La coscienza umana deve presentarsi, per essere
Insieme alla vita, un altro valore oggi è molto fragile: la pace. il primo modo di costruire la pace eÃÄ quello di eliminare l'idea di nemico, di rivale, di concorrente. Se l'altro è sempre un fratello, un compagno di strada, non potranno piuÃÄ esistere violenze e conflitti.
La pace, oggi, è fragilissima prima di tutto a livello internazionale e planetario. negli ultimi 40 anni (fino al 2005, nota Redazione) 130 conflitti armati hanno fatto 32 milioni di morti nel mondo. ad essi dobbiamo aggiungere le migliaia di uomini che moriranno falciati dalle armi che anche l'Italia contribuisce a costruire e a vendere. ma gli altri paesi non vivono una vera pace: eÃÄ solo equilibrio del terrore, della paura.
La pace non eÃÄ soltanto qualcosa di negativo (assenza di violenza e di guerra), ma è soprattutto un valore positivo: dipende dalla realizzazione dell'armonia sociale, della giustizia, dell'uguaglianza delle possibilità.
Come si “gioca” alla pace?
Una scena registrata ai giardini pubblici di Torino. Un vecchietto, capelli bianchi, occhiali cerchiati d'oro sulla punta del naso, sta leggendo un libro seduto su una panchina. tutt'intorno un gran rincorrersi di bambini che giocano con pistole e pugnali di plastica. «Bang! Bang! Sei morto! Ti ho colpito!».
Il vecchietto osserva i bambini al di sopra degli occhiali e poi chiede: «A che cosa giocate?». «Noi giochiamo alla guerra!» rispondono i bambini. Il vecchietto li guarda sorridendo. «Perché non giocate alla pace?». «è una buona idea», dicono i bambini. Fanno un conciliabolo fitto fitto, ci pensano un po', poi piombano nel silenzio. Un bambino si avvicina al vecchietto e chiede: «Nonno, ma come si gioca alla pace?».
Come vivere il “valore pace”
Che tipo di mondo è mai quello nel quale i bambini non sanno giocare alla pace? in effetti viviamo in una societaÃÄ che eÃÄ stata definita «un serbatoio di violenza»: teppismo, microdelinquenza, pestaggi, liti, cabine telefoniche a pezzi, scatti nervosi, insulti...
A oltre ventimila giovani hanno chiesto: «Se vedi picchiare qualcuno, come reagisci?». il 65 per cento ha risposto: «Dipende da chi lo picchia», oppure «Scappo o sto a guardare». «Pensare ai fatti propri» oggi è una legge generale.
Il valore pace si incomincia a vivere nella propria casa. «Spesso dimostriamo così poco affetto a coloro che amiamo di più! – afferma uno studioso –. Facciamo complimenti alla gente in ufficio, ma non ai nostri figli, alle nostre mogli, ai nostri genitori. Non lasciate mai passare un giorno senza vedere qualcosa di bello in coloro che vi circondano. E diteglielo! Forse qualche volta sarà difficile. Dovrete cercare. Ma trovate qualcosa di bello e dite: "Questo è veramente bello"; "Questo è ben fatto"».
Nella sala d’attesa di un ospedale di New York si legge questa iscrizione:
Ti ho chiesto, Signore, la forza in vista del successo.
Tu mi hai reso debole perché imparassi ad obbedire.
Ti ho chiesto la salute per fare delle grandi cose.
Ho ricevuto l’infermità per fare delle cose migliori.
Ti ho chiesto la ricchezza per essere felice.
Ho ricevuto la povertà per essere saggio.
Ti ho chiesto il potere per essere apprezzato dagli uomini.
Ho ricevuto la debolezza per avere bisogno di te.
Ti ho chiesto l’amicizia per non vivere solo.
Tu mi hai dato un cuore per amare tutti i fratelli.
Non ho avuto nulla di quello che avevo chiesto.
Ho avuto tutto quello che avevo sperato.
Grazie, Signore!
Bruno Ferrero
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