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Le rivoluzioni hanno bisogno della bellezza

Quell'uomo che crede che la bellezza abbia un prezzo e una scadenza. Che vede la bellezza in un affare andato bene, o nell'inganno. L'uomo che è troppo sicuro di sé stesso e del suo denaro da credere che la bellezza si può corrompere e che non potrà mai tradirlo. Invece la bellezza, scompare...


Le rivoluzioni hanno bisogno della bellezza

da Quaderni Cannibali

del 03 gennaio 2011

        

         La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene un giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno della bellezza. Quel giorno la bellezza si è ribellata e, d’accordo con la natura, ci ha sbattuto le porte in faccia. Quindi ha lasciato Pompei, che ora piange. Perché ha paura di morire, le ferite sono gravi. E gli uomini, che la dovrebbero curare, discutono su tutto. Ma sono d’accordo su una cosa. A degli scavi preferiscono un nuovo centro commerciale. Come quella terra, che non ne poteva più degli abusi edilizi e ha cominciato a tremare, tradendo i suoi cittadini.

          Come il mare, che ormai stufo di tutti i rifiuti che lo contaminano ha deciso di ribellarsi. La natura e la bellezza contro l’uomo.

         Quell’uomo che crede che la bellezza abbia un prezzo e una scadenza. Che vede la bellezza in un affare andato bene, o nell’inganno. L’uomo che è troppo sicuro di sé stesso e del suo denaro da credere che la bellezza si può corrompere e che non potrà mai tradirlo. Invece la bellezza, scompare. E l’uomo lì si ricorda di ciò che ha perso. Per la prima volta capisce cos’è la bellezza. Per la prima volta capisce di aver deturpato con le proprie mani la bellezza.

         Di non aver apprezzato la ricchezza che gli era stata donata. Ha tradito i suoi padri che hanno costruito con il sudore del cuore. Prova dolore. E tra le macerie vede le sue certezze sgretolarsi, perché pensa sia assurdo che la bellezza lo abbia abbandonato così, che abbia abbandonato quei posti nei quali la sua infanzia aveva avuto luogo.

         Ora si ricorda di quando era bambino, che con il cappello in testa e pieno di crema protettiva sulla pelle, sedeva sulla sabbia e costruiva i castelli. Non erano un granché ma erano stati fatti con tutta la fatica e l’amore che aveva. E con tutto l’amore che aveva, proteggeva la sua bellezza dalla natura che con le sue onde minacciava quel castello. Ma la natura in confronto ai “grandi” non era niente. Loro erano i veri nemici di quel castello.

         Perché la loro prepotenza distruggeva senza scuse il castello. Mentre ricorda piange, perché si accorge di essere diventato grande anche lui. Si accorge che questa non è la persona che voleva diventare. Alza gli occhi al cielo e vede il sole. Si toglie gli occhiali che lo riparano dalla luce, ora non ha più nulla da nascondere. Ora nel suo cammino ci sarà la luce che illuminerà la strada per arrivare ad essere un uomo, che proteggerà il creato e la bellezza con tutte le sue forze.

Benedetta Rubin

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