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La virtù da seminare nel cuore dei giovani

Ciò che io più raccomando è di sradicare dal cuore ogni cosa che sia contro la bella virtù della purezza. Fosse pur cosa da nulla, non si usa mai abbastanza riguardo per custodire questa bella virtù, ed il vizio contrario è così cattivo seme, che guai se si lascia germogliare! Non lasciate mai che nessun pensiero cattivo s'impossessi di voi; poi dominio negli sguardi, nei tratti, nelle parole, in tutto»


La virt√π da seminare nel cuore dei giovani

da Don Bosco

del 13 gennaio 2011

 

          Siamo tutti chiamati da Don Bosco a trasmettere ai giovani i suoi consigli circa la semina, da operare nelle loro menti, delle virtù da coltivare e delle passioni cattive da sradicare, passioni che si scatenano così facilmente nell’animo degli adolescenti.            Certo conosciamo anche delle passioni buone che sono da sviluppare, quali le capacità sportive, musicali, teatrali, artistiche. Don Bosco fu vero maestro nel farle scoprire ai suoi giovani e sviluppare. Di qui il successo del gioco nelle sue case, della musica, del canto, del teatro.           Sapeva trasmettere soprattutto la passione per Dio e per la salvezza delle anime, facendo gustare ai suoi giovani la gioia di fare del bene ai più piccoli, ai più poveri, agli ammalati nel fisico o nello spirito.  Chi semina vento, raccoglie tempesta           Sentiamo cosa dice Don Bosco circa le passioni cattive che si scatenano nei giovani: «La Sacra Scrittura… dice poi ancora: Chi semina vento, raccoglierà burrasca e tempesta. Il vento è simbolo delle passioni; chi si lascia già adesso dominare da piccole passioni, queste sono come altrettanti semi che se non si estirpano, cresceranno grossi, e sì che, ve lo assicuro io, diverranno come tempesta e burrasca nel vostro cuore. Non lasciate, per carità, che nessuna passione si radichi in voi; poiché guai! in vecchiaia voi sareste in continua burrasca.           Tenete a mente che tutte le grandi passioni che dominano gli uomini e fanno commettere loro azioni tanto cattive e scellerate, non furono sempre così grandi e violente. Vi fu un tempo che erano piccole, ma crebbero a poco a poco. Quando un giovane ha già le sue passioncelle e non cerca per nulla di vincersi, ma dice: – Oh, sono cose da poco! – io tremo, perché dico: È vero che adesso non sono ancora grandi, è un’erba appena spuntata; ma lasciatela al suo posto e crescerà: il leoncino innocuo si farà leone feroce, e l’orsicino quasi direi grazioso si farà un terribile orso, e la piccola tigre che quasi ti pare carezzevole, diverrà il più feroce degli animali.            Questo che vi dissi è vero per tutte le passioni, ma ciò che io più raccomando è di sradicare dal cuore ogni cosa che sia contro la bella virtù della purezza. Fosse pur cosa da nulla, non si usa mai abbastanza riguardo per custodire questa bella virtù, ed il vizio contrario è così cattivo seme, che guai se si lascia germogliare!...Non lasciate mai che nessun pensiero cattivo s’impossessi di voi; poi dominio negli sguardi, nei tratti, nelle parole, in tutto» (MB 11,251-252).           Ritorneremo su questa virtù così preziosa per la vita di un adolescente e per la sua futura vocazione, poiché è una virtù così insidiata ai nostri giorni, e a noi educatori e agli stessi genitori riesce difficile proteggere i nostri giovani, che già da ragazzi subiscono questo bombardamento mediatico, dal quale sembra impossibile difenderli. Dopo essere sottoposti quotidianamente e per anni a immagini pornografiche non dovremmo meravigliarci degli episodi di violenza e di perversione sessuale che vengono alla ribalta dei giornali. Riprenderemo dunque l’argomento, ma adesso vogliamo seguire l’ordine di Don Bosco che premette a questa virtù, quella dell’obbedienza. La indica come la prima che un ragazzo deve vivere nei confronti dei suoi genitori ed educatori.  La prima virtù di un giovane è l’obbedienza           Conversando con i giovani Don Bosco diceva loro:«Ma voi mi domanderete: – La virtù dell’obbedienza è una grande virtù?           Sì, la virtù dell’obbedienza è quella che contiene, che abbraccia tutte le altre virtù e le conserva in modo che più non si perdano, come dice San Gregorio Magno. La virtù dell’obbedienza è l’atto più grato che noi possiamo fare a Dio. Fra tutti i doni che Dio ci fece, la libertà è il dono più grande. Ora quando noi obbediamo facciamo un sacrificio di questa libera volontà, assoggettandola al volere di un altro; ma la volontà è la cosa più preziosa che abbia l’uomo, dunque questo è il sacrificio più gradito che possiamo fare a Dio» (MB 6,14-15).           E aggiungeva ancora parlando dell’obbedienza pronta, volenterosa e confidente: «Il mezzo più facile per farci santi è il riconoscere la volontà di Dio in quella dei nostri Superiori in tutto ciò che ci comandano e in tutto quello che ci accade lungo la vita. L’obbedienza è la chiave di tutte le virtù. Siamo obbedienti e avremo la pazienza, la carità e la purezza, la quale specialmente è il premio dell’umiltà. Vogliamo essere sempre allegri? Siamo obbedienti… Vogliamo andare molto in alto nella santità e nel Paradiso? Siamo fedeli a obbedire anche nelle piccole cose» (MB 7,249).           Forse Don Bosco aiutando i suoi ragazzi a meditare sulla virtù dell’obbedienza ripensava al proposito preso in occasione della sua prima comunione, riportato nelle sue Memorie: «… Da quel giorno mi pare di essere diventato migliore, almeno un poco. Prima provavo una grande ripugnanza ad obbedire, ad accettare le decisioni degli altri. Rispondevo sempre a chi mi dava un comando o un consiglio».  Le guide nel cammino della vita           Le sue meditazioni sono dunque frutto della sua esperienza. La prima raccomandazione è quella di essere docili alle guide naturali che il Signore dona ad un ragazzo.«Come una tenera pianta, sebbene Posta in buon terreno dentro un giardino, tuttavia prende cattiva piega e finisce male, se non è coltivata e, per dir così, guidata fino ad una certa grossezza, così voi, miei cari giovani, piegherete sicuramente al male, se non vi lasciate guidare da chi ha cura della vostra educazione e del bene dell’anima vostra. Questa guida voi l’avete nei vostri genitori e in quelli che ne fanno le veci, cui dovete docilmente ubbidire. “Onora tuo padre e tua madre, e avrai lunga vita sopra la terra”, dice il Signore.           Ma in che consiste questo onore? Consiste nell’ubbidirli, rispettarli ed assisterli.Nell’ubbidirli: e perciò quando vi comandano qualche cosa, fatela prontamente senza mostrarvi ritrosi, e guardatevi d’essere di quei tali che brontolando alzano le spalle, scrollano il capo, e, quel che è peggio, rispondono con insolenze.           Costoro fanno grande ingiuria ai loro genitori, e a Dio medesimo, giacché nei comandi dei genitori è da vedere espressa la volontà di Dio. Il nostro Salvatore, quantunque onnipotente, per insegnarci ad ubbidire fu in tutto sottomesso alla Beata Vergine e a San Giuseppe, nell’umile mestiere di artigiano. Per ubbidire poi al suo Padre celeste si offrì fino a morire spasimando in croce: obbediente fino alla morte di croce.           Dovete altresì portare al padre ed alla madre un grande rispetto, e non intraprendere cosa alcuna senza il loro permesso, né mai mostrarvi impazienti in loro presenza, né rilevarne i difetti…           Infine dovete prestar assistenza ai genitori nei loro bisogni, con quei servizi domestici di cui siete capaci, e molto più consegnando loro ogni danaro o cosa che vi possa venir fra le mani, e facendone quell’uso che da loro vi sarà suggerito. È altresì stretto dovere di un giovane di pregare mattino e sera per i suoi genitori, affinché Dio conceda loro ogni bene spirituale e temporale.           Quanto vi ho detto circa l’ubbidienza e il rispetto ai genitori, dovete pure praticarlo verso ogni vostro superiore, ecclesiastico o secolare, e quindi anche verso i vostri maestri, sia perché ogni cosa essi fanno per il vostro maggior vantaggio, sia perché l’ubbidienza prestata ai superiori è come prestata a Gesù Cristo medesimo ed a Maria Santissima»(da Il Giovane Provveduto).           Le guide naturali di un ragazzo sono i genitori, ai quali si affiancano gli educatori, quali gli insegnanti, gli animatori spirituali e coloro che seguono le attività ricreative, ecc. Un rilievo speciale Don Bosco riserva al confessore e alla guida spirituale, verso il quale si deve avere la massima confidenza. Ricordiamo Francesco Piccollo, che aveva cercato nella chiesa della Consolata di Torino un confessore che non fosse Don Bosco, perché non voleva dargli un dispiacere, accusandosi di avergli rubato del pane, e si sente dire da Don Bosco stesso, che si trovava nel confessionale di quella chiesa: «Don Bosco preferisce alla tua innocenza, la tua confidenza».

don Gianni sdb

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