Dalle preghiere emerse nella festa di Sant'Antonio da Padova si fa sentire sempre più forte il grido delle donne vittime di violenza. Un grido da ascoltare.
Alla festa di sant’Antonio da Padova, il 13 giugno, hanno partecipato quasi 60mila persone. Dalle preghiere ricevute emerge una situazione sociale drammatica, che chiede di essere ascoltata, oltre che dal buon Dio, soprattutto dalle forze politiche e sociali, per fronteggiare una situazione che non può rimanere nascosta.
«Ti prego Sant’Antonio, dammi la forza di sopportare i maltrattamenti di mio marito»; «Sant’Antonio aiutami a superare gli oltraggi di mio marito e ad andare avanti»; «Ti chiedo una grazia dal profondo del cuore. Da 49 anni sto sopportando tutte le angherie da mio marito ma ora non ce la faccio proprio più. Intercedi perché il Signore mi doni pace e serenità». E ancora: «Libera mio marito dal male. Riportalo nella sua famiglia».
Sono queste alcune delle numerose preghiere che sono arrivate alla Basilica di Padova in enormi ceste azzurre deposte sull’altare e poi sulla tomba di Antonio, o anche nel libro delle visite visibile all’ingresso e riempito dai fedeli (soprattutto donne) di tutto il mondo, in tutte le lingue, nelle prime ore della mattina, e via Internet, sul sito sant’antonio.org.
Sono preghiere che riportano l’orrore dell’attualità della violenza sulle donne, che emerge con sempre maggior evidenza in questo periodo.
Quest’anno le richieste di intercessione contro la tragedia senza fine degli abusi sulle donne, riportata dai celebranti durante le varie messe celebrate nella giornata, assieme a quelle che chiedono di sanare i contrasti in famiglia, ricomporre le relazioni di coppia in crisi e ripristinare il dialogo tra genitori e figli hanno superato di gran lunga le preghiere per trovare lavoro. I celebranti stessi nelle omelie hanno ripreso il tema dicendo che «Dio non vuole la violenza sulle donne, così come non vuole la guerra».
«È il primo anno che leggiamo le parole di tante donne vittime di maltrattamenti — confermano dalla Basilica di Sant’Antonio — e hanno tutte un tono di sottomissione, come se non avessero una via di scampo. Nessuna chiede ad Antonio il coraggio di ribellarsi, denunciare, scappare, rifarsi una vita. Forse sopportano in silenzio per non destabilizzare i figli, sono disposte a tutto pur di arrivare alla riconciliazione. Si illudono così di conquistare la serenità e in cambio tollerano ogni torto, si sacrificano». Eppure non sono sprovvedute, spiega chi legge le suppliche, si tratta di signore giovani, che sanno usare la tecnologia, Internet, i Social. «Ma sono rassegnate e sottomesse».
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