La Sfida EducativaSintesi di alcuni dati empirici 2

Gli stranieri iscritti nelle scuole italiane, superavano di poco i 307 mila nell'anno scolastico 2003/04, sono diventati 574 mila nell'anno scolastico 2007/08, con un aumento dell'87 per cento. Che atteggiamento assumono i giovani di fronte a questo fenomeno?

La Sfida EducativaSintesi di alcuni dati empirici 2

da Quaderni Cannibali

del 03 novembre 2009

 Emergenza educativa e immigrazione

 

           Tra i fattori strutturali che richiedono di riflettere sul senso dell’educazione va ricordato anche il fenomeno sempre più massiccio dell’immigrazione che interessa i paesi occidentali e che porta ad un incontro tra culture che costringe a ripensare radicalmente, e in modo non sempre agevole, consolidati modelli di convivenza e di relazioni educative. Il numero di cittadini stranieri residenti in Italia è passato (cfr. Istat 2009c) da 1.356.590 del 2002 a 3.432.651 del 2008, il numero di minori è passato da 299.000 a 760.733.

 

 

Gli stranieri iscritti nelle scuole italiane, superavano di poco i 307 mila nell’anno scolastico 2003/04, sono diventati 574 mila nell’anno scolastico 2007/08, con un aumento dell’87 per cento. Che atteggiamento assumono i giovani di fronte a questo fenomeno?

 

Dalla Sesta indagine dell’Istituto Iard sulla condizione giovanile emerge ad esempio che il 32,4% dei giovani (15-34 anni) è «molto d’accordo» e il 37,4% è «abbastanza d’accordo» con l’affermazione «nel nostro paese ci sono troppi immigrati»; il 43,7% degli intervistati (-10,4 rispetto ai dati della ricerca Iard del 2000) è d’accordo («molto»+«abbastanza») con l’affermazione secondo cui «gran parte degli immigrati svolge attività criminali o illecite», il 35,2% degli intervistati (+5,3 rispetto ai dati della ricerca Iard del 2000) è d’accordo («molto»+«abbastanza») con l’affermazione secondo cui «gli immigrati portano via posti di lavoro ai disoccupati italiani». È degno di nota anche il fatto che il 37,5% degli intervistati (+9,7 rispetto ai dati della ricerca Iard del 2000) ritiene che la cittadinanza italiana debba essere concessa solo a chi ha almeno un genitore italiano o radici etniche italiane.

 

Quando si parla di emergenza educativa, i primi dati a cui di solito si fa riferimento nell’ opinione pubblica sono quelli inerenti alla scuola, in modo particolare si richiama il livello di preparazione degli studenti italiani (secondo i criteri Ocse-Pisa), i risultati raggiunti rispetto ai parametri indicati dal Consiglio Europeo di Lisbona del 2000 e il fenomeno del bullismo.

 

Il Programme for International Student Assessment dell’Ocse

 

Nel maggio 1998 l’Ocse avvia il progetto Programme for International Student Assessment (PISA), un’indagine che viene condotta a cadenza triennale su scala globale volta a monitorare la performance scolastica degli studenti quindicenni in tre ambiti: la capacità di lettura, la matematica, le scienze. Questa ricerca viene assunta dai diversi governi come un indicatore importante delle priorità da perseguire in ambito educativo. L’indagine Pisa 2006 mostra che il punteggio medio degli studenti italiani nelle competenze scientifiche è 475, la media dei 25 Paesi dell’Unione Europea partecipanti alla ricerca è di 497 e la media Ocse è di 500, complessivamente il 25,3% degli studenti italiani si colloca sotto il livello 2, che indica il livello base di conoscenza scientifica in grado di consentire loro di confrontarsi in modo efficace con situazioni in cui siano chiamate in causa scienze e tecnologia.

 

Per quanto riguarda la matematica, il punteggio medio degli studenti italiani è 462, a fronte di una media Ocse di 498, complessivamente in Italia il 32,8% degli studenti si colloca al di sotto del livello 2. Il punteggio medio degli italiani per quanto riguarda la lettura è 469, contro una media Ocse di 492, complessivamente in Italia il 50,9% degli studenti si colloca sotto il livello 3 che è stato individuato come il livello in cui gli studenti sono in grado di confrontarsi in modo efficace con contesti e situazioni di vita quotidiana in cui è richiesto l’esercizio della competenza della lettura.

 

Tra il 2000 e il 2006, il punteggio medio degli studenti italiani in lettura è diminuito in modo significativo passando da 487 a 469, il punteggio medio per quanto riguarda la matematica invece non è cambiato in modo significativo passando nello stesso periodo da 466 a 462. I dati relativi agli scrutini intermedi dell’anno scolastico 2008/2009 confermano la situazione preoccupante: solo il 52% dei ragazzi nella scuola secondaria di I grado raggiunge la sufficienza in tutte le materie, il dato è ancora più basso (26%) nella secondaria di II grado, il 68% arriva alla vigilia dell’esame di Stato senza la sufficienza in tutte le materie.

 

Educazione: l’Italia vista dall’Europa

 

L’Italia arranca anche rispetto ad alcuni degli obiettivi fissati dal Consiglio Europeo di Lisbona del 2000 in vista del 2010: abbandono scolastico, acquisizione di competenze di base nella lettura, innalzamento del livello di istruzione, laureati in materie scientifiche, apprendimento permanente (cfr. Commissione Europea 2008). Il tasso di dispersione (inteso come percentuale di coloro che avendo una età compresa tra i 18 e i 24 anni hanno abbandonato gli studi senza aver conseguito un titolo di studio di scuola superiore), nel 2007 in Italia era ancora del 19,3%, in calo rispetto al 30,1% del 1997, ma ancora lontano dal valore del 10% indicato nella strategia di Lisbona ed sopra il dato medio (15,2%) dei 27 paesi dell’Unione Europea.

 

Nel 2000 la percentuale nell’UE di giovani di 15 anni con cattivi risultati nella lettura era del 21,3% (dati disponibili solo per 18 Stati membri). Secondo il parametro di riferimento questa percentuale dovrebbe ridursi di un quinto nel 2010 (raggiungendo così il 17,0%). In Italia si è passati invece dal 18,9% (dato del 2000) al 26,4% (dato del 2006), nella Ue dal 21,3% al 24,1%. In entrambi i casi dunque invece di un miglioramento si è registrato un peggioramento. In Italia ci sono inoltre zone in cui l’analfabetismo è ancora diffuso: in Basilicata il tasso di analfabetismo è del 13,8%, in Calabria del 13,2%, in Molise del 12,2%, in Sicilia dell’11,3%.

 

La percentuale di giovani (20-24 anni) che hanno completato il ciclo di istruzione secondaria superiore è in Italia del 75,5% (la media nell’Unione Europea è del 77,8%) rispetto ad un dato di partenza nel 2000 del 69,4% e ad un obiettivo, atteso per il 2010, dell’85% (è ancora bassa in Italia anche la quota di quanti si iscrivono all’Università, il 41,2%). Nel 2007, il 48,2% della popolazione italiana dai 25 ai 64 anni possiede solo la licenza di scuola secondaria di primo grado; la percentuale sfiora il 60% in Sardegna, Sicilia, Campania e Puglia. L’Italia si trova agli ultimi posti della graduatoria Ue insieme a Spagna, Portogallo e Malta.

 

AA.VV.

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