Il 4 maggio la prima memoria liturgica della giovane della Romagna morta in un incidente stradale a 22 anni. Il suo impegno accanto agli ultimi e ai fragili.
Si celebra mercoledì 4 maggio la prima memoria liturgica di Sandra Sabattini, la giovane discepola di don Oreste Benzi morta a 22 anni in un incidente stradale e proclamata beata il 24 ottobre scorso. Nell’occasione, alle 19, nella Cattedrale di Rimini, il vescovo Francesco Lambiasi presiederà l’Eucaristia. Nel corso del rito sarà consegnata alla comunità di San Girolamo, la parrocchia riminese che frequentava, la reliquia della ragazza. Ne esiste un’unica ex corporis: un capello che l'allora fidanzato aveva raccolto dal guanciale di Sandra e poi gelosamente custodito in una scatola di caramelle, decorata dalla ragazza. «La memoria di Sandra vuole essere un'occasione di unità ecclesiale per ringraziare del dono che Sandra è per tutta la nostra Chiesa diocesana», dice il vicario generale della diocesi, don Maurizio Fabbri.
La prima fidanzata beata nella storia della Chiesa. Sandra Sabattini è una sintesi di ciò che significa «una vita donata». Nata a Riccione nel 1961, da piccola coltiva un legame personale con il Signore, grazie all’esempio dello zio prete don Giuseppe Bonini e della famiglia che vive a Rimini, nella parrocchia di San Girolamo. Sandra è brava a scuola, ama dipingere, suona il pianoforte e corre come velocista in una squadra di atletica leggera. È una ragazza semplice, dolce, piena di interessi e di entusiasmo. Papa Francesco l’ha definita la «santa della porta accanto»; per il vescovo di Rimini, «la sua beatificazione è un dono per tutta la Chiesa. La vita di Sandra, infatti, profuma di Vangelo».
L'incontro con don Benzi. A 12 anni la ragazza romagnola incontra don Oreste Benzi, fondatore della Comunità “Papa Giovanni XXIII”, la cui vocazione consiste nel «conformare la propria vita a Gesù e condividere direttamente la vita degli ultimi, mettendo la propria vita con la loro». Un incontro che le cambia per sempre la sua vita. Inizia a seguire i poveri a domicilio, scende in piazza per i diritti delle persone disabili, dedica il suo tempo libero ai ragazzi vittime della droga. Studente di medicina all’università, coltiva il sogno di partire come missionaria in Africa. Anche il fidanzamento con Guido non è vissuto come una sistemazione, ma come un orizzonte più ampio per aprirsi allo spazio d’amore infinito di Dio.
La morte per un’incidente stradale. La mattina del 29 aprile 1984, mentre si reca a un incontro della Comunità “Papa Giovanni” a Igea Marina, Sandra viene investita da un’auto. Rimane in coma per tre giorni e il 2 maggio muore a 22 anni. Quattro giorni prima dell’incidente, Sandra aveva raccontato alla madre di aver visto in sogno il suo funerale e la sua tomba piena di fiori. Nell’ultima pagina del suo diario, due giorni prima dell’incidente, la giovane lascia il suo testamento spirituale: «Non è mia questa vita che sta evolvendosi ritmata da un regolare respiro che non è mio, allietata da una serena giornata che non è mia. Non c’è nulla a questo mondo che sia tuo. Sandra, renditene conto! È tutto un dono su cui il “Donatore” può intervenire quando e come vuole. Abbi cura del regalo fattoti, rendilo più bello e pieno per quando sarà l’ora». Poco dopo la sua morte, don Oreste Benzi ha l’occasione di leggere ciò che Sandra ha lasciato scritto in foglietti sparsi, brevi appunti da cui trapela un profondo cammino spirituale. Questi pensieri vengono ordinati e raccolti nel libro “Il diario di Sandra”.
Sugli altari. La causa di canonizzazione viene aperta nel settembre 2006. Nel 2018 Sandra è dichiarata «venerabile» e il 2 ottobre 2019 papa Francesco autorizza la promulgazione del decreto che riconosceva «il miracolo, attribuito all’intercessione di Sandra Sabattini» sulla guarigione da un tumore maligno di Stefano Vitali, ritenuta «scientificamente inspiegabile». Viene proclamata beata il 24 ottobre scorso a Rimini.
Di Redazione Catholica
Tratto da avvenire.it
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