Le cicatrici dell'amore

Anni dopo, quando la guerra era finita e noi avevamo di nuovo abbastanza da mangiare, mio padre mi disse che il nostro giardiniere aveva preso Walter per darlo da mangiare alla sua famiglia che non aveva più nulla da mangiare. Mio padre sapeva che era stato il giardiniere...

Le cicatrici dell’amore

da L'autore

del 01 gennaio 2002

Spesso gli animali ci vengono dati per insegnarci l’amore e la compassione. In verità io ho scarso interesse per i cuccioli, siano cani, gatti o pappagalli. Sebbene spesso mi irriti molto quando i cuccioli diventano il principale tema di conversazione tra gli amici, devo confessare che uno dei ricordi più vividi della mia adolescenza è legato a un capretto che mio padre mi aveva affidato durante l’ultimo anno della seconda guerra mondiale. Il nome del capretto era Walter. Avevo allora tredici anni e vivevamo in quella parte dell’Olanda che i grandi fiumi isolavano dalle armate del D-day. La gente moriva di fame.

Io amavo il mio capretto. Passavo il tempo a raccogliere delle ghiande per lui, portandolo a fare lunghe passeggiate, tirandolo dove gli stavano crescendo le due piccole corna. Lo portavo in braccio, costruii per lui un piccolo recinto nel garage, e gli davo da tirare un piccolo carro di legno. Appena mi svegliavo la mattina gli davo da mangiare e appena tornavo da scuola lo nutrivo di nuovo, pulivo il suo recinto e gli parlavo di ogni genere di cose. Il mio capretto Walter ed io eravamo davvero i migliori amici.

Un giorno, la mattina presto, quando entrai nel garage trovai il recinto vuoto. Walter era stato rubato. Non ricordo di aver mai pianto così a lungo e con tanta veemenza. Singhiozzavo e gridavo il mio dolore. Mio padre e mia madre non sapevano come consolarmi. Fu la prima volta che imparai che cosa voleva dire amare e perdere qualcuno.

Anni dopo, quando la guerra era finita e noi avevamo di nuovo abbastanza da mangiare, mio padre mi disse che il nostro giardiniere aveva preso Walter per darlo da mangiare alla sua famiglia che non aveva più nulla da mangiare. Mio padre sapeva che era stato il giardiniere, ma non lo affrontò mai, anche se conosceva il mio dolore. Mi rendo ora conto che sia Walter che mio padre mi hanno insegnato qualcosa sulla compassione.

Henri Jozef Machiel Nouwen

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