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Maria è Madre affidabile

Affidarsi a Maria con amore di figli è affidarsi a un amore concreto e che educa alla concretezza. Maria, Porta del Cielo, ma anche Regina del Cielo e Assunta in cielo in anima e corpo, educa il cristiano a innalzare lo sguardo alle cose del Cielo e a distoglierlo dalle cose della terra.


Maria è Madre affidabile

da Teologo Borèl

del 27 gennaio 2011

 

 

          L’amore materno è amore concreto. Dio è la vita, la sua origine, la sua pienezza universale, la madre è il grembo della vita, il suo inizio, il suo darsi nel particolare. Dio è l’Amore, la madre è il corpo dell’amore. In Maria, in modo del tutto singolare, la Parola di Dio ha preso un corpo e un’anima d’uomo. Maria è l’Arca dell’Alleanza, il suolo santo di Dio, il cuore della Chiesa. Affidarsi a Maria con amore di figli è affidarsi a un amore concreto e che educa alla concretezza.

          Come e più di ogni madre, l’amore della Madre non solo è instancabile, continuo, costante, affidabile, sollecito, premuroso nell’offrire ciò che fa bene ai figli, ma anche attento ad accogliere le loro richieste e percepire le variazioni del loro cuore, il loro benessere e il loro malessere, pronta a distinguere i loro veri bisogni da quelli che sono solo capricci.

          Il Magistero della Chiesa parla della maternità di Maria nei nostri confronti mettendo in grande evidenza i tratti materni della cooperazione mariana alla nostra generazione soprannaturale, una generazione che richiede cure molto più delicate ed energiche di quanto ne chieda la maternità naturale. Si pensi come l’uomo, lasciato a se stesso, senza una vita di grazia o con una vita tiepida non desideri spontaneamente il cielo, ma la terra, non la risurrezione, ma la sopravvivenza; come le sue azioni non siano orientate al paradiso, ma siano prevalentemente mosse da obiettivi particolari e terreni; come rischi continuamente di sentire la terra vicina e il cielo lontano. Maria allora, che è Porta del Cielo, ma anche Regina del Cielo, e che è Assunta in cielo in anima e corpo, educa il cristiano a innalzare lo sguardo alle cose del Cielo e a distoglierlo dalle cose della terra. Ella compie un’altissima opera di liberazione dalla schiavitù del cibo che perisce, e di educazione alla ricerca del cibo di vita eterna, quello che sazia veramente la nostra fame di vita, di amore e di felicità. Nei più recenti documenti della Chiesa, la maternità di Maria si realizza in modo concreto, attraverso la sua preghiera incessante, il suo amore sollecito, il suo esempio sublime: l’azione materna di Maria «nell'economia della grazia perdura senza soste» e «con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci i doni che ci assicurano la nostra salvezza eterna» (LG 62).

          Ella «continua adesso dal cielo a compiere la sua funzione materna di cooperatrice alla nascita e allo sviluppo della vita divina nelle singole anime degli uomini redenti», «coopera innanzitutto mediante la sua incessante preghiera, ispirata da una ardentissima carità», ed agisce sulle anime con il benefico e insostituibile influsso dell’esempio della sua vita, perché, come si dice proverbialmente, «le parole muovono, gli esempi trascinano» (SM I,1-3). La Chiesa ne fa continua esperienza attraverso le numerosissime forme di presenza con cui Maria esercita la sua sollecitudine materna in accordo con la divina provvidenza: attraverso semplici ispirazioni o mirabili apparizioni la Madonna suscita e accompagna conversioni e fondazioni, opere di culto e opere di carità.

          Più di tutto, occorre ricordare che la concretezza cristiana porta il nome di “santità”, vita divina in formato umano, itinerario di conversione e giustificazione, purificazione e santificazione, cammino di morte e risurrezione, di croce e di gioia. Per questo la maternità di Maria si esplicita soprattutto nel generare e accompagnare i santi e le sante.

          Con parole impareggiabili, Grignion, nel trattare dei rapporti fra Maria e lo Spirito, spiega che l’opera santificatrice di Dio si serve moltissimo del contributo materno di Maria: Lo Spirito vuol formarsi degli eletti in Maria e per mezzo di Maria e perciò le dice: “metti radici nei miei eletti” (Sir 24,13): mia prediletta e mia sposa, poni le radici di tutte le tue virtù nei miei eletti, perché crescano di virtù in virtù e di grazia in grazia. Io mi sono tanto compiaciuto in te, quando vivevi sulla terra, nell’esercizio delle più alte virtù, che desidero trovarti ancora sulla terra, senza che per questo tu abbia a lasciare il cielo… Quando Maria ha messo le sue radici in un’anima, vi produce meraviglie di grazia, quali lei sola può compiere, perché lei sola è la Vergine feconda che non ebbe, né avrà mai chi le somigli in purezza e fecondità…

          La formazione e l’educazione dei grandi santi, che vivranno verso la fine del mondo, sono riservate a lei… Quando lo Spirito Santo, suo sposo, trova Maria in un’anima, vola ed entra con pienezza in quest’anima, e le si comunica tanto più abbondantemente quanto maggior posto essa fa alla sua sposa… Maria ha ricevuto da Dio un grande dominio sulle anime degli eletti… Dio, avendole dato potere sopra il proprio Figlio unico e naturale, glielo ha dato altresì sopra i propri figli adottivi, non solo quanto al corpo, ma pure quanto all’anima.

          L’obiettivo spirituale di questa meditazione è quello di affidarci a Maria per imparare da lei il gusto della santità e i passi concreti che la sviluppano e la trasmettono.

 

1. MATERNITÀ E REALTÀ

          Don Bosco ha avuto un’esperienza privilegiata della presenza di Maria come Madre e Maestra, esperienza che ha comunicato e lasciato in eredità ai suoi figli e a tutta la sua famiglia spirituale. Egli si rendeva perfettamente conto di quanto l’Ausiliatrice lo avesse ispirato e guidato nella sua vocazione e nella sua missione, di come lo avesse protetto nei pericoli e nelle difficoltà, di come fosse stata non solo l’aiuto, ma anche la protagonista delle sue opere educative.

          Don Bosco interpreta la regalità di Maria non in senso statico, ma dinamico, non solo come segno di dignità, ma come energia di carità: «“adstare”, stare assisa, ma letteralmente stare vicino a uno per assisterlo… Maria ci aiuta in vita, in morte e dopo la morte!». Non a caso, il nostro santo farà dell’“assistenza” uno dei capisaldi irrinunciabili della presenza educativa fra i ragazzi. Maria, anche proprio contemplata come Regina, non smette dunque di essere Madre: è Madre come Regina, quindi con un potere di intercessione presso il Re e di intervento personale secondo la volontà del Re che è impareggiabile.

          Il realismo della presenza materna di Maria si esprime in don Bosco come familiarità, incancellabile eredità spirituale e tratto distintivo della spiritualità salesiana. Familiarità significa che nelle case salesiane e nelle famiglie in cui si vive lo spirito di don Bosco le cose di Dio non sono estranee, ma familiari, non sono difficili, ma rese facili, non accentuano il tratto esigente, ma il tratto amabile, e questo grazie al potere materno di Maria: Con don Bosco non c’è bisogno di attraversare nessun ponte, perché nell’ambiente familiare salesiano Dio, Gesù, la Santissima Vergine, sono a portata di mano! L’ambiente familiare salesiano è quello che è, perché non si ferma all’umano, ma comprende il soprannaturale; perché ha “familiarizzato” tutta la religione cristiana, morale e sacramenti; perché tutta la realtà soprannaturale è maternizzata da Maria Santissima Ausiliatrice.

          Occorre oggi riconoscere che la dimensione mariana del carisma salesiano va rilanciata con grande forza. In una cultura che ci ha insegnato a pensare e a operare come se Dio non ci fosse, a sopravvalutare la nostra iniziativa libera dimenticando il primato della grazia, a calcolare sulle nostre risorse piuttosto che confidare nella Provvidenza, a progettare le opere per Dio piuttosto che eseguire quelle progettate da Lui, l’affidamento a Maria e al suo cuore materno è l’antidoto più sicuro per rilanciare ogni opera spirituale, pastorale ed educativa, passando dal criterio dell’efficienza terrena a quello dell’efficacia evangelica. Don Viganò, riflettendo sulla dimensione mariana della vocazione salesiana, e richiamando l’esperienza di don Bosco, che grazie all’Ausiliatrice ha visto cosa sono i miracoli, afferma con chiarezza che occorre riapprofondire il realismo della maternità spirituale di Maria… Non ci sarà rifondazione e ripresa per noi senza l’Ausiliatrice; e invece, con il suo materno aiuto noi vedremo crescere gli effetti della rinascita anche “miracolosamente”!

 

2. MATERNITÀ E SANTITÀ

          La familiarità di don Bosco con Maria affonda le radici nella sua stessa vicenda personale, dall’educazione ricevuta in casa, alla vocazione ispiratagli in sogno, alla maturazione della sua santità. Prima di essersi affidato personalmente a Maria, egli fu affidato a lei da mamma Margherita. Un giorno lo chiamò e gli fece quel memorando discorso: “Giovanni mio, quando sei venuto al mondo ti ho consacrato alla beata Vergine; quando hai cominciato i tuoi studi ti ho raccomandato la divozione a questa nostra Madre; ora ti raccomando di essere tutto suo; ama i compagni divoti di Maria; e se diverrai sacerdote, raccomanda e propaga sempre la divozione di Maria”.

          Ciò che don Bosco fece puntualmente, capillarmente, con un affetto e una fiducia che andarono ben al di là di ogni previsione. Anche perché, nel mistero della sua vocazione e missione, Gesù lo affidò a Maria e lo esortò ad affidarsi a lei come Madre e Maestra. Nel sogno dei 9 anni, nelle sue riprese a 16 anni e poi in seminario, l’affidamento a Maria assume i tratti concreti dell’acquisizione della sapienza, della fortezza, del consiglio: Io ti darò la Maestra sotto la cui disciplina puoi diventare sapiente e senza cui ogni sapienza diventa stoltezza… ecco, Giovannino: tutto questo gregge lo affido alle tue cure… non temere: io ti assisterò… questa è mia Madre: consigliati con Lei!

          Divenuto un sacerdote profondamente mariano, parlerà dell’aiuto materno di Maria in maniera affettuosa, vibrante, persuasiva: Maria vuole che riponiamo in lei tutta la nostra fiducia… Finora abbiamo camminato sul certo. Non possiamo errare; è Maria che ci guida… Maria fu sempre la mia guida! Quanto è mai buona la Madonna!... Maria Santissima mi ha sempre aiutato e continuerà sempre ad aiutarmi!... Come ci vuol bene la Madonna!... Maria ci vuole troppo bene!... Maria Santissima è la fondatrice e sarà la sostenitrice delle nostre opere… La Madonna vuole che la onoriamo sotto il titolo di Maria Ausiliatrice; i tempi corrono così tristi che abbiamo proprio bisogno che la Vergine Santissima ci aiuti a conservare e difendere la fede cristiana.

          Don Bosco cercherà sempre di trasmettere il suo cuore mariano ai suoi figli e a tutta la sua famiglia spirituale. Ascoltiamo, meditiamo, prepariamo e pronunciamo l’atto che don Bosco non chiama né “consacrazione” né “affidamento”, ma più schiettamente e affettuosamente, “atto di figliazione”. In esso c’è tutto, l’adorazione di Dio, il testamento del Golgota, il desiderio di immedesimarsi in Giovanni per essere accolti come figli; c’è il senso della nostra misera condizione di peccatori, il desiderio di imitare le virtù della Madre, l’effettiva consegna di sé in termini di abbandono filiale, la richiesta di protezione in vita e in morte, lo sguardo rivolto al Cielo: Mio Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, figliuolo unico di Dio e della santa Vergine, io vi riconosco, e vi adoro come mio primo principio ed ultimo fine.

          Vi supplico di rinnovare in favor mio quel misterioso amorevole testamento, che avete fatto sulla Croce, dando al prediletto apostolo San Giovanni la qualità ed il titolo di figliuolo della vostra Madre Maria. Ditele anche per me queste parole: Donna, ecco il tuo Figlio. Fatemi grazia di poter appartenere a Lei come figliuolo, e di averla per Madre in tutto il tempo della mia vita mortale su questa terra. Beatissima Vergine Maria, mia principale Avvocata e Mediatrice, io NN, peccatore miserabile, il più indegno e l’infimo de’ vostri servi, umilmente prostrato dinanzi a Voi, affidato alla vostra bontà e misericordia, ed animato da un vivo desiderio di imitare le vostre belle virtù, vi eleggo quest’oggi per mia Madre, supplicandovi che mi riceviate nel numero fortunato de’ vostri cari figliuoli. Vi faccio una donazione intera ed irrevocabile di tutto me stesso. Ricevete di grazia la mia protesta; gradite la confidenza, con cui mi abbandono nelle vostre braccia. Accordatemi la vostra materna protezione in tutto il corso della mia vita, e particolarmente nell’ora della morte, onde l’anima mia sciolta dai lacci del corpo, passi da questa valle di pianto a godere con Voi l’eterna gloria nel Regno de’ Cieli. Così sia!

 

3. MATERNITÀ E FECONDITÀ

          La maternità di Maria sta all’origine della fecondità ecclesiale. Come Madre della grazia e causa della nostra gioia, ella ha un rapporto speciale con il Vangelo e l’evangelizzazione. Don Bosco, promuovendo la devozione all’Ausiliatrice, aveva ben chiara la sua funzione ecclesiale, e non semplicemente individuale: Maria è Ausiliatrice non solo perché soccorre i cristiani nelle loro molteplici necessità personali e familiari, ma anche e soprattutto perché protegge e assiste la Chiesa fra i pericoli del mondo, soprattutto quando la fede stessa è minacciata. Per questo, osserva opportunamente don Viganò, Don Bosco unì il titolo di “Ausiliatrice” a quello di “Madre della Chiesa”… Così il mistero della Chiesa si incontra attraverso il volto di Maria. Guardando a Lei, si vede vivere la Chiesa: sono i suoi occhi che spiegano i misteri.

          A ben vedere, vi è dunque un legame profondo fra la maternità di Maria e l’opera di evangelizzazione. Il dinamismo è identico: contemplata aliis tradere, comunicare ciò che si è contemplato! Come la Madre vive la più profonda unità con il Figlio per poi offrirlo al mondo, così l’opera della Chiesa consiste essenzialmente nell’accogliere il Vangelo e trasmetterlo, nell’essere evangelizzati e nell’evangelizzare. La Chiesa è Madre e si comporta come la Madre: è al tempo stesso ricettiva e oblativa, custodisce in sé per consegnare a noi. La gioia del Vangelo è infatti integra se illumina il cuore e si irradia su tutti i cuori, se viene infusa e diffusa, se è celebrata con devozione e annunciata con coraggio. Proprio come faceva don Bosco, il cui zelo per il Vangelo e la salvezza delle anime era pari alla cura delle celebrazioni liturgiche e all’impegno nell’educazione morale dei ragazzi.

          Don Bosco fu ad ogni modo il primo a meravigliarsi di quanto fosse potente l’intervento soprannaturale di Maria nella sua opera. A proposito della costruzione della Basilica di Maria Ausiliatrice egli ripeteva sempre, senza esagerare, che «ha fatto tutto lei», e che ad ogni mattone corrispondeva una grazia da lei ottenuta! Merita davvero leggere o rileggere la narrazione di don Bosco stesso circa l’origine mariana di quel tempio che l’Ausiliatrice ritiene casa propria e centro di irradiazione della sua gloria. L’idea che don Bosco fa emergere dalla sua stessa esperienza è la logica del Magnificat, cioè della gioia e della fecondità della fede: la Basilica di Maria Ausiliatrice non è stata edificata trovando appoggio sull’iniziativa e le risorse degli uomini, specie i più ricchi e potenti, ma solo sulla piena confidenza nella provvidenza di Dio e nell’intervento di Maria. Insomma, un tempio fatto tutto di grazia e di gratitudine: Quelli che hanno parlato o udito a parlare di questo sacro edifizio avranno desiderio di sapere donde si siano ricavati i mezzi che in complesso superano già il mezzo milione. Io mi trovo in grave difficoltà di rispondere a me stesso, perciò meno in grado di soddisfare agli altri.

          Dirò dunque che i corpi legali diedero da principio belle speranza; ma in pratica giudicarono di non concorrere. Alcuni agiati cittadini scorgendo la necessità di questo edifizio, fecero promessa di vistose largizioni, ma per lo più cangiarono divisamento e giudicarono meglio di impiegare altrove la loro beneficienza. È vero che alcuni benestanti divoti avevano promesso oblazioni, ma a tempo opportuno, cioè avrebbero fatte oblazioni quando avessero avuto certezza dell’opera ed avessero veduti i lavori inoltrati. Coll’offerta del Santo Padre e di qualche altra pia persona si potè far acquisto del terreno e non altro; sicché quando si trattò di cominciare i lavori io non aveva un soldo da spendere a questo scopo. Qui da una parte vi era certezza che quell’edifizio era di maggior gloria di Dio, dall’altra contrastava l’assoluta mancanza di mezzi. Allora si conobbe chiaro che la Regina del Cielo voleva non i corpi morali, ma i corpi reali, cioè i veri divoti di Maria dovessero concorrere alla santa impresa, e Maria volle essa medesima porvi la mano e far conoscere che essendo opera sua Ella stessa voleva edificarla: aedificavit sibi domum Maria… Non mi consta che alcuno sia ricorso invano.  

 

PREGHIERA PER I FRATELLI PERSEGUITATI

          Con Benedetto XVI, come Associazione di Maria Ausiliatrice, affermiamo che la libertà religiosa è condizione essenziale per la promozione della dignità di ogni persona, sostegno alla costruzione della pace e all’armonia tra i popoli. Nel Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata della Pace, dal tema “Libertà religiosa via della pace”, si sottolinea che i cristiani sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede. Con tutti i cristiani del mondo e gli uomini di buona volontà ci sentiamo profondamente vicini ai cristiani uccisi, perseguitati, oggetto di violenze e attentati.

 O Maria Ausiliatrice, Madre benedetta del Salvatore,validissimo è il tuo aiuto in favore dei cristiani.Per te le eresie furono sconfittee la Chiesa uscì vittoriosa da ogni insidia.Per te le famiglie e i singoli furono liberatied anche preservati dalle più gravi disgrazie.Fa', o Maria, che sia sempre viva la mia fiducia in te,affinché in ogni difficoltà possa anch'io sperimentare che tu sei veramenteil soccorso dei poveri, la difesa dei perseguitati, la salute degli infermi,la consolazione degli afflitti, il rifugio dei peccatorie la perseveranza dei giusti.(San Giovanni Bosco) 

don Roberto Carelli

http://www.admadonbosco.org

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