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Lutto e preghiere a un anno dalla strage nella scuola di Beslan

I rintocchi delle campane alle 9.15 locali hanno dato inizio questo ieri 2 settembre alla commemorazione dell'eccidio avvenuto in una scuola di Beslan, nell'Ossezia del Nord (Russia), il 3 settembre dello scorso anno.


Lutto e preghiere a un anno dalla strage nella scuola di Beslan

da Attualità

del 03 settembre 2005

 

I rintocchi delle campane alle 9.15 locali hanno dato inizio questo ieri 2 settembre alla commemorazione dell’eccidio avvenuto in una scuola di Beslan, nell’Ossezia del Nord (Russia), il 3 settembre dello scorso anno.

Subito dopo è risuonato il “Requiem” di Mozart, mentre le famiglie portavano in processione un fiore all’interno della palestra della scuola, dove sono stati tenuti gli ostaggi, e dove per l’occasione sono state accese delle candele e appese le immagini dei bambini e degli insegnanti uccisi.

E’ il 1° settembre 2004, nella scuola numero 1 di Beslan si festeggia il primo giorno dell’anno scolastico. Improvvisamente, un commando di terroristi ceceni e ingusci fa irruzione prendendo 1.128 ostaggi tra bambini, genitori e insegnanti.

Due giorni dopo, il 3 settembre, le forze speciali russe fanno irruzione nell’edificio uccidendo 31 terroristi e catturandone uno, Nurpasha Kulaev, che, sebbene reo confesso, risulta tuttora essere sotto processo.

Tragico il bilancio finale: muoiono 330 ostaggi fra cui 186 bambini.

 

Questo venerdì è stato un giorno di lutto e le rovine della scuola, in parte distrutta dalle esplosioni verificatesi nei momenti concitati della liberazione degli ostaggi, sono state ricoperte di drappi bianchi e rossi su cui erano raffigurate delle colombe e che riportavano i nomi dei bambini uccisi.

Imponenti le forze di polizia dispiegate in questi giorni a Beslan: si afferma infatti che per garantire la sicurezza siano presenti ben 1.500 uomini appartenenti alla polizia speciale russa.

In seguito è partito un pellegrinaggio diretto al cimitero di Beslan – dove sabato 3 settembre verrà inaugurato un monumento intitolato “L’albero del dolore” (“Derevo skorbi”) – per deporre candele e fiori sulle tombe delle vittime. La grande scultura bronzea raffigura quattro donne piangenti da cui nasce un tronco d’albero.

Il metropolita Feofan Azhurkov, Eparca di Stravropol’ e Vladikavkaz, ha celebrato l’ufficio per i defunti, portando poi l’icona di Nostra Signora di Mozdok fino alla scuola.

In un messaggio pubblicato ieri dai media nazionali, il Patriarca di Mosca e di Tutte le Russie Alessio II, ha affermato che “in questi giorni di dolore e ricordo tutti noi siamo uniti da un dolore comune”.

“Piangendo i morti dell’attentato, porgendo condoglianze a chi soffre, il 3 settembre – Giornata per la lotta al terrorismo – invito a celebrare messe funebri in tutte le chiese ortodosse e a innalzare preghiere per l’anima degli innocenti uccisi”, ha continuato il Patriarcato ortodosso, secondo quanto riportato da “AsiaNews”.

Alessio II ha quindi espresso preoccupazione per i parenti delle vittime, “i quali provano la sofferenza più grande” di tutte. “Solo la solidarietà umana e le preghiera, vincendo il dolore della perdita, possono dare la forza necessaria per continuare a vivere”, ha aggiunto.

Monsignor Tadeusz Kondrusiewicz, Metropolita di Mosca, ha invece sottolineato che “è dovere di ogni cristiano pregare per i morti innocenti e stare vicino ai vivi per alleggerire il peso della perdita”, ha riferito sempre l’agenzia del PIME, “AsiaNews”.

Assicurando poi che “in questo anno i cattolici non hanno mai dimenticato Beslan nelle loro preghiere e nelle loro azioni”, il Metropolita cattolico ha quindi aggiunto che “questa è una disgrazia comune, il cui eco ha risuonato non solo in tutta la Russia, ma in tutto il mondo”.

 

Il Comitato “Le Madri di Beslan”, presieduto da Susanna Dudieva, che questo venerdì ha inviato una delegazione al Cremino che si è incontrata con il Premier russo Vladimir Putin, ha rivolto un appello al mondo attraverso la radio russa “Ekho Moskvy”.

“Noi, genitori e parenti delle vittime dell’attentato, abbiamo perduto la speranza in una giusta indagine sulla cause della tragedia”, afferma il messaggio di cui si è fatto eco il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana “Avvenire”.

“Noi – prosegue l’appello – non desideriamo vivere in questo Paese dove la vita umana non conta niente. Chiediamo che ci venga concesso asilo politico in un qualunque Paese dove si rispettano i diritti dell’uomo”.

Il 3 settembre, nella Cattedrale cattolica dell’Immacolata Concezione a Mosca si terrà una Messa di suffragio per le vittime della strage.

 

 

Beslan, i giorni della tragedia  

 

Mercoledì, 1 settembre 2004: un gruppo di terroristi ceceni fa irruzione nella scuola Numero 1 di Beslan, nella Repubblica autonoma russa dell’Ossezia del Nord, dove si festeggia l’inizio del nuovo anno scolastico. Nell’edificio sono presenti oltre 1.200 persone. I sequestratori negano i soccorsi e l’autorizzazione a introdurre nella scuola acqua e cibo per gli ostaggi.

 

Giovedì, 2 settembre: i sequestratori fanno esplodere 2 granate, 10 minuti l’una dall’altra, per tenere lontana la polizia; c’è un segnale che fa sperare: 26 ostaggi vengono liberati.

 

Venerdì, 3 settembre: i terroristi acconsentono a fare entrare 4 medici nell’edificio. All’improvviso 2 esplosioni. Alcune decine di ostaggi riescono a fuggire. I terroristi iniziano a sparare; entrano in azione le teste di cuoi russe. La situazione sembra sia precipitata allo scoppio “accidentale” di una bomba. Il commando degli assalitori (tra cui anche alcuni ingusci) viene annientato dopo ore di scontri a fuoco; era composto da 32 terroristi, 31 dei quali – secondo fonti ufficiali – sono stati uccisi; ma testimoni oculari parlano di forse 70 assalitori. L’unico sopravvissuto è Nurkapi Kulaiev. Il processo che lo vede imputato è iniziato il 17 maggio scorso. I familiari delle vittime parlano di “farsa”. Susanna Dudiyeva, che guida il Comitato delle Madri di Beslan, ha dichiarato che chiederebbe alla Corte di alleviare la pena di Kulayev in cambio della verità: i parenti delle vittime sono convinti che il vero colpevole del tragico epilogo dell’assedio alla scuola sia il Governo russo.

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