I leader religiosi firmano in Vaticano una dichiarazione congiunta affinchè la tratta degli esseri umani sia sradicata entro il 2020.
"Mai più schiavi. Siamo tutti fratelli e sorelle. #EndSlavery": il tweet di papa Francesco accompagna la Dichiarazione contro la schiavitù firmata il 2 dicembre in Vaticano insieme con dieci eminenti leader religiosi, rappresentanti di ortodossi, anglicani, ebrei, musulmani, buddisti, indù. Obiettivo è sradicare questa forma di schiavitù moderna entro il 2020.
"Le diverse forme di schiavitù moderna, come la tratta degli esseri umani, il lavoro forzato e la prostituzione, il traffico di organi e qualsiasi altra pratica contraria ai concetti fondamentali di uguaglianza, libertà e pari dignità di ogni essere umano – afferma la dichiarazione congiunta -, deve essere considerata crimine contro l'umanità". Il documento è stato firmato, oltre che da papa Francesco, dal dottor Justin Welby, arcivescovo di Canterbury e primate anglicano, dal metropolita Emmanuele di Francia (in rappresentanza del patriarca ecumenico Bartolomeo I che ha Bergoglio ha visitato nei giorni scorsi a Istanbul), dai rabbini Abraham Skorka e David Rosen, da Abdalla Abbas Soliman (in rappresentanza Mohamed Ahmed El-Tayeb, grand imam of Al-Azhar che si può considerare il "Vaticano" dei sunniti) e dall'ayatollah Mohammad Taqi al-Modarresi Sheikh Naziyah Razzaq Jaafar (in rappresentanza dell'ayatollah Sheikh Basheer Hussain al Najafi Sheikh Omar Abboud), da Datuk K Sri Dhammaratana, leader degli Hara Krishna arrivato dalla Malesia, dalla santona indiana Mata Amritanandamayi, presidente del Math Mam da lei stessa fondato, e dal venerable Bhikkhuni Thich Nu Chan Khong rappresentante dello Zen Master Thich Nhat Hanh, poeta e pacifista vietnamista che Martin Luter King propose per il nobel della pace nel 1967.
"Una iniziativa storica": così viene definito dagli stessi leader religiosi l'impegno comune assunto "volto ad ispirare azioni spirituali e pratiche da parte di tutte le religioni del mondo e delle persone di buona volontà per eliminare per sempre la schiavitù moderna entro il 2020".
Si tratta di una "piaga terribile" che, nonostante gli sforzi di molti – ha denunciato Papa Francesco nel suo intervento in spagnolo alla cerimonia della firma - è presente su larga scala in tutto il mondo, come anche il turismo" sessuale. "E la cosa peggiore è che questa situazione – ha aggiunto Bergoglio -, purtroppo, peggiora ogni giorno". Decine di milioni di persone sono "umiliate" e "disumanizzate" da forme di schiavitù di vario tipo, fisiche, psicologiche, sessuali ed economiche ma "qualsiasi rapporto discriminante che non rispetta la convinzione fondamentale che l'altro è come uno in sé, è un crimine e spesso un crimine aberrante", un crimine di "lesa umanità". "Le vittime sono da tutti i ceti – ha sottolineato il papa -, ma più spesso sono tra i più poveri e vulnerabili dei nostri fratelli e sorelle".
Da qui l'appello: "Chiediamo a tutte le persone di fede e ai loro capi, ai governi, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, di fornire sostegno forte e unirsi al movimento contro la schiavitù moderna, in tutte le sue forme. Supportati dagli ideali delle nostre confessioni di fede e valori umani condivisi, facciamo tutto il possibile. Alziamo la bandiera dei valori spirituali" in uno "sforzo congiunto per sradicare la schiavitù del nostro pianeta".
Alla cerimonia della firma della dichiarazione antitratta, ospitata in Vaticano da Papa Francesco come primo firmatario, si sono collegati in videoconferenza anche il segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon e il patriarca ecumenico Bartolomeo I.
La dichiarazione congiunta dei leader religiosi segue di poco la decisione del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti insieme al Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e alle Unioni internazionali femminili e maschili dei Superiori/e Generali (Uisg e Usg), di promuovere una “Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone” che sarà celebrata per la prima volta in tutte le diocesi e le parrocchie del mondo l'8 febbraio 2015, festa di Santa Giuseppina Bakhita, schiava sudanese, liberata e divenuta religiosa canossiana, canonizzata nel Duemila.
Chiara Santomiero
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