Oggi è la festa di una grande donna, oltre che di una grande santa...
Se Maria Maddalena vivesse oggi, sarebbe una leader politica, disposta a spendere la propria vita per il bene della comunità. Oppure insegnerebbe in una facoltà teologica, dedicando la propria vita alla ricerca della verità, con l'impegno di coniugare fede e ragione.
Oggi se ne celebra la festa, ma quella della Maddalena resta una figura poco conosciuta, anche quando non la si confonde - come invece succede abitualmente - con la peccatrice che unse i piedi di Gesù in casa di Simone o con l'adultera che rischiò la lapidazione o ancora con Maria di Betania. Come le altre figure femminili dei Vangeli (e dell'Antico Testamento) è stata poco narrata, tramandata, studiata. Il vescovo Cirillo di Alessandria, vissuto tra IV e V secolo, scrisse che la Maddalena «è lenta a comprendere come tutto il genere femminile». Perché dunque spendere energie e tempo dietro a lei e alle altre figure femminili?
Eppure, quello che di lei ci dicono i Vangeli e le testimonianze dei primi secoli, ha a che fare con una donna molto, molto interessante, come ricorda nel suo ultimo libro Valentina Alberici, che ne ricostruisce la figura vagliando attentamente le fonti e le interpretazioni (La chiamavano Maddalena, ed. Paoline 2015).
Maddalena era una donna autonoma e generosa, che faceva parte del gruppo di quelle che non solo seguivano Gesù, ma "lo assistevano con i loro beni" (Lc. 8,2-3).
Una donna intelligente, che secondo il Vangelo di Filippo "ha compreso la verità meglio degli altri".
Una donna forte: lo dice anche il nome, la cui etimologia ebraica, ricorda Alberici, significa "forza", "grandezza". Ipotesi questa proposta anche da Girolamo, secondo il quale «per il suo zelo e per l'ardore della fede ricevette il nome di "turrita"». Tanto che, scrive Alberici, «l'espressione "Maria la Maddalena" potrebbe essere tradotta come "Maria la magnificata, la Celebrata, la Resa-grande"».
Una donna che aveva sofferto, indubbiamente, tanto che Gesù l'ha liberata da sette demòni. Che chissà poi che cosa erano, visto che il termine indicava allora «una serie di entità non meglio identificate ritenute responsabili di una svariata gamma di situazioni o eventi più o meno drammatici»: malattie, incidenti, ma anche comportamenti anomali o posizioni "scomode" rispetto alla mentalità del tempo (non dimentichiamo che l'accusa di essere posseduto da un demonio venne rivolta anche a Gesù: cfr. GV 7,20). E, vista la condizione delle donne all'epoca, Alberici si chiede se «alcune donne "guarite da spiriti cattivi" non fossero in realtà persone profondamente provate da un ambiente che poteva d'un tratto rivelarsi agghiacciante e del tutto privo di umanità...». Per cui La Maddalena sarebbe una donna consapevole e intelligente, "intrappolata" in una situazione soffocante da cui solo Gesù riesce a liberarla.
Una donna che è stata scelta. Sul luogo della morte di Gesù ci sono tre donne, mentre i discepoli maschi si sono defilati. E sono donne quelle che il primo giorno dopo il sabato si recano alla tomba. Maddalena è stata derisa da molti commentatori per non aver riconosciuto subito Gesù risorto. Eppure è lei la prima a incontrarlo e «un simile primato», chiosa Alberici, «non può che essere stato considerato un onore per questa donna che aveva seguito Gesù fin dall'inizio della sua predicazione».
Una donna apostola. Nel Vangelo di Giovanni la Maddalena, oltre ad essere la prima persona a incontrare Gesù, è la prima a cui viene affidato un compito: portare il suo messaggio al resto dei discepoli. E così Maria diventa apostolo inviato dal Signore alla comunità, definizione che molti le hanno riconosciuto, da Ippolito di Roma, che l'ha descritta come "apostola degli apostoli", a Tommaso d'Acquino, che le ha riconosciuto il ruolo "profetico, angelico, apostolico". E d'altra parte, per San Paolo la missione dell'apostolo si fonda sull'aver visto il Signore Risorto.
Una donna diacono, con tutta probabilità, visto che, secondo un antico sinassario in uso nella Chiesa egiziana, «gli apostoli fecero di lei una diaconessa», ricorda ancora Valentina Alberici.
Insomma oggi è la festa di una grande donna, oltre che di una grande santa. Che varrebbe la pena conoscere meglio, anche perché avrebbe molto da dire alle donne di oggi, in cerca di modelli che indichino strade non scontate. Nel mondo e nella Chiesa.
Paola Springhetti
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