Per il nuovo anno scelgo la “O” dell'oggi: voglio vivere ogni giorno con passione e dedizione. E tu? Cosa vuoi per il 2019?
Facciamo un gioco: un dono per ogni lettera dell’alfabeto per il 2019 appena cominciato. A come amicizia, quella che sa essere vera, profonda. B come bambini, per imparare la vita da loro. C come Cristo, troppo spesso chiuso nei cassetti della nostra esistenza. D come dizionario, per imparare a pronunciare parole nuove, come “grazie” o “scusa”. E come emozioni, tante, coinvolgenti, da riempirci il cuore. F come famiglia, da riportare al centro delle scelte delle Istituzioni. G come gentilezza, sempre più scarsa e arginata dalla frenesia delle nostre giornate.
I come l’intelligenza di tacere quando la parola può ferire o, invece, parlare, quando il silenzio sarebbe complice di un’ingiustizia. L come legalità quella che si trova nelle piccole cose, dalle quali ri-partire per rendere migliori noi stessi e le realtà nelle quali ci muoviamo. M come la mamma che ognuno di noi ha accanto o nel cuore, per prenderci cura l’una dell’altro senza aspettarci nulla in cambio. N come nutrimento del corpo per chi muore di stenti, e dell’anima per chi, invece, ha sempre tavola imbandita ma cuore vuoto. O come oggi, il giorno che stiamo vivendo, che non deve terminare senza aver preso e dato tutto con impegno e passione. P come progetti, possibili e concretizzabili, da sostituire ai sogni che spesso ci zavorrano dietro l’impossibile invece di farci volare.
Q ed R come quota di responsabilità rispetto a ciò che non va nelle nostre città: non possiamo sempre delegare, non è solo colpa degli altri. S per sensibilità, per cogliere ciò che il distratto non vede o a cui l’arrogante non lascia spazio. T per la tenacia necessaria a non mollare, a non farsi convincere che hai sempre torto. U per l’umiltà di non credersi l’unico nel giusto, contro il quale l’intera umanità si sia coalizzata; possiamo sbagliare e, se accade, dobbiamo chiedere scusa. V per verità, che ci guidi e illumini e che ci affranchi dalle convenzioni e dalle utilitaristiche decisioni. Z per Andrea Zanzotto, poeta che fatico a comprendere, nel quale mi imbatto sempre più spesso, il quale sembra rivolgersi proprio a me quando ammonisce: “Per carità, esci dalla virtualità”.
Ecco, se riuscissi a fare mia anche solo una di queste lettere, nel 2019 incipiente, potrei dirmi più che soddisfatta. Magari punto sulla O, per imparare ad annientare la pigrizia, che, tante volte, mi blocca. E tu?
Michela Giordano
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