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La Bibbia in classe

L'articolo del Corriere dice che la Bibbia si deve leggere, al di fuori dell'ora di religione, come se fosse l'Iliade o l'Odissea, come una qualunque altra opera letteraria. Questa non è neanche una notizia, chiunque non sia un ottuso baciapile l'ha sempre saputo, e sa anche che gli unici ostili alla lettura della Bibbia sono sempre stati i cattolici osservanti.


La Bibbia in classe

da Attualità

del 25 maggio 2010

 

 

            La buona notizia è che nelle scuole superiori si studierà la Bibbia, e non nell'ora di religione (non ho mai sentito di colleghi di religione che si occupino della Bibbia), ma nelle ore di italiano.

 

            L'altra buona notizia è che chi l'ha voluto, l'ha sempre fatto. La Bibbia compare in molti libri di testo, in alcune antologie, in parecchi libri di 'epica', anche se è un po' una forzatura come genere letterario.

            Io ho fatto leggere brani della Bibbia in diverse occasioni; quand'ero al biennio linguistico quasi sempre; quest'anno in seconda professionale ho presentato qualche paginetta della Genesi, di Giobbe, dell'Ecclesiaste, penso di fare ancora almeno un piccolo estratto del Cantico dei Cantici.

            L'articolo del Corriere dice che la Bibbia si deve leggere, al di fuori dell'ora di religione, come se fosse l'Iliade o l'Odissea, come una qualunque altra opera letteraria. Questa non è neanche una notizia, chiunque non sia un ottuso baciapile l'ha sempre saputo, e sa anche che gli unici ostili alla lettura della Bibbia sono sempre stati i cattolici osservanti.

            La prima cattiva notizia è che per decidere questo si sono messi insieme il Ministero dell'Istruzione e un'associazione privata di lettori della Bibbia. Spero che la cosa non prenda piede, che non ci sia bisogno di un accordo tra il Ministero e un'associazione di cultori del Pi Greco per inserire l'area del cerchio nei programmi scolastici, oppure con i Circoli della Resistenza per raccomandare lo studio della legge di Ohm.

            L'altra cattiva notizia è che lo studio della Bibbia, presentato all'inizio come argomento del programma di letteratura, riceve una potente iniezione di politichese e di ideologia piagnona: 'Ebrei, Cristiani, Musulmani vengono di lì' ecc. l'amicizia tra i popoli ecc. nonché 'il Corano', che sarebbe anch'esso da leggere a scuola, ed è vero, io l'ho fatto, ma con la Bibbia non c'entra una minchia ecc.

            Insomma, anche le iniziative più utili possono essere portate avanti nel modo più stupido, quando ad occuparsene è qualcuno che non è del mestiere (voglio dire, in primo luogo il nostro Ministro).

            Infine un augurio: che ad insegnare la Bibbia siano soprattutto insegnanti come me, felicemente atei, che vedono il quelle pagine non “l'ispirazione di Dio' (questo è il mestiere dei preti, non della scuola) ma stupendi testi poetici di riflessione dell'uomo su sé stesso.

Maurizio Pistone

http://it-istruzione.confusenet.com

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