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Lo tsunami in Asia: castigo di Dio?

Qualcuno l'ha pensato, qualche setta l'ha dato per certo: in quei paesi rivive Sodoma e Gomorra, il turismo sessuale prospera, i guadagni sono sicuri per governo e famiglie, per le agenzie turistiche: Per questo viene evocata con molta superficialità l'immagine del Dio punitore che ordina lo sterminio dei nemici e dei peccatori!


Lo tsunami in Asia: castigo di Dio?

da L'autore

del 22 gennaio 2008

Qualcuno l’ha pensato, qualche setta l’ha dato per certo: in quei paesi rivive Sodoma e Gomorra, il turismo sessuale prospera, i guadagni sono sicuri per governo e famiglie, per le agenzie turistiche: Per questo viene evocata con molta superficialità l’immagine del Dio punitore che ordina lo sterminio dei nemici e dei peccatori!

Fosse davvero così, i primi ad essere puniti saremmo noi dei paesi del benessere, spesso esibito, dei fabbricanti d’armi, vendute alle guerre dei poveri, di storie recenti degli ultimi cento anni, dove non è stata la natura a produrre milioni di vittime ma le ideologie, i razzismi, gli interessi economici dei potenti della terra.

No, non è possibile credere a un Dio vendicativo che punisce insieme ai «peccatori del turismo sessuale», centinaia di migliaia di innocenti, bimbi trascinati via dalla furia delle acque, pescatori, che dal mare traevano quel poco per poter vivere, famiglie intere di gente in vacanza o residenti in terre che la natura aveva reso belle, affascinanti, degne di essere visitate per lodare il Creatore.

La tragedia questa volta non è stata dimenticata come altre nel passato: le inondazioni nel Bangladesh, con migliaia di vittime ogni anno; i terremoti in terre lontane che meritavano solo poche righe sui giornali...

Oggi la presenza di tanti italiani, le morti, i dispersi delle Nazioni che contano, hanno tolto i veli dell’indifferenza e hanno fatto scattare una gara di solidarietà internazionale, che ci auguriamo non abbia a dimenticare quei popoli colpiti nei prossimi anni. Soprattutto sia ben gestita per non favorire i soliti potentelli locali e non, che sulle disgrazie degli altri traggono le loro fortune.

Il Dio della misericordia, il Dio dell’amore, che ha preso corpo in Gesù, ci aiuti a non giudicare. È sempre difficile per chi ama emettere giudizi: l’amore non giudica, l’amore aiuta, l’amore è dono, è gratuità, è compassione. Nel dolore di questi giorni della sciagura abbiamo letto ed abbiamo sentito tanti episodi di solidarietà, amore vero, sincero, disinteressato come abbiamo sofferto per domande che non hanno una risposta ragionevole: dov’era Dio in quella tragedia?

Potremmo rispondere che Dio era là in quei corpi martoriati dalla furia del mare, della terra sconvolta, povero Cristo che muore ogni volta che un bimbo, un uomo, una donna muoiono: è il mistero del dolore che si affaccia ad ogni tragedia e cataclisma dove tanti innocenti perdono la vita.

Certo ancora una volta la scienza arrogante dell’uomo, non quella umile che conosce i suoi limiti, ne esce sconfitta, la nostra fede viene messa alla prova, ma se non ci fosse un Dio che accoglie, che asciuga le nostre lacrime, che non dimentica le nostre vite, i nostri poveri, il bene e l’amore che abbiamo vissuto, cosa ci rimarrebbe da pensare per continuare a sperare?

Ai nostri bimbi, ai nostri giovani cosa avremmo da dire? Come dopo Auschwitz, in tanti hanno trovato la forza di pregare, così dopo questi giorni di dolore universale, non ci rimane che affidarci a Lui, il Dio della misericordia e dell’amore, che in Gesù Cristo è stato crocifisso e continua ad esserlo là dove c’è dolore, un Dio che è morto ma anche risorto per liberarci per sempre da quel dramma altrettanto misterioso che è la nostra morte.

Da: Vittorio Chiari, Un giorno di 5 minuti. Un educatore legge il quotidiano

don Vittorio Chiari

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