoltà nel perseguirlo o di una latente o decisa ribellione del ragazzo a tale progetto.

 

In questo caso l’esperienza più devastante per l’adolescente è il timore di aver perso la stima dei genitori, di non valere più ai loro occhi. L’esperienza dell’essere figli è fondamentalmente quella di un’appartenenza che dà sicurezza: sentirsi abbandonati significa sentire di aver perso il padre e la madre.

 

Occorre invece saper fare un passo indietro e accompagnare il figlio nelle scelte personali, aiutandolo a realizzare i suoi desideri e le sue volontà, anche non condividendole.

 

Tra la conclusione della Scuola Media Inferiore e i primi due anni di quella Superiore il ragazzo prende decisioni che ne segneranno radicalmente l’esistenza: in esse c’è una forte ed inevitabile componente di rischio ed anche di errore. La collaborazione tra scuola e famiglia in questi passaggi deve essere sincera, trasparente ed incisiva: confermare le scelte, modificarle, insistere nonostante un insuccesso sono tutti processi che devono avvenire in un clima di serenità, trasmettendo al ragazzo fiducia nella volontà di individuare ciò che è meglio per lui.

 

Non deve sentirsi solo, eccessivamente responsabilizzato nella realizzazione e nella gratificazione di aspettative altrui: deve sentirsi libero, dentro un contesto che non contrappone il progetto dei genitori al giudizio della scuola e degli insegnanti ma che lo coinvolge attivamente in un processo di orientamento condiviso.

 

TITOLO: La noia, la rabbia, la paura sono i tre nemici pi√π grandi della mia vita. Commenta questa frase di un tuo coetaneo.

 

....La mia vita non è fatta di noia, ogni giorno che passa c’è qualcosa da scoprire, da imparare, da vivere, perché questi giorni non verranno rivissuti un’altra volta; la vita è una, godiamocela, perché sprecarla vedendo tutto in negativo? Bisogna vivere giorno per giorno. Omettendo la noia, ogni tanto mi capita di vivere di PAURA e di RABBIA: sono brutti sentimenti ma cambiano la vita, una vita che senza di essi sarebbe piatta. La paura dei primi appuntamenti, che ti fa battere forte il cuore, che ti fa passare ore e ore davanti allo specchio, pensando che ogni ritocco sia fatale.

 

Esistono paure più forti, quelle che non riesci a superare con un filo di fondotinta, non basta quello per farti sentire sicura; come per esempio la paura di deludere i tuoi genitori con la scuola, quando loro dicono «DEVI e puoi fare di più…». E proprio in questi momenti sai che non li farai felici, perché la fatica dell’ultimo mese, la voglia di uscire ti assale e la voglia di studiare pian piano svanisce, lasciandoti il ricordo «STAI DELUDENDO MAMMA E PAPÀ»......

 

 

Matteo Lusso

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