Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Chinatosi di nuovo, scriveva per terra
Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra... Chinatosi di nuovo, scriveva per terra
(Giovanni 8,6.8)
Questa, più che una difficoltà, è una curiosità evangelica. È, infatti, l’unico cenno, molto vago, in cui si raffigura Gesù mentre scrive, in greco katagráphein. Purtroppo scrive in basso (katá-) nella polvere e, quindi, le sue eventuali righe sono andate perse. C’è chi ha pensato che scrivesse qualche frase biblica adatta alla scena che lo vedeva al centro davanti a una donna, sorpresa in flagranza nel reato di adulterio.
A proposito di questo racconto, ci sarebbe una nota da allegare, forse un po’ inattesa: questo brano è omesso nel testo giovanneo dai manoscritti più importanti, da varie traduzioni antiche e da non pochi Padri della Chiesa. Potrebbe non appartenere all’originale del Vangelo di Giovanni, ma sarebbe stato inserito in seguito. Ciò non toglierebbe che per i cristiani esso sia “canonico” e, storicamente parlando, autentico. Il taglio, però, lo farebbe più adatto a Luca, l’evangelista della misericordia di Cristo. Anzi, si è osservato che l’avvio del brano («Al mattino si recò di nuovo al tempio e tutto il popolo andava da lui» 8,2) sembra ricalcare un finale di Luca che descrive gli ultimi giorni di Gesù prima della Passione: «Tutto il popolo di buon mattino andava da lui al tempio per ascoltarlo» (Luca 21,38).
Il brano dell’adultera troverebbe forse qui un’ottima collocazione. Ma ritorniamo allo scritto di Cristo nella polvere della spianata del tempio di Gerusalemme. Alcuni hanno immaginato che scrivesse una frase biblica come: «Quanti si allontanano dal Signore saranno scritti nella polvere» (Geremia 17,13). Oppure: «Non prestare mano al colpevole per essere testimone in favore di un’ingiustizia» (Esodo 23,1). Altri hanno ipotizzato un’anticipazione del suo giudizio successivo: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». A nostro avviso, Gesù traccia in terra solo linee o lettere a caso, un po’ come accade anche a noi quando, ascoltando il discorso di un altro con un certo distacco, disegniamo sul block-notes segni o profili o scritte varie e senza preciso significato.
Da questo riferimento evangelico non possiamo, quindi, concludere con certezza che Gesù sapesse scrivere. Certo, sapeva leggere, come racconta Luca descrivendo il suo intervento nella sinagoga di Nazaret (4,16-30). Ma leggere e scrivere non erano necessariamente connesse nell’antico Vicino Oriente ove dominava l’apprendimento orale, sostenuto da metodi mnemotecnici e dall’esercizio della fertile capacità della memoria semitica. Tutto considerato, è però probabile che Gesù sapesse anche scrivere.
Gianfranco Ravasi
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