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Le trappole della rete e i “profili imbrattati”

Su Facebook circolano hacker in grado di manipolare i messaggi degli utenti, spesso ai fini della bestemmia e dell'irrisione della fede cristiana


Le trappole della rete e i “profili imbrattati”

da Attualità

del 03 gennaio 2011

         

         

          La rete… Fantastica invenzione dell’uomo, contenitore virtualmente infinito dove immagazzinare miliardi di dati che viaggiano in tempo reale, immensa enciclopedia che mette a disposizione di tutti le più svariate informazioni. Oggi, grazie a Facebook, la rete mette in contatto milioni di persone. Proprio in questi giorni il settimanale Time ha scelto Mark Zuckerberg, creatore di Facebook, come uomo dell’anno 2010.

          Se lo è meritato, questo è indubbio, tuttavia nel social network più famoso del mondo permangono dei risvolti oscuri. Infatti, se esso è capace di mettere in contatto le persone con un solo click, è anche in grado di allontanarle alla stessa velocità. In questo mondo di amici reali e fittizi, si nascondono contatti indesiderati. Ecco il racconto di quanto è realmente accaduto alcune settimane fa e che può andare sotto il nome di “furto di profilo”.

          Un utente (una donna) stava navigando su Facebook, quando a un certo punto uno dei suoi contatti (un’altra donna) l’ha chiamata in chat scrivendo una serie di bestemmie. L’utente rimane perplesso e alla domanda: “Perché lo stai facendo?” si sente rispondere che prima era cristiana, poi l’hanno fatta bestemmiare e ha capito la verità. Sono parole che hanno qualcosa di strano… L’utente si accorge che la sua immagine del profilo è stata modificata attraverso un foto-ritocco che ha trasformato la faccia di un bambino in una bestemmia contro Padre Pio.

          La foto originale, infatti, ritraeva la ragazza con in braccio un bambino. L’utente aveva già visto quella foto in uno dei gruppi di Facebook che incitano alla bestemmia.

          Dopo qualche secondo l’utente trova una bestemmia postata direttamente sul suo profilo e a quel punto cancella il contatto, avendo però il sospetto che sta cancellando solo un profilo rubato da qualcuno che si diverte a fare queste cose. Torna sul profilo della “bestemmiatrice” e vede che aderisce a gruppi e pagine di preghiera, ha sacerdoti, religiose e cristiani tra i suoi amici.

          L’utente avverte gli amici in comune, uno dei quali le aveva suggerito questo contatto e poi tutti gli altri contatti. Tramite uno di loro viene indirizzata in una delle pagine a cui questa ragazza aderiva, intitolato Ti chiedo la gentilezza di non bestemmiare. Sembra paradossale ma qui, a commento di uno dei post, veniva segnalato che a quella ragazza avevano rubato il profilo e veniva fatto il nome di un noto bestemmiatore, utente di Facebook, che apre a ripetizione gruppi sulla bestemmia e che, a quanto pare, è anche in grado di rubare i profili. Sembra, inoltre, che non agisca da solo.

          Parte una vera e propria catena di segnalazioni da parte di svariati utenti di Facebook, che permette di segnalare o di bloccare una persona scegliendo tra varie opzioni, tra cui furto di profilo o immagine del profilo inappropriata, con tanto di motivazione. Il caso di questa ragazza rientra in entrambe le opzioni, ma ad oggi il suo profilo è ancora lì con quell’immagine oscena che ostenta una chiara bestemmia. Tra i suoi contatti ora compare anche il noto bestemmiatore, ma niente è stato fatto.

          Quale conclusione trarre? Forse qualcuno sceglie le vittime tra gli utenti che frequentano pagine cristiane, hanno amici cristiani e religiosi tra i contatti ma, viene da chiedersi, come fanno ad agire indisturbati? E perché dopo tutte queste segnalazioni non vengono fermati?Come tutte le piazze, anche in quella virtuale di Facebook si deve poter liberamente esprimere la propria opinione e professare liberamente la propria religione.

          È quanto ha ricordato anche il Santo Padre nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, mentre il suo pensiero va ai cristiani perseguitati in tutto il mondo. Si rivolge alle autorità, perché intervengano, così come noi ci rivolgiamo alle autorità di competenza affinché tutelino il diritto di ogni utente della rete a navigare in essa, senza incappare in queste insopportabili persone, destinate a restare impunite.

          Qualunque siano le proprie idee sulla religione, essere chiamati in chat per leggere una serie di irripetibili bestemmie o vedere la propria bacheca imbrattata da tali sozzure non entusiasma di certo e non dovrebbe essere ammissibile. Non si tratta di uno scherzo e, anche se lo fosse, sarebbe di cattivo gusto.

          Non tutto il male vien per nuocere, perché Facebook fornisce le armi per passare al contrattacco, alle persone che sono in grado di sfruttare meglio le sue enormi potenzialità. Ecco dunque una pagina dove è possibile segnalare pagine e gruppi che incitano alla bestemmia:

(http://www.facebook.com/pages/Segnaliamo-pagine-e-gruppi-che-incitano-alla-bestemmia/145965118782188).

Annarita Petrino

http://www.lottimista.com

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