Il Papa: l'universo non è caos, non è frutto del caos, ma piuttosto un'ordinata complessità che, attraverso analisi e analogie comparative, ci permette di elevarci da un punto di vista specifico ad uno più universale. Scienza e fede collaborino per il bene dell'umanità.
Scienza e fede sono necessarie per costruire una “cultura di rispetto per l’uomo”. E’ uno dei passaggi forti del discorso del Papa ai membri della Pontificia Accademia delle Scienze, ricevuti ieri 8 novembre in occasione della sessione plenaria sul tema “Complessità e analogia nella scienza: aspetti teoretici, metodologici ed epistemologici”. Benedetto XVI ha quindi ribadito che il cosmo non è frutto del caos, ma è “un’ordinata complessità”.
“L’universo – ha detto il Papa - non è caos, non è frutto del caos”, ma piuttosto “un’ordinata complessità che, attraverso analisi e analogie comparative, ci permette di elevarci” da un punto di vista specifico ad uno più universale. Nel suo discorso all’Accademia delle Scienze, il Papa ha sviluppato il suo ragionamento sulla prospettiva di una “nuova visione di unità delle scienze”. Ed ha richiamato, in particolare, quegli sforzi della tecnologia che tendono a “ridurre le diverse forme di energia ad un’unica e fondamentale forza elementare”: “Such an interdisciplinary approach…”
“Un tale approccio interdisciplinare – ha osservato – mostra anche che le scienze non sono mondi intellettuali disconnessi l’uno dall’altro e dalla realtà, ma piuttosto sono interconnessi e diretti allo studio della natura come un’unica, intellegibile e armoniosa realtà”. Se i primi momenti del cosmo e della vita “sfuggono all’osservazione scientifica”, ha proseguito, la scienza si trova tuttavia a scoprire una vasta serie di dinamiche che rivelano un ordine evidente e una creazione permanente. “Such a vision ha fruitful points of contact…”
“Una tale visione – ha detto – ha dei fruttuosi punti di contatto con la visione filosofica e teologica cristiana dell’universo” e con la sua concezione di “essere partecipato”. E’ proprio questa organizzazione “logica” e “analogica” della natura, ha aggiunto, che incoraggia la ricerca scientifica e porta la mente umana “a scoprire la compartecipazione orizzontale tra gli esseri umani e la partecipazione trascendentale” da parte di Dio. Del resto, ha annotato, la complessità della scienza contemporanea, con i suoi potenti strumenti di ricerca, ha “delle dirette ripercussioni sugli esseri umani”. Di qui, nell’Anno della fede, il rinnovato appello del Papa alla collaborazione tra uomini di scienza e di fede: “I am convinced of the urgent need…”
“Sono convinto – ha affermato – dell’urgente bisogno di un continuo dialogo e una continua cooperazione tra il mondo della scienza e della fede per costruire una cultura del rispetto dell’uomo, della sua dignità, della sua libertà”. E ancora “per il futuro della famiglia umana e per il duraturo sviluppo sostenibile del nostro pianeta”: “Without this necessary interplay…”
“Senza questa necessaria azione reciproca – ha avvertito – le grandi questioni dell’umanità” lasciano il “terreno della ragione e della verità” e “sono abbandonate all’irrazionale, al mito o all’indifferenza con grande danno per l’umanità, la pace e in definitiva per il nostro destino”.
Alessandro Gisotti
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