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La fede conquista gli abissi

Così faticano a piedi lungo i chilometri del "Camino" di Santiago, scalano le montagne per raggiungere una piccola croce e, qualche volta, scelgono il mare. Perché anche dal punto più basso della terra si vede bene il cielo e ammirare la bellezza di un fondale può essere una scuola di lode.


La fede conquista gli abissi

da Quaderni Cannibali

del 04 agosto 2010

 

                 A volte per guardare in alto bisogna andare a fondo, immergersi negli abissi di un cuore diventato pesante, mettersi a tu per tu con le profondità spesso scomode del nostro io. No, non è solo un generico benessere quello che cercano i viandanti sulle vie del sacro. Li spinge il desiderio di assoluto, la volontà di aprirsi agli altri, il bisogno di respirare l’eterno presente di Dio.

 

                 Così faticano a piedi lungo i chilometri del 'Camino' di Santiago, scalano le montagne per raggiungere una piccola croce e, qualche volta, scelgono il mare. Perché anche dal punto più basso della terra si vede bene il cielo e ammirare la bellezza di un fondale può essere una scuola di lode.

                 «Il mare avvicina l’assoluto, perché ci dà il senso dell’infinito – sottolinea don Francesco Ciabattoni parroco a Monteprandone, nelle Marche, e istruttore subacqueo –. Andando sotto, si sente il respiro di questo essere vivente che viene tenuto in mano da Dio. L’apnea – continua – che richiede il controllo del corpo, del cuore, facilita la contemplazione, la preghiera. Chi usa le bombole invece vive di più la dimensione dello stupore, della meraviglia perché scopre la creazione sott’acqua».

                 E forse proprio per condividere tanta ricchezza interiore c’è chi ha voluto lasciare una testimonianza concreta della sua fede. Sono nate così le statue sommerse, spesso gesto di ringraziamento per un beneficio ricevuto, ma anche memoria di una disgrazia o richiesta di intercessione. «In Italia – spiega Giorgio Anzil, responsabile del progetto 'La fede sotto il mare' – la prima risale all’agosto 1954 quando nelle acque limpide della baia di San Fruttuoso venne immerso il Cristo degli Abissi, una statua in bronzo alta due metri e mezzo, opera del milanese Guido Galletti, varata a quindici metri di profondità. L’idea – prosegue Anzil – fu di Duilio Marcante, un vecchio cacciatore subacqueo che volle in questo modo onorare gli amici morti in immersione affidando a Gesù chi rischia la vita in mare».

                 Qualche giorno prima, il 18 luglio, una cavità naturale sottomarina di Falconeria nella costa spagnola di Garraf aveva accolto una riproduzione della Vergine di Montserrat. E di lì a poco, al largo di Chiffalo, vicino Algeri, l’arcivescovo Léon-Etienne Duval avrebbe benedetto Notre Dame de la Mer posata all’interno di una grotta.

                 «Il Cristo degli Abissi – aggiunge Anzil – resta sicuramente la statua più conosciuta e frequentata ma nel corso degli anni i fondali italiani si sono arricchiti di molte altre opere d’arte». Di sicuro tra la Liguria e la Sicilia se ne contano una cinquantina. Di queste, oltre al Cristo degli Abissi, sono state completamente 'censite' altre quattordici statue. Due sono dedicate a Padre Pio – una, alta tre metri, nelle Isole Tremiti; l’altra a Marina di Camerota, nel Salernitano – mentre riproducono la Vergine la Madonna del Mare di Zoagli, quella del Naufrago a Villasimius e la Madonna del Vervece a Massa Lubrense, vicino Napoli. E se il Cristo di Bracciano ha trovato casa nel lago, molto particolari sono il Presepe nei fondali di Paraggi, la Croce di Santo Stefano nell’omonima baia di Imperia e la Campana posta poco lontano, a Secca dei Frati.

                 «'La fede sotto il mare' – spiega Anzil che di professione fa l’istruttore subacqueo – nasce come iniziativa spirituale per diffondere la cultura e la cura delle statue sommerse, ma tra gli obiettivi c’è anche la creazione di un circuito itinerante lungo i siti sottomarini a sfondo religioso. Più didattico invece – prosegue Anzil – è il progetto 'Statue nel blu' pensato soprattutto per i non subacquei che, attraverso forme di sea watching», cioè per 'vedere sotto', «potranno scoprire un patrimonio dal quale altrimenti sarebbero esclusi». A poco a poco le statue sommerse sono diventate mete di originali eventi di fede. Nel giugno scorso ad esempio, il fondale delle Isole Tremiti ha accolto gli 'Sposi subacquei', iniziativa, organizzata da don Ciabattoni, che ha radunato sedici coppie.

                 «È stato un modo – spiega il sacerdote che è assistente spirituale de 'La fede sotto il mare' – per ringraziare Dio del loro matrimonio. Prima – aggiunge – c’è stato un momento di incontro e una breve processione sopra l’acqua, poi davanti alla statua di Padre Pio le coppie hanno rinnovato le loro promesse matrimoniali». Gesti che sottolineano come la fede sotto il mare sia possibile. «Si cerca di animare spiritualmente il mondo della subacquea – sottolinea don Ciabattoni –, perché non resti solo confinato nella dimensione dello sport o del tempo libero ma diventi occasione di preghiera, di rapporto con il creato, di incontro con le persone».

                 Nato e cresciuto vicino all’Adriatico, il mare ha accompagnato e sostenuto la vocazione di don Ciabattoni che forse proprio per questo ha voluto chiamare 'Anima nel blu' un progetto che unisce l’amore per la subacquea con la solidarietà, con l’attenzione alle missioni, cui guardano tutti i progetti promossi. «Tra le altre cose – conclude – stiamo cercando di creare un collegamento, di 'mettere in rete' i sacerdoti subacquei. In Italia siamo una decina, di cui tre, tra cui il sottoscritto, istruttori. È probabile che dal prossimo anno proporremo anche un pellegrinaggio subacqueo».

Riccardo Maccioni

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