C'era una festa di colori, uno sventolio di bandiere di tutto il mondo.«Potessi farmi dire la loro storia, le loro ragioni, la poesia che rivelano e celano! Ma non è facile sentire le voci delle bandiere, c'è un vento gagliardo che le fa garrire. Sono tutte in agitazione» pensava tra sé il nostro turista...
del 01 gennaio 2002
Era davanti al palazzo dell’ONU seduto su una panchina in attesa della comitiva. C’era una festa di colori, uno sventolio di bandiere di tutto il mondo.
“ Potessi farmi dire la loro storia, le loro ragioni, la poesia che rivelano e celano! Ma non è facile sentire le voci delle bandiere, c’è un vento gagliardo che le fa garrire. Sono tutte in agitazione” pensava tra sé il nostro turista. Ne fissò una.
- Buongiorno
- Dobro Jutro
- Ah, sei della Slovenia: a strisce orizzontali bianco, azzurro e rosso. Posso chiedere il significato di questi colori?
- Il nostro stato è rinato recentemente, nel 1991, ma i colori sono rimasti panslavi: il bianco delle montagne, l’azzurro dei fiumi e il rosso della terra.
- E’ vero che la vostra festa nazionale si celebra nel ricordo di un grande poeta?
- Sì, noi ricordiamo France Presenren e come inno cantiamo una sua poesia che è un brindisi alla fraternità universale. La festa nazionale non ha parate militari, ma in quel giorno il Presidente della repubblica, il capo del governo e l’intero Corpo diplomatico premiano i nostri migliori artisti…
- Credo sia l’unico caso al mondo in cui la bellezza predomini sulla forza.
Il nostro turista adesso fissò un’altra bandiera che aveva gli stessi colori azzurro bianco e rosso, ma in ordine diverso.
- Buonos dias chi rappresenti?
- La Costa Rica e per noi il rosso è il calore umano della gente, il bianco della pace e l’azzurro degli ideali.
- E’ vero che siete l’unica nazione al mondo a non avere un esercito?
- Sì, forse siamo un’eccezione: per scelta non abbiamo un esercito, perché vogliamo vivere il terzo principio della rivoluzione francese. Oltre alla libertà e all’uguaglianza, la fraternità.
Vediamo se riesco ad avvicinarmi ad un’altra bandiera che mi ha attirato – pensò il nostro turista.
- Buon giorno, non conosco la vostra lingua.
- Siamo una piccola nazione del Caucaso, ma abbiamo una storia antichissima e sfortunata.
- Perché dice sfortunata?
- Siamo l’Armenia, la prima nazione cristiana dai tempi dell’apostolo San Bartolomeo, ma eravamo troppo vicini a dei colossi imperiali e la nostra terra ha subito tanti tagli, deportazioni e persecuzioni. Ecco perché i nostri colori sono il rosso del sangue dei martiri, l’azzurro del cielo e l’arancione della fertilità della terra.
- E adesso come vivete?
- Tanti di noi vivono in altre nazioni, siamo sparsi un po’ in tutto l’occidente e il medio oriente, ma siamo molto legati alla nostra cultura. Anche qui siamo divisi in territorio “azero”. A proposito: Buon giorno si dice…
Ma non sentì a causa del vento. “Grazie lo stesso! Mi sposto ancora un po’ per sentire questa bandiera qui. “Bon dia”.
- Bon dia, meo irman!
- E’ impossibile che un brasiliano non ti accolga con un calore straordinario!
- Fa parte del nostro spirito. Infatti come bandiera c’è il globo blu della volta celeste con 27 stelle che sono i nostri stati federati. Questa è immersa nel rombo giallo che significa la ricchezza naturale della nostra terra.
- Sì, questo è il cuore della bandiera, ma tutto il resto è verde!
- Verde come le nostre foreste, tra le più estese della terra.
- Giusto, mi dica: è vero che voi non avete mai avuto una vera guerra civile?
- Poca cosa: non abbiamo mai conosciuto i genocidi, i campi di sterminio o guerre spaventose come altre nazioni. Siamo una convivenza di tante etnie e se non fosse per le disparità sociali saremo davvero la gente più felice del mondo.
- A me pare che lo siate già. Grazie.
Il nostro amico si spostò da un’altra parte per incontrare un’altra bandiera.
- Che “croce” grande!
- E’ la croce della Danimarca, la più antica bandiera europea.
- C’è una leggenda mi sembra…
- Una leggenda che parla di questa croce caduta dal cielo ancora nel 1217 ai tempi del nostro re Cristiano II. Fatto sta che da allora tutta la penisola scandinava ha adottato questo simbolo, cambia solo il colore. La nostra è bianca su campo rosso.
- Grazie. Scusate se sono un po’ veloce, ma dovrebbe arrivare la mia comitiva. Adesso provo conoscere una davvero originale. Vediamo se mi capisce in inglese: “Good morning”
- “Good morning”. Conosco l’inglese per motivi commerciali, ma la mia lingua è il coreano.
- Sei una bandiera strana per noi occidentali. Mi spieghi un po’ di cose?
- Volentieri. Noi coreani siamo divisi in due stati, nord e sud. Io sono la bandiera del sud che porta i simboli della filosofia taoista. In campo bianco che per noi significa la pace, al centro vedi un cerchio diviso esattamente in parti uguali i due principi dell’yin e yang, cioè l’equilibrio del positivo (il color rosso) e negativo (il color blu) con cui è fatto il mondo.
- E quelle altre lineette nere che ci sono attorno?
- Si chiamano trigrammi e sono 4 parole: sole, terra, luna, cielo.
- Che sono gli elementi primordiali.
- Sì, ma anche simboli di altrettante energie: l’irradiamento, la sete, il lavoro, la forza, cioè quello che è necessario alla vita della natura e dell’uomo, perché così vediamo noi orientali.
- Grazie. Mi sembra un passatempo davvero interessante queste voci delle bandiere. Devo riuscire ad avvicinarmi ad una che ha per simbolo una stella azzurra. “Shalom”
- Shalom. E’ la stella di Davide, formata da due triangoli equilateri contrari.
- Una domanda un po’ impertinente: non si sente un po’ sola? Ci vorrebbe vicino a lei la bandiera della Palestina.
- E’ vero. Per il momento non c’è ancora, ma speriamo per il futuro…
- Ma come fate se costruite i muri di separazione…
- Noi bandiere siamo sempre sui punti più alti, siamo superiori ai muri e ci salutiamo al di là di tutto!
- Grazie. Molto interessante. E lei, scusi chi è?
- La bandiera del Nepal
- Quella terra che sta ai piedi dell’Himmalya?
- Non vede questi triangoli bianchi simboli della nostre vette?
- Va bene, però ci sono due triangoli rossi con il sole e la luna.
- Quelli sono simboli di una vita lunga.
- Voi del Nepal vedete passare i più grandi alpinisti del mondo.
- Siamo una nazione povera, ma da sempre la nostra vocazione è di ospitare le persone che tendono verso l’alto, che amano i silenzi delle vette immacolate, le sfide al limite della sopravvivenza. Tashi delek, la pace sia con te, in tibetano.
- E questa bandiera chi è?
- Questa bandiera è del Tchad.
- Tchad? Non si sente mai parlare di voi.
- Siamo al centro dell’Africa, con un territorio quasi desertico o a savana. Si parla già poco dell’Africa: noi ancora di meno. Se trovassero però un po’ di petrolio ci nominerebbero.
- E’ vero. E questi colori?
- Il blu rappresenta l’agricoltura, il giallo il sole, il rosso la prontezza a sacrificarsi per la propria terra.
Il nostro turista acculturato non poté continuare il suo itinerario di conoscenza perché era giunta la sua comitiva. Con un ultimo sguardo abbracciò tutte le bandiere e fece come un piccolo inchino a quelle che non aveva ancora salutato. Poi salì in autobus.
don Paolo Baldisserotto
Versione app: 3.25.3 (26fb019)